Tesla si pone un traguardo da casa auto generalista
Elon Musk al Battery Day promette una Tesla che partirà da 25.000 dollari grazie a tecnologie più efficienti ed economiche e a nuove fabbriche con una capacità di 3 TWh nel 2030
Una roadmap che guarda al futuro, un 2030 in cui la produzione di veicoli elettrici crescerà a dismisura (grazie a innovazioni che nella maggior parte dei casi non vedremo né quest’anno né il prossimo) e con cui Elon Musk vuol raggiungere una produzione globale di 20 milioni di Tesla. Un numero che corrisponde a quanto producono Toyota e Volkswagen oggi insieme e che farebbe considerare Tesla un costruttore generalista piuttosto che premium, quale si può definire oggi.
Questo è quello che è stato delineato ieri sera durante l’assemblea degli azionisti e l’attesissimo Battery Day dal timoniere della casa californiana nel parcheggio della fabbrica di Fremont, per l’occasione trasformato in drive-in per azionisti super-fan dell’imprenditore sudafricano.
Le innovazioni serviranno da un lato a consentire a rafforzare la base industriale di Tesla per far fronte ai colli di bottiglia nella fornitura di materie prime e celle che si prevedono dal 2022, dall’altro a tagliare i costi delle batterie per rendere le auto elettriche davvero competitive con quelle convenzionali.
Finora il parametro di riferimento per il pareggio era collocato a un costo per cella inferiore ai $100/kWh. Ieri notte Musk e il suo numero uno della tecnologia Drew Baglino hanno rivelato di voler andare molto oltre: a un taglio dei costi del 56% che consentirà di puntare al lancio, fra tre anni, di una Tesla all’altezza dei modelli che la precedono ma al prezzo base di 25.000 dollari. Un obiettivo che sposterebbe ulteriormente Tesla nel campo dei generalisti.
Musk in passato ha spesso promesso più di quello che è stato in grado di fare. Ma di recente non è stato così nel caso delle fabbriche e delle batterie. Shanghai e Berlino sono due esempi che, al contrario di Fremont, fin dai loro “primi vagiti” galoppano, e questo porta a non scrollare le spalle di fronte a un piano che prevede di passare nella produzione di batterie da 100 GWh nel 2022 a 3.000 GWh (corrispondenti a 3 TWh) nel 2030.
Un obiettivo di produzione che in Tesla sono convinti di poter raggiungere grazie a un sostanziale e radicale taglio degli investimenti: tra fattore di forma, elettrodi, integrazione nelle auto gli ingegneri sono convinti che in futuro aggiungere 1 GWh di capacità sarà possibile con il 69% in meno di investimenti rispetto ad oggi. Un parametro che forse a gioco lungo si rivelerà il più importante emerso dallo show di Fremont.
Ma Tesla si pone anche l’obiettivo di produrre in proprio le nuove celle, un piano che trasmetterà nervosismo a chi oggi fornisce batterie alle auto di Musk: Panasonic, LG e CATL. Tuttavia, la vastità dell’obiettivo lascia pensare che Tesla non farà da sola.
Del resto una Gigafactory come quella attuale del Nevada equivale a una capacità di 0,15 TWh e arrivare a 85 volte quella capacità prospetta un vuoto enorme da riempire all’orizzonte, se si punta a un panorama fatto solo di auto sostenibili.
Quanto alle future innovazioni nelle batterie, tema ampio su cui torneremo tra poche ore, il contributo dei vari settori al taglio dei costi del 56% è stato suddiviso chiaramente ieri da Musk e Baglino.
Il fattore di forma delle nuove celle cilindriche 4680 contribuirà per un 14%, la tecnologia di fabbricazione per il 18%, un 5% le novità per i catodi e un 12% quelle per gli anodi, mentre un 7% l’integrazione delle celle nei pianali, con Tesla che sembra sposare l’impostazione cell-to-pack già varata dai rivali cinesi.
La Tesla da $25.000 non è il solo modello cui Musk ha accenato ieri: entro la fine del prossimo anno la casa americana metterà in strada la Model S Plaid per offrire alla clientela l’occasione di tornare su un’auto da primato.
Per circa $140.000 i fan più facoltosi potranno sedersi su una vettura con 520 miglia di autonomia e con prestazioni da vettura da corsa, in grado di girare sulla pista di Laguna Seca in 1’30″3 grazie a 1.100 cavalli.
Se qualcuno pensava che, impegnato da Tesla, Space X e Neuralink, Musk non avesse fatto caso agli exploit delle nuove Lucid Air del suo ex-manager Peter Rawlinson evidentemente si sbagliava. Inseguire la crescita dei volumi, che quest’anno per Tesla sarà tra il 30 e il 40% nonostante la pandemia, non vuol dire evidentemente che la casa di Palo Alto voglia abdicare al ruolo di battistrada tra i produttori di auto elettriche.
E quanto a ruolo di trailbazer Musk ha ribadito che la funzionalità Full Self-driving del suo discusso Autopilot dovrebbe essere pronta per il rilascio tra circa un mese. Una funzionalità che Musk crede sarà essenziale anche per le future flotte di robotaxi Tesla più volte annunciate ma che ancora stiamo aspettando.
Un aspetto interessante è che Musk considera nello stesso spazio robotaxi e Tesla da $25.000, che sarà equipaggiata non con le nuove e grandi batterie più dense ma con più spartane ed economiche celle a base ferro, che stanno esordendo sulle Model 3 per il mercato cinese.