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In India la musica del “fachiro” Modi ha incantato Ford

Mentre la rivale GM se ne allontana, Ford decide di puntare sul futuro potenziale dell’India, partendo dall’alleanza con la locale Mahindra

Date ad un manager Ford e a uno General Motors la stessa cartina dell’India e vi diranno cose molto diverse. Non si può arrivare a un’altra conclusione leggendo gli ultimi rispettivi comunicati stampa o i più recenti lanci di agenzia. La nota stampa Ford più recente in ordine di tempo ci avverte dei colloqui con l’indiana Mahindra&Mahindra Ltd per arrivare a stabilire una alleanza strategica triennale. Per cominciare.

Una stretta collaborazione che dovrebbe principalmente riguardare i settori delle auto connesse, dei veicoli elettrici e la fornitura per ripetere, allargata a campi più moderni, una collaborazione che alla fine del secolo passato era stata già messa in campo, prima che gli americani iniziassero a vendere col proprio marchio nel sub-continente indiano.

Un mercato che secondo molti analisti diventerà il terzo globale per volume di vendite, ma non ancora in valore, scavalcando Giappone e Germania tra il 2020 e il 2021. L’India attrae chi guarda numeri a lungo termine, non solo nell’automotive: un recente studio della società di consulenza internazionale Deloitte fa proprio questo, sottolineandone come punto forte sia il fattore demografico (età media tra le più basse dell’Asia) sia l’educazione diffusa. Il primo dei due soprattutto un gran vantaggio sulla maggior parte delle rivali asiatiche, escluse Indonesia e Filippine.

Lo scorso maggio però, General Motors ha deciso di smettere di vendere auto là (principalmente col marchio Chevrolet) limitandosi a produrre per l’esportazione. La rivale Ford a sua volta esporta dagli stabilimenti indiani tre volte quello che vende nel paese. Mentre le attuali vendite per Ford finora sono un terzo di quelle Mahindra, che ha sfiorato le centomila unità vendute.

Anche altri gruppi globali come FCA e Volkswagen faticano, in India. La possibile alleanza tra Tata Motors e Skoda è sfumata quando pareva ormai una certezza, e a Wolfsburg cercano alternative. Per stare nel mercato indiano da posizione di forza Toyota ha deciso di mettere da parte la tradizionale rivalità con Suzuki, che grazie al riuscito legame con Maruti qui è leader insieme a Hyundai. Alle due case asiatiche si è aggiunta da poco Renault.

L’alleanza tra Ford e Mahindra per entrambe è un’opportunità con ben poche controindicazioni: gli americani hanno accesso alla rete indiana e gli indiani potranno appoggiarsi a Ford in altri paesi emergenti. Le sinergie per quanto riguarda le nuove tecnologie sono ancora da delineare. Ford ha investito molto nell’autonomia, ma proprio India e Africa secondo gli stessi specialisti saranno gli ultimi grandi mercati a dare spazio ai robo-taxi.

Ford è interessata alla tecnologia locale che potrebbe evolvere rapidamente per il mercato dei veicoli elettrici a basso prezzo, ripetendo il successo che hanno avuto in Cina, dove tra i dieci modelli più venduti nativi elettrici sono numerosi quelli che in Italia chiameremmo più quadricicli che automobili.

E soprattutto, alle prese con le città più devastate dall’inquinamento in tutto il pianeta, il governo di un primo ministro come Modi, pur attratto da alcuni elementi tipici del conservatorismo, ha invece deciso di appoggiare una novità come i veicoli a basse, se non zero, emissioni.

E per cominciare, come un fachiro con un cobra, ha in mente di suonare una musica che incanta molti: quella delle tasse. O meglio: delle agevolazioni sulle tasse. Per far partire un mercato dell’elettrico oggi inesistente pensa a sconti del 31% sulle tasse che invece colpiscono auto tradizionali ed ibride convenzionali.

I primi segnali arrivano già: Suzuki, Toshiba e Denso investiranno $180 milioni per una fabbrica di batterie agli ioni di litio che potrà cominciare a produrre a partire dal 2020. Se non si può dire che Ford abbia la reputazione di Tesla per quanto riguarda la gamma elettrica (la sua Fusion elettrica non è proprio un successo), in compenso le ibride plug-in Fusion Energi e C-Max Energi potrebbero avere già le caratteristiche di un prodotto a prezzi accettabili e semplice al punto giusto per affermarsi localmente, in attesa di sviluppare prodotti su misura per il sub-continente.


Credito foto di apertura: ufficio stampa internazionale Ford Motor Co.