AUTOMAZIONE

I futuri robo-taxi di Volvo e Baidu saranno costruiti su misura per la Cina

Le joint-venture tra case dell’auto e della tecnologia si susseguono a ritmo frenetico: ma i nomi sono sempre gli stessi, perché quello della guida autonoma è un mondo piccolo…

Il colosso di internet Baidu ha approfittato della sua conferenza annuale sull’innovazione per annunciare una joint-venture pluriennale con Volvo Cars per sviluppare e produrre veicoli autonomi di Livello SAE 4, livello che nella scala convenzionale li vuole in grado di tenere il controllo nella maggior parte delle situazioni di traffico e condizioni ambientali.

La marca svedese del gruppo Geely vuole proporsi in Cina come fornitore preferito di robo-taxi agli operatori della mobilità. Non ha invece ambizioni di gestire servizi di ride hailing in contrapposizione a potenziali clienti come Uber, Lyft o Didi Chuxing.

Alla conferenza il numero uno Volvo Cars Håkan Samuelsson ha dichiarato che “con Baidu facciamo un grande passo avanti nella commercializzazione di auto configurate per la guida autonoma che poggiano sulla tecnologia Volvo, ai vertici nel nostro settore per sicurezza”.

In base all’accordo pluriennale, del quale non sono state indicate date per l’uscita dei primi modelli, anche Volvo si appoggerà come altri partner alla piattaforma open source per la guida autonoma Apollo, collaudando e sviluppando veicoli e sistemi i cui risultati saranno condivisi con Baidu.

La natura del software open source come Apollo è che sia condiviso col maggior numero possibile di partner, e in effetti poche ore prima era stato confermato che Ford Motor Co. e Baidu svilupperanno insieme per un paio di anni sistemi per veicoli autonomi di Livello SAE 4 nell’area urbana di Pechino.

Alla sua conferenza tecnologica annuale Baidu ha anche confermato un partenariato sulla guida autonoma con FAW Group, il più antico gruppo auto della Cina, che al contrario di quello con Volvo Cars ha già un obiettivo e una data.

Il presidente del gruppo auto statale Xu Liuping ha confermato che insieme i partner produrranno in serie a partire dal 2020 un veicolo passeggeri a guida autonoma che avrà sul cofano il badge della marca più prestigiosa del gruppo: quella Hongqi che produce le limousine dei funzionari di partito e del governo.

Chi ha buona memoria forse ricorderà che Volvo Cars era stata in prima fila ad un’altra conferenza sulla tecnologia poche settimane fa: a quella di Nvidia. Là i due partner avevano annunciato l’intenzione di implementare una piattaforma informatica avanzata per le auto basate sulla piattaforma SPA 2 di prossima adozione, con la possibilità di farle gestire la smisurata “prateria dell’automazione” compresa tra i Livelli SAE 2 e 4.

Messi in fila uno dietro l’altro gli annunci sembrano creare solo confusione, quasi far pensare a programmi perfino in conflitto uno con l’altro. In effetti quello che va tenuto presente è che quello della guida autonoma è un mondo piccolo, più di quanto si possa immaginare.

Al CES di Las Vegas dello scorso gennaio la stessa Nvidia aveva annunciato business sulla guida autonoma con Uber e Volkswagen, ma anche con la stessa Baidu per progetti in Cina. Tra quelli svelati a Las Vegas figurava una collaborazione tra Nvidia, ZF Friederichshafen e Baidu su una piattaforma in grado di supportare un veicolo autonomo pronto per la commercializzazione in Cina a partire dal 2020. Una descrizione che assomiglia molto a quello che apparirà con il marchio Hongqi.

Ma la tecnologia delle GPU, come aveva confermato Nvidia stessa, in America è sviluppata su una flotta di SUV, sì, Volvo XC90, proprio come Uber, che ha ancora nel cassetto un contratto che le permetterà di comprare migliaia di Volvo da destinare a servizi di mobilità. Come i robo-taxi di Volvo e Baidu che i due soci vorrebbero costruire su misura per il mercato cinese: è un piccolo mondo…


Credito foto di apertura: ufficio stampa Volvo Cars