AUTOMAZIONE

Da Mille Miglia al Mille Proroghe: per Ambarella più rischi dai decreti che su strada

A Parma il professor Broggi e i tecnici del VisLab festeggiano i primi venti anni di guida automatica, ma il recente decreto sui test rischia di rovinare la festa

Oggi nella nuova sede collocata nel campus universitario di Parma, il ramo italiano di Ambarella ha festeggiato il ventennale della Mille Miglia in Automatico: il primo degli exploit del VisLab diretto da Alberto Broggi.

Nella primavera del 1998 i tecnici riuscirono a far viaggiare ARGO, il loro veicolo a guida automatica dell’epoca, per sei giorni facendo mantenere per il 94% del tempo il controllo ai sistemi di bordo, malgrado la visione si affidasse a videocamere prese da… citofoni.

La “modesta” tecnologia della visione dell’epoca è stata peraltro la pietra angolare del lavoro dei tecnici italiani quale si è sviluppato nei lustri seguenti. Un lavoro che ha poi fatto balzi da gigante da quando è diventato comune trovare nella “cassetta degli attrezzi” dei programmatori odierni le tecniche del deep learning.

Da quel 1998 acqua sotto i ponti ne è passata tanta e ormai il VisLab da startup si è trasformato in punta di lancia della californiana Ambarella (nota per i suoi chip che trovano molteplici applicazioni, a cominciare dalle action camera) nel settore della guida autonoma.

In questo mondo in rapida espansione l’hardware americano si combina in modo ideale coi brillanti risultati del software sviluppato a Parma, che sembra ormai specializzato nell’estrarre ogni briciolo di informazione dalle sue telecamere a corto e lungo raggio.

Nella periferia della città emiliana ci è stato anche possibile “assaggiare” per qualche minuto che effetto fa essere passeggeri di un’auto a guida automatica: proprio là dove le americane Lincoln MKZ ibride modificate a Parma stanno raccogliendo dati e perfezionando i sistemi, come fanno altri veicoli simili in California, vicino alla sede Ambarella di Santa Clara.

Il professor Broggi ed il suo staff non nascondono l’entusiasmo per l’imminente aggiornamento che attende l’auto su cui ci siamo seduti e tutte le altre destinate ai test: tra poco arriveranno i nuovi chip modello CV2.

Questi nuovi SoC avranno una capacità di elaborare i dati che sarà ben 20 volte maggiore di quella del chip CV1 di prima generazione che è montato oggi sulle auto per i test.

E quello che è più interessante è che l’offerta Ambarella di soluzioni per la guida automatica al settore automotive (alcuni gruppi dell’auto stanno già provandoli) sarà estremamente competitiva dal punto di vista dei prezzi, al contrario di dispositivi e sensori alternativi come LiDAR o GPU. La sede italiana di Ambarella ha quindi i suoi buoni motivi per pensare di allargarsi e crescere.

Tutto rose e fiori dunque lo scenario visto in occasione di questa “festa di compleanno”? Almeno una preoccupazione a dire il vero il professor Broggi ed i suoi ce l’hanno, da quando hanno letto il decreto del 28 febbraio scorso: il cosiddetto Smart Road.

Avrebbe dovuto chiarire le cose per quanto riguarda diritti e doveri di aziende e istituti di ricerca italiani impegnati in test di veicoli a guida automatica sulle strade aperte al pubblico. Potrebbe rischiare di avere effetti controproducenti, invece.

Una prima preoccupazione riguarda il fatto che il legislatore sembra pensare che solo le case auto (e non i fornitori Tier1 o le startup) possano effettuare test di sistemi a guida automatica. “Nei casi in cui la domanda e’ presentata da un soggetto diverso dal costruttore, il richiedente presenta il nulla osta alla sperimentazione rilasciato dal costruttore del veicolo” (art.14.1).

VisLab/Ambarella non sono costruttori di veicoli, che acquistano e su cui installano la loro tecnologia. Se alcuni gruppi auto si rivolgeranno a startup per le loro tecnologie sulla guida automatica, altri hanno preferito acquistarle: come Ford con Argo AI o General Motors con Cruise Automation.

Ovvero: l’azienda di Parma dovrebbe chiedere il nulla osta ad una casa auto (nello specifico Lincoln del gruppo Ford) per poter effettuare proprie sperimentazioni in potenziale concorrenza.

Un altro aspetto complicato è quello della conservazione dei dati. Qui il legislatore ha deciso che chi intende chiedere i permessi per i test deve anche  ” assicurare che i dati delle prove, come specificati in seguito e all’art. 12, comma 1, lettera e), sono correttamente rilevati e tenuti a disposizione del soggetto autorizzante, che potra’ richiederne la visione o la trasmissione per tutta la durata dell’autorizzazione e per i dodici mesi successivi”.

Secondo un calcolo rapido effettuato dai tecnici nella sede emiliana di Ambarella un veicolo come quello sul quale siamo saliti con 7 camere stereo a lungo raggio 4K e 4 camere full HD 128 megapixel ipotizzando che stia per 5 ore al giorno in strada genererebbe 23 TeraByte di dati al giorno. In due anni di test sarebbero 12.000 Terabyte.

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti insomma potrebbe avere bisogno, se davvero fosse questa la prassi, avere bisogno di un valido fornitore di sistemi di archiviazione. Anche perché il decreto prevede anche resoconti su episodi che abbiano a che fare con la sicurezza, anche solo potenziali, da riferire entro 15 giorni. Un minuto prima ed un minuto dopo l’evento, o il rischio di evento sembra di capire, sono altri 150 Giga di dati.

La startup di cui Parma può essere orgogliosa, passata indenne la Mille Miglia in automatico di venti anni fa, sembra invece considerare ora più rischiosa della strada aperta al pubblico il confronto con le Mille Proroghe, o Mille Deroghe. Coi decreti, insomma.

Fino a fine anno il gruppo del professor Broggi potrà comunque contare sulle autorizzazioni del Comune emiliano per continuare il proprio lavoro. Più oltre il regolare svolgimento dei test di sviluppo dei sistemi di guida automatica potrebbe essere reso più complicato dal primo intervento della mano della burocrazia in questo settore.

ARGO è stato il primo veicolo a guida automatica del VisLab, e fin dall’inizio ha adottato la visione stereo per permettere ai sistemi di bordo di orientarsi (credito foto: ufficio stampa VisLab/Ambarella)

Credito foto di apertura: AUTO21