OPINIONI

La prima supercar elettrica di Maranello: un sogno o un incubo?

Al salone di Detroit Sergio Marchionne stupisce dicendo di volere la sua Ferrari prima sul traguardo della supercar elettrica, una vera supercar elettrica

Non poteva accontentarsi di confermare che anche dalle linee di montaggio Ferrari, marca scavalcata in questo per tempismo dalle rivali dirette Porsche e Lamborghini, nel 2020 uscirà un SUV. No, non poteva.

Sergio Marchionne ha voluto rigirare il coltello nella piaga. E lo ha fatto proclamando negli stand del salone di Detroit che, se qualcuno deve fare una vera supercar elettrica è (sacrilegio!) Ferrari che dovrebbe farlo per prima.

Ma è un sacrilegio che ci sia una batteria a spingere una supercar di Maranello invece dei cavalli di un V10? Una vera batteria, non quelle piccole batterie della monoposto di F.1 o quelle già apparse sulle ibride LaFerrari, centellinate una ad una per i fedelissimi del marchio.

Forse ci si può chiarire meglio le idee articolando diversamente la domanda: una tale auto si può chiamare una scelta anticonformista, visto che sarà in produzione nel 2021 o magari anche oltre?

Sicuramente è un cambio di visione, specialmente pensando a vecchie (ma anche a non così vecchie) dichiarazioni di Marchionne. Ma gli anni che passano possono fare cambiare gli atteggiamenti e le scelte. Anche in modo plateale.

Diciamo la verità: non sarà Ferrari a fare la prima supercar elettrica. Il punto non è arrivare primi, il punto è arrivare primi a fare una montagna di soldi con quelle supercar per le quali la clientela globale dei prossimi decenni sarà disposta a spendere milioni.

A dirla tutta, la prima supercar elettrica l’hanno già fatta altri, altri che sono molto lontani da Maranello: NIO. La marca cinese con la sua EP9 nella primavera 2017 ha messo al sicuro il record assoluto del Nürburgring per auto di produzione.

Un’altro gruppo cinese, BAIC, fra poco metterà in funzione la linea della sua ArcFox-7. Parliamo di supercar milionarie, non di sportive elettriche da grandi numeri come sarà invece la Porsche Mission E. Ma della EP9 e della ArcFox-7 finora solo pochi occhi attenti si sono accorti.

Ferrari e Marchionne (e Porsche) non hanno motivo di perdere il sonno perché quei marchi cinesi, al contrario dei cavallini rampanti italiani e tedeschi, scontano un pedigree ancora troppo breve.

Il gap nella tecnologia si può recuperare in fretta, e NIO e BAIC si sono fatte anche aiutare da piccole ma efficienti engineering europee come RML Group e Campos Racing: Ma non esistono scorciatoie per la tradizione di marca.

Ma c’è un ottimo sostituto alla tradizione: il carisma. Marchionne citando esplicitamente Elon Musk non ha fatto che segnalare che proprio di questo si tratta. Anche se come noto Tesla perde molti soldi, il marchio californiano ha le carte in regola e il suo fondatore il carisma per diventare un rivale pericoloso.

Ferrari, l’anti-Tesla per le sue provate qualità di macchina da utili, non può  perdere le future opportunità di continuare ad attirare clienti ricchi e ricchissimi che potrebbero rivelarsi sensibili alle sirene di modelli come la nuova Roadster americana.

All’interno del settore del lusso, e Ferrari ne fa legittimamente parte quanto fa parte del settore auto, le ricerche dicono che la spesa per auto nel 2016 è cresciuta dell’8%, meglio di quella di borse ed altri beni personali esclusivi che è scesa dell’1%.

Le previsioni di Bain & Company ed Altagamma (che nel lusso sono specializzate) ritengono che sia una festa destinata a continuare. E quindi Ferrari possa proseguire a festeggiare incassi, purché anche le batterie e i motori elettrici presenti sulla prima supercar di Maranello continuino ad essere accessibili a pochi, come è stato finora coi modelli V12 o V10.

Questo potrà, forse, costare a Maranello la fedeltà di qualche cliente: c’è il rischio che qualcuno tenda ad allontanarsi da una Ferrari che si accinge a togliere un po’ di rosso per mettere più verde nelle sue auto.

Ma al tirare delle somme in questo 2018 il panorama dell’automobile è già cambiato così tanto, e ancora di più lo sarà negli anni ’20, che l’apparizione di una nativa elettrica col cavallino rampante sul cofano non è più il modello anticonformista che sarebbe stato solo due anni fa.

Marchionne si è accorto che la coerenza nelle dichiarazioni rischierebbe di costare cara agli azionisti e che presto sarà un affare vendere una supercar con le batterie. Quindi, sì, in questo vuole arrivare davanti ad Elon Musk ed alla sua Roadster o a quello che il sudafricano venderà in futuro.

L’arrivo della prima supercar elettrica di Maranello ovviamente non comporterà rinunciare a continuare per qualche lustro a vendere auto 12 cilindri che commuoveranno ricchi amanti del bel tempo andato.

Ma confinarsi in un gulag fatto apposta per accontentare gli integralisti del motore a scoppio rischierebbe di far avvizzire nel giro di pochi anni la Ferrari fino a trasformarla in una Morgan modenese. E, se non ve ne foste accorti, anche l’anti-convenzionale marca inglese ha presentato il suo primo concept di auto elettrica nel 2016 e lo venderà da quest’anno


Credito foto di apertura: Norbert Aepli/Switzerland via Wikimedia Commons