V.E.

In attesa della prima del SUV elettrico Audi l’e-tron Charging Service è già carico

I futuri clienti del SUV elettrico Audi potranno accedere a 72.000 colonnine europee senza pacchi di schede RFID ma dal telefono con l’e-tron Charging Service

Gli imprevisti del ricaricare un’auto elettrica, sia dal punto di vista della reperibilità che della comodità, sono ancora tra gli argomenti essenziali da controbattere nell’opera di convincimento di chi propone la mobilità silenziosa.

Non si spiegherebbe altrimenti perché marchi nobili ci tengano così tanto a presentare al pubblico le proprie colonnine oppure le proprie soluzione per la ricarica prima delle stesse auto. Si tratta di quello che a suo tempo ha già fatto Porsche, iniziando ad installare le prime avveniristiche colonnine ultra-veloci presso alcune concessionarie.

Ora la “cugina” Audi anticipa di qualche giorno il lancio del suo e-tron, previsto il 18 settembre a San Francisco, facendolo precedere dall’e-tron Charging Service. Per quanto si sappia che la maggior parte degli elettroni andrà nelle batterie quando il veicolo è parcheggiato in garage o vicino a casa, è la sosta alla rete pubblica che inquieta.

E le postazioni pubbliche, specie autostradali, devono necessariamente poter ricaricare velocemente, salvo correre il rischio di trasformare un banale viaggio in uno spossante cimento.

Offrire la comodità e la rapidità nelle soste è quello che ha fatto finora Tesla con la sua rete di Supercharger, ormai arrivati in oltre 1.300 siti distribuiti ai quattro angoli del globo.

Audi ha tessuto la sua rete creando rapporti con 220 fornitori di energia in sedici diversi paesi europei per assicurare la possibilità di accedere a 72.000 postazioni di ricarica senza dover tenere nel cruscotto del SUV elettrico 3, 4 o più schede munite di chip, e magari altrettanti numeri di telefono per chiamare i call center in caso di necessità.

La ricerca della comodità e semplicità per il cliente è la stessa bussola che in Nord America ha fatto decidere alla marca di integrare per quel mercato più tipi di telepass in uno solo, di serie, compatibile con apparecchi di autostrade, parcheggi e ponti, che ora costringono gli automobilisti americani ad accumulare più apparecchi sul cruscotto.

Ci auguriamo che lo stesso traguardo possa essere accessibile anche alla clientela della Vecchia Europa e che quindi coi nuovi SUV elettrici viaggiare su lunghe distanze possa diventare ancora più semplice.

Intendiamoci: per alcuni anni almeno partire con un veicolo elettrico non sarà qualcosa che si farà senza prima aver dato un’occhiata, magari dallo smartphone, alle possibili tappe per le soste. Ma anche i clienti Audi, come già oggi quelli Tesla, avranno una visuale a 360° delle possibili postazioni a cui appoggiarsi.

Il software di navigazione di bordo aggiornerà costantemente i livelli della batteria integrandoli coi dati sui percorsi migliori per raggiungere le colonnine, colonnine alle quali il cliente a quel punto potrà accedere con semplicità, avendo già stipulato in precedenza un contratto con la casa tedesca (magari non è il tipo di semplificazione che le utility apprezzano di più).

Dal prossimo anno sembra che le cose saranno ancora più semplici perché, proprio tramite accordi con utility e fornitori, le colonnine saranno in grado di identificare i singoli veicoli e di conseguenza notificare gli importi di energia erogata appena il cavo sarà staccato da una presa.

Questo, pare, sarà possibile per le e-tron prodotte a partire dal secondo semestre del 2019, i cui proprietari riceveranno fatture mensili dai vari importatori dei quattro anelli per pareggiare il debito con le aziende elettriche.


credito foto di apertura: ufficio stampa Audi AG