V.E.

La flessibilità dei motori elettrici: dal furgone del lattaio al quarto di miglio

Per festeggiare il compleanno della sua generazione hot rod Chevrolet ha presentato la Camaro eCOPO da 700 cavalli e monta due motori elettrici Borg Warner: come il furgone Fuso eCanter!

Appena un paio di anni fa accostare veicoli elettrici ad una fiera come l’americana SEMA (Specialty Equipment Market Association) sarebbe apparso una bizzarria. Invece General Motors ha scelto proprio uno show familiare agli appassionati di tuning ed auto ad alte prestazioni, sia pure incentrate sul concetto tipico dell’hot rod di performance breve) per presentare un concept di Chevrolet Camaro tutto elettrico.

Questa versione silenziosa lanciata a Las Vegas ha oltre 700 cavalli, una potenza adeguata a percorrere il quarto di miglio in nove secondi. E non ha nessun problema a sgommare come nelle migliori tradizioni della cultura dragster, come dimostra il video Chevrolet che trovare qui sotto.

Il fatto è che il concept eCOPO (che aggiunge la “e” strategica di “elettrico” ad un nome sfruttato a fine ’60, al culmine dell’era delle muscle cars: la COPO Camaro presentata 50 anni fa) è in grado di dimostrare anche una flessibilità sconosciuta alle pony cars di quell’epoca.

Per cominciare, come è tipico proprio delle antesignane elettriche del settore, le Tesla, sembra un’auto convenzionale dall’esterno. Ma sotto sotto c’è brio. Per quella che appare una delle migliaia di Camaro all’interno le cose cambiano: dispone di due motori elettrici BorgWarner HVH250 che esprimono ciascuno 425 Nm di coppia e 300 kW di potenza a 700 volt.

Si tratta della stessa unità scelta da Daimler per equipaggiare uno dei suoi primi veicoli elettrici prodotti su larga scala: il… furgone Fuso e-Canter. Proprio così: un motore elettrico in grado di accontentare piccole e medie imprese che debbono fare le loro consegne così come fan “arrabbiati” dei dragster. Il nuovo mondo della mobilità elettrica sa sorprendere anche in flessibilità.

I motori traggono la loro energia da quattro pacchi batterie ad alto voltaggio (800 volt) da circa 80 chili ciascuno, di cui GM non ha precisato la capacità. Al contrario di quello che avviene nella cugina al 100% elettrica Bolt, la Camaro eCOPO non ha fatto ricorso al concetto “skateboard”, coi pacchi integrati nel pianale.

General Motors insieme a Hancock and Lane Racing, un team specializzato nelle gare di accelerazione, ha deciso invece di sistemare due pacchi batterie nella zona del sedile posteriore, uno nel vano della ruota di scorta ed uno sopra all’assale posteriore. Con questa distribuzione il 56% della massa è spostato verso la parte posteriore.

Sulla Camaro eCOPO restano al loro posto albero motore, semiassi ed il resto della trasmissione: nel vano motore i propulsori elettrici semplicemente rimpiazzano il motore termico della famiglia LS. Una scelta di progettazione spartana che vuole semplificare la transizione degli appassionati di gare di accelerazione verso soluzioni all’insegna della tecnologia elettrica.

Considerate le caratteristiche intrinseche dei motori elettrici, probabilmente chi proverà la coppia e la spinta non se ne pentirà. Ma probabilmente nessuno si vanterà più con gli amici o appassionati di dragster di aver vinto una gara in Nevada grazie allo stesso propulsore montato sui furgoni che consegnano il latte o la birra.

La flessibilità dei motori elettrici: dal furgone del lattaio al quarto di miglio
Il motore elettrico BorgWarner HVH250 della Camaro eCOPO è montato insieme alla trasmissione eGearDrive sul furgone Fuso eCanter del gruppo Daimler (credito foto: ufficio stampa BorgWarner)

Credito foto di apertura: Isaac Brekken per ufficio stampa Chevrolet