AUTO

Il concept LF-1 Limitless: la “spada” che apre la via al futuro Lexus

A Detroit la marca premium giapponese ha portato l’avanguardia di una generazione di crossover sportive dai molti volti: da ibrida, a elettrica, a fuel cell

Prima dei saloni o delle anteprime mondiali ormai non si sfugge allo stillicidio di teaser da parte degli uffici comunicazione delle case auto. Nel caso del concept che Lexus ha portato al salone di Detroit per celebrare in degno modo l’inizio della carriera dei crossover di lusso (a cui ha dato il via venti anni fa proprio alla rassegna del Michigan il giapponese RX 300) questi teaser, che sono prima di tutto frammenti, fanno un torto al tutto.

Un tutto, il nuovo concept LF-1 Limitless, che appare davvero riuscito, tanto che nemmeno gli stessi manager Lexus riuscivano ad essere minimamente credibili nel cercare di rinviare la conferma priva di dubbi che, sì, quella appena vista in anteprima sarà la cifra delle Lexus di un futuro senza limiti.

Senza limiti nella propulsione, anzitutto, che si potrà scoprire sotto al suo cofano: un cofano lungo ma equilibrato all’interno di dimensioni che arrivano a cinque metri e 14 millimetri di lunghezza con 2,974 metri di passo. Un cofano che sembrerebbe studiato per un V8 forse ed invece invoca altre soluzioni in grado di fare questo concept un successo per un lustro e forse oltre.

Il crossover che deriverà dal concept LF-1 Limitless sarà ibrido? Sì, anche. Sarà ibrido plug-in? Certo, con accanto un motore a benzina. Sarà tutto elettrico? Anche quello: dopo tutto entro il 2025 ogni modello Lexus venduto globalmente avrà una versione al 100% elettrica o con una batteria in grado di spingerlo. Ma il crossover giapponese avrà un occhio di riguardo perfino per l’idrogeno: è prevista anche una versione fuel cell. Magari la vedremo ai Giochi Olimpici di Tokyo.

Con questo concept i giapponesi sembrano confermare la tendenza del mercato globale dei crossover di lusso a spostarsi verso forme sempre più fluide, con contaminazioni sportive quasi da coupé visibili particolarmente nelle linee dei tetti.

Un colpo d’occhio apparso in concept che si stanno avvicinando sempre più all’inizio della produzione, a cominciare dallo stile visto su una elettrica pura  come la Jaguar I-Pace. Sembra certo che, con questa brezza che spira, un modello che preceda i ben più massicci GX ed LX a Lexus farà gioco.

E per non far arrivare tardi la marca premium giapponese a questo appuntamento con la nuova tendenza sembra poter essere determinante la mano dei designer californiani del CALTY, il centro design diretto da Kevin Hunter.

Nel concept LF-1 Limitless linee coraggiose (per un gruppo conservatore come quello giapponese) viste sul piccolo ma già apprezzatissimo CH-R mutano ma senza dissolversi o perdere incisività. Tratti spigolosi di quello si fondono in questo in bordi che sfuggono dense e liquide come colate di metallo fuso.

Per il concept LF-1 Limitless Lexus si è azzardata ad un paragone con una molten Katana, una colata di acciaio per la spada da samurai, una tecnologia d’avanguardia giapponese d’attualità negli ultimi… 2.000 anni.

concept LF-1 Limitless lancio al salone di Detroit 2018
Sempre più spesso dove i designer degli Anni ’50 usavano cromature per sottolineare le forme oggi troviamo la presenza di LED (credito foto: ufficio stampa Toyota Motor Corp.)

Un paragone coraggioso, ma non sacrilego per un’auto che è talmente equilibrata da poter sottolineare i suoi punti forti ricorrendo a LED invece che a cromature. Un concept che riesce perfino a non inciampare sull’ostacolo della griglia frontale, un dettaglio che, con la quota di mercato crescente di auto plug-in che di raffreddare il motore non hanno bisogno, sempre più si rivelerà l’8.000 da scalare per i designer.

E gli interni sono all’altezza delle forme di questa sfuggente spada da samurai? Sono stati realizzati in modo equilibrato e all’insegna della leggerezza dei colori e delle soluzioni. Dobbiamo precisare però che a prima vista non avevamo trovato quello che ci attendevamo: un abitacolo monacale o, in alternativa, fantascientifico.

Il concept LF-1 Limitless non prevede né gli uni né gli altri. Per capire se avevano ragione al CALTY oppure no, abbiamo dovuto fare un confronto, guardando con attenzione video e foto degli interni della nuova Model 3. Perché proprio quelli della nuova “media” Tesla? Perché oggi sono la più ovvia espressione del minimalismo applicato ad un abitacolo di un’auto.

Alla fine siamo arrivati alla conclusione che la relativa convenzionalità degli interni della nuova Lexus non è dovuta a conservatorismo, né a mancanza di coraggio. Anzi, chi conosce la cultura giapponese, come sicuramente è il caso di chi lavora al CALTY, sa che nell’arcipelago del Pacifico il minimalismo, a cominciare da quello nelle abitazioni, è una strada comune e battuta.

Ma non è quella da seguire in modo fanatico se si progetta un’auto che vuole indicare una via in cui all’uomo piaccia ancora guidare. Anche applicando i concetti di Guardian (l’ausilio e lo sviluppo della sicurezza per chi guida) e Chaffeur (la parte che sarà in grado di sostituire il guidatore) che imperano nell’approccio Toyota alla guida autonoma.

Così il cockpit del crossover esposto a Detroit rivela che è stata sfoltita la siepe di bottoni e manopole che potrebbero sottrarre attenzione, sostituiti da comandi che riconoscono i gesti e sicuramente in futuro anche da comandi vocali.

Ma la presenza di un cruscotto lineare e snellito non pare implicare che quel volante e quegli indicatori siano un intralcio, quasi un moncherino. Gli interni della Model 3 sembrano al contrario suggerire che il volante al posto del guidatore stia per cadere sul pavimento da un momento all’altro per rivelare così interni simili a quelli della Cruise AV di GM: privi di volante e pedali.

Il che sarebbe certamente un paradosso se si pensa che le prime prove su strada accreditano alla Model 3 buone qualità dinamiche, ma forse non un esito che sarebbe sgradito ad alcuni fan di Elon Musk. Niente di tutto questo invece per la marca premium del gruppo diretto da Akio Toyoda, che quasi in ogni intervista sottolinea che ci sarà sempre qualcuno che amerà guidare.

La stessa cosa che dice il professor Gill Pratt, ovvero proprio chi al Toyota Research Insitute sta sviluppando quello Chaffeur, il sistema autonomo di guida avanzato (ivello SAE 4) che Lexus ha promesso un giorno vedremo sulle auto che un giorno deriveranno dal concept LF-1 Limitless. Non potrà certo essere un crossover nato da un prototipo con un nome simile a mettere limiti alla voglia di guidare.


Credito foto di apertura: ufficio stampa internazionale Toyota Motor Corp.