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Qualcosa si sta muovendo per chi spera in acquisti a quattro ruote negli store Apple

Le ambizioni contemplate dai piani Apple per l’auto a guida autonoma stanno ritornando a crescere, col rientro a Cupertino di Doug Field dalla rivale Tesla?

Sono due i tecnici di alto profilo transitati da Apple a Tesla nel recente passato e che non sono durati a lungo alla corte di Elon Musk. Il primo era stato Chris Lattner, a capo del settore Autopilot; l’altro più recentemente Doug Field, che in Tesla è stato al vertice dell’engineering.

Se l’uscita di un alto dirigente da Tesla non è una sorpresa, visto il turnover a quelle latitudini, potrebbe dire molto invece il fatto che Field torni in Apple, dove a suo tempo era vice president dell’hardware engineering del ramo Mac.

Field aveva lavorato alla produzione della Tesla Model 3 fino al marzo di quest’anno, poi Elon Musk lo aveva spostato alla progettazione prendendo le redini di quel travagliato reparto che stava attraversando, come a più riprese ha detto lo stesso imprenditore sudafricano, un inferno.

A maggio Field era andato in aspettativa, uscendo dalla compagnia di Palo Alto due mesi dopo. Ora torna a lavorare col gruppo di Bob Mansfield che, dal  2016 guida il Project Titan.

Mansfield sembrava aver indirizzato i piani di Apple sull’auto verso una efficienza quasi spietata: con ridimensionamenti di reparti accompagnati da una maggiore collaborazione con partner esterni, come Lexus.

Ma anche con una maggiore spinta verso il software per la guida autonoma, piuttosto che un’intero veicolo. Peraltro quando Apple è tornata a fare notizia col suo Project Titan, sono emerse indicazioni che la casa della mela non abbia ancora intenzione di mettere la parola fine alle ambizioni a quattro ruote.

Quando l’ingegnere Xiaolang Zhang è stato arrestato dall’FBI all’aeroporto di San José e tenuto a rispondere di spionaggio industriale a favore di un gruppo cinese, è emerso che il tecnico era uno di circa 5.000 persone al lavoro a Cupertino con accesso ai files relativi alla guida autonoma. Troppe persone per un progetto in disarmo.

Secondo John Gruber, uno dei blogger che seguono con più tenacia il mondo Apple e che ha svelato per primo la mossa di Field, il ritorno è interessante “anzitutto perché mi suggerisce che Apple abbia ancora un interesse a costruire veri veicoli, malgrado i report che l’azienda abbia ridimensionato il progetto al punto di far solo sistemi autonomi da ospitare in veicoli fatti altre società”.

Secondo Gruber quel ridimensionamento sarebbe stata una deviazione troppo eccessiva dal modus operandi tipico di Apple: che mira a portare sui mercati i suoi prodotti, non componenti.

A luglio 2018 Apple disponeva di 66 permessi della motorizzazione californiana DMV da utilizzare per la raccolta dati e in test di guida automatica su strade aperte al pubblico nello stato del Pacifico.

Entro fine anno o a inizio 2019, secondo quanto svelato a primavera dal New York Times, ad Apple saranno consegnate alcune decine di van Volkswagen T6 riconvertiti come mezzi elettrici in Italia, a Torino, presso Italdesign. Un segnale della direzione che prenderanno i prossimi piani Apple sull’auto potrebbe venire proprio dal diradarsi o meno delle collaborazioni attuali.


Credito foto di apertura: AUTO21