Lynk & Co cerca abbonati al SUV, non automobilisti
Lynk & Co metterà alla prova il SUV ibrido convenzionale e plug-in 01 anche sul mercato europeo, puntando su modelli di “abbonamento” e condivisione peer-to-peer
Attivo da quasi un lustro in Cina, per entrare sul mercato europeo, Italia inclusa, con un modello che nasconde molto poco della parentela tecnica con la Volvo XC40 (è costruito in Belgio sulla stessa linea), Lynk & Co ha deciso di puntare per il proprio SUV 01 su una strada alternativa.
Quella dell’abbonamento all’auto senza limiti di durata. Una strada diversa rispetto a quella seguita in Cina dove lo 01 è in normale vendita dal 2017. In Europa sarà parimenti possibile l’acquisto, a un prezzo da definire nelle prossime settimane, ma non sarà quello il canale principale.
La differenza rispetto ad una formula su cui proprio Volvo ed altre marche premium come BMW già spingono molto, è che Lynk & Co incoraggerà tutti i clienti a condividere il SUV a cui ci si abbona.
Ovvero, oltre a pagare €500 al mese per averlo a disposizione, è auspicabile secondo la casa che lo 01 sia a sua volta disponibile per altri membri della famiglia, amici o altre persone associate alla comunità Lynk & Co.
Quando avevamo scritto per la prima volta di questo progetto poi rimasto in sospeso era il 2016 e la marca del gruppo Geely era la terza a mettersi a lavorare attorno a questa idea.
Un concetto che aveva attirato molto anche Elon Musk, che però non è mai passato ai fatti nonostante la folla dei clienti Tesla sia da allora cresciuta enormemente. E anche Daimler, che aveva investito nella startup Turo, specializzata nella condivisone peer-to-peer, si era intrattenuta con l’idea.
Ma Lynk & Co delle tre è l’unica a passare ai fatti, creando una applicazione che permette di gestire i noleggi dei veicoli. L’accesso al noleggio sarà contactless, perché si accede ai veicoli con una chiave numerica.
Peraltro questa soluzione non riesce a rimediare al fatto che un altro membro della community, anche se accede alla condivisione peer-to-peer senza entrare in contatto con l’abbonato abituale del SUV, entra in contatto con l’auto.
E tutto il filone dello sharing sta attualmente affrontando una fase complicata proprio per questo genere di timori. Timori che hanno anche spostato in alcune grandi città la clientela dal noleggio a brevissimo termine verso alternative come bici e monopattini elettrici.
Di fronte a questa realtà attuale, la razionalizzazione della casa del gruppo cinese sulla inefficienza economica del tenere ferma un’auto per il 96% del tempo della giornata, malgrado sia indubitabilmente vera, non appare destinato ad essere il fattore discriminante delle decisioni della clientela.
Così è probabile che, partendo in questo sfortunatissimo anno bisestile, i manager Lynk & Co debbano prepararsi a un inizio in salita. Ed è un peccato perché, quanto a razionalizzazione ed efficienza, non si può proprio dire che il piano abbia scordato qualcosa.
A cominciare dall’adesione, che passa solo dal web e a cui viene dato risposta con un’auto pronta entro tre giorni, alla manutenzione e assistenza a carico della rete che si appoggerà a Volvo. Anche la gamma è ridotta ai minimi termini: ibrida convenzionale o plug-in on 68 chilometri di autonomia solo elettrica. Perfino i colori sono limitati a due: nero o blu.