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Con l’Honda Insight Prototype riparte la corsa al primato nell’ibrido convenzionale

Da Francoforte a Detroit continua a spiazzare Honda: dopo la sorpresa Urban EV Concept con l’Insight Prototype gioca sul sicuro su un modello vicino alla serie

La presentazione della Honda Insight Prototype al salone di Detroit ha qualche cosa di inatteso. Alle ultime due rassegne di alto livello, il CES di Las Vegas ed il salone di Francoforte, i giapponesi avevano portato idee avveniristiche. Rispettivamente il concept di robotica 3E e l’Urban EV Concept, che non sono certo passati inosservati.

Dopo quelle proposte ora sembra quasi un mezzo passo indietro scoprire una ibrida che rilancia il nome del primo modello Honda con questa soluzione, un’auto che ha fatto da battistrada prima del sorpasso da parte della rivale Prius nella classifica di categoria.

L’arrivo di una nuova Insight dovrebbe quindi essere considerato una inversione a U dei piani Honda per il futuro, proprio mentre il più esplicito oppositore della mobilità elettrica (Sergio Marchionne) a Detroit sembra improvvisamente esserne diventato un sostenitore? Come in molti altri casi, la risposta è: dipende. In questo caso dipende da quello che intende l’amministratore delegato FCA.

Nell’intervista rilasciata alla vigilia dell’apertura del salone, Marchionne ha detto tra l’altro che “entro il 2025 più di metà dei propulsori che vedrete sulle strade saranno provvisti di qualche grado di elettrificazione“. Una società di consulenza tra le più ottimiste sull’auto elettrica, Bloomberg New Energy Finance, colloca il sorpasso della propulsione elettrica sui motori a scoppio circa nel 2038.

Marchionne non è diventato improvvisamente ottimista sull’auto elettrica, solo tre mesi dopo averla minimizzata proponendo come alternativa i motori a metano. Quello che intende lui con propulsione elettrica è anche l’aggiunta di soluzioni mild-hybrid o 48V, che sono la scorciatoia più economica per tagliare le emissioni di qualche piccola percentuale.

Per i gruppi dell’auto si tratta anche, insieme all’ibrido convenzionale, di un percorso di accesso relativamente rapido alla conformità ai livelli di emissioni che sempre più pesano nei piani industriali.

Per tornare a Honda quindi, il senso della rinascita Insight pare essere proprio questo: avvicinarsi ai valori da rispettare nel modo più rapido con una soluzione che il pubblico può facilmente recepire ed accettare riempiendo il vuoto che ci separa dalle decadi in cui le auto elettriche al 100% (o un giorno quelle fuel cell) saranno comuni.

Il prototipo della Insight vista a Detroit sembra essere molto vicino al modello di serie che in America è atteso per fine anno. La Honda Insight Prototype è partita da un foglio bianco, senza richiami all’antenata al di fuori del nome: forse la forma a cuneo troppo simile a quella della Prius era più un fardello che un aiuto.

Le forme esterne  (gli interni si vedranno al salone di New-York) sono lineari ma convenzionali: se era normale pensare a Nissan o ai produttori di trazioni integrali come marchi nipponici portati a rompere gli schemi estetici, ormai anche Toyota pare superare Honda nell’osare con il design.

Ma probabilmente quello che interessava ad Honda era soprattutto fare arrivare il messaggio di quello che si trova sotto il cofano: un full hybrid in grado di far viaggiare silenziosamente in città basato su motore 1.500 a ciclo  Atkinson in combinazione con un motore elettrico ed una batteria agli ioni di litio le cui caratteristiche saranno precisate probabilmente anch’esse a New York tra poche settimane.

I consumi sono invece stati resi noti e promettono valori vicini a quelli della Prius, ovvero  4,7 litri/100 km. Loquace invece la casa giapponese per quanto riguarda la dotazione ADAS: ha confermato che non mancheranno frenata automatica di emergenza, dispositivo di mantenimento di corsia, cruise control adattivo e sensori in grado di leggere la segnaletica stradale.


Credito foto di apertura: ufficio stampa internazionale Honda