DATI

Cina: auto elettriche più vendute – marzo 2022

1. Wuling Hongguang Mini EV (41.980); 2. Tesla Model Y (39.730); Tesla Model 3 (26.024)

Un mese di marzo da guardare con attenzione, sia perché è stato l’ultimo a non essere implicato nei paletti alzati dalla pandemia, specie nella metropoli di Shanghai, sia perché ha concluso il primo trimestre del 2022. Guardando al podio delle vendite di elettriche pure poche sorprese con la solita inamovibile Wuling Hongguang Mini EV leader con 41.980 esemplari immatricolati, seguita da Tesla Model Y (39.730) e Model 3 (26.024). Interessante constatare che nella Top5 a parte le due Tesla prodotte nella zona franca di Lingang gli altri modelli preferiti in marzo dal pubblico cinese sono state due citycar prodotti da marchi locali come la piccola Chery QQ Gelato (11.687) e la Changan BenBen EV (10.707), che sebbene distanti dal fenomeno leader delle vendite confermano che sul primo mercato le “piccole” elettriche tirano sempre. La stessa vettura primatista nonostante i numeri assoluti alti ha fatto registrare una variazione percentuale positiva del 42,7% rispetto allo stesso mese del 2021 confermandosi per l’ennesima volta il miglior modello al di sotto della soglia di prezzo dei 50.000 yuan. Nella classifica di marzo delle ibride plug-in ha continuato ad espandersi la “marea” BYD, con prima la Song DM-i (22.375 unità), davanti alla cugina Qin DM-i (14.254) e alla terza classificata Li Auto col SUV One (11.034), miglior risultato di un modello NEV appartenente a una startup.

BYD merita un altro po’ di spazio, per chiarire come stia volando la sua quota di mercato, riprendendosi quel ruolo di regina delle vendite di auto elettriche in Cina che era stato a lungo suo fino all’arrivo delle Tesla made in Shanghai. Una tabella di marcia così favorevole che le ha anche consentito di confermare senza timori nelle scorse settimane che l’ultima vettura con propulsione convenzionale è già uscita dalle proprie fabbriche a marzo e che non ce ne saranno altre in futuro. Il mese scorso oltre alle ibride ricaricabili BYD di maggior traino sono andate bene anche la Dolphin (10.448) e la Han (10.156), entrambe elettriche pure. Se quest’ultima si rivolge a un pubblico più abbiente, nel caso di Dolphin e Qin, disponibile sia elettrica pura sia ibrida ricaricabile, si tratta di modelli per pubblico dalle tasche medie compresi nella fascia di prezzo tra 80.000 e 120.000 yuan. Specialmente la gamma Qin nelle due versioni, al 100% elettrica ed ibrida, è stata accolta benissimo perché nel primo trimestre 2022 è arrivata a 75.834 immatricolazioni, che rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui il modello era stato immesso sul mercato le hanno consentito di registrare un +882,8% secondo i dati del consorzio CPCA.

La media mobile delle vendite cinesi di auto elettriche pure di BYD (riga rossa) e Tesla (riga blu) dal gennaio 2021 a marzo 2022 (credito grafico Snow Bull Capital, fonte dati CPCA)

Questo genere di performance, almeno fino a quando i lockdown non sono intervenuti a interrompere i normali cicli di domanda ed offerta, aveva consentito a BYD di registrare al 31 marzo una quota del mercato del nuovo del 26,67%, grazie a 283.795 esemplari venduti, con una variazione percentuale rispetto allo stesso trimestre 2021 del 431,65%. Quella che dopo lo choc dell’arrivo di Tesla in Cina sembrava il grande sconfitto insieme a BAIC, al contrario della connazionale pechinese si è insomma già riscattata e anzi è in piena controffensiva. Alle spalle del gruppo auto di Shenzhen al secondo posto nel settore dei NEV nel primo trimestre di un soffio si è inserito il consorzio SGMW che produce la Hongguang Mini EV con 109.593 unità consegnate, l’8,72% più dello stesso periodo dell’anno scorso che le attribuiscono una quota del 10,30% sul mercato. Tesla risponde con il 10,16% e 108.300 veicoli immatricolati. Per il marchio americano ormai considerato di casa dai cinesi c’è stato un +56,27% su base annua, il risultato di un crescente interesse per il SUV Model Y, cresciuto del 354,8% con 74.681 consegne, mentre Model 3 continua a reggere bene il passare del tempo ma sente forse soprattutto la concorrenza in famiglia.

Vale la pena anche gettare uno sguardo a chi è appena fuori dal podio delle vendite alla fine del trimestre per segnalare come Chery, soprattutto grazie alla nuova citycar curiosamente battezzata Gelato, si sia inserita al quarto posto, salita a 51.539 immatricolazioni e crescendo su base annua del 226,28% con una quota del 4,84%. E qui appare interessante anche misurare la capacità di uno dei gruppi occidentali più potenti in Cina, Volkswagen, di seguire la propria roadmap per farsi largo nel mercato delle elettriche con lo stesso successo ottenuto in passato con l’auto convenzionale. Nel primo trimestre la produzione dei modelli tedeschi le ha consentito di occupare il settimo posto tra i gruppi che vendono NEV, con 38.286 immatricolazioni. L’inizio dell’anno contiene sia notizie buone che cattive per il gruppo di Wolfsburg: se si guardano alle sole percentuali sono buone, perché la crescita su base annua è stata del 197,55%, consentendole di occupare una quota record del 3,60%. In questa fase però a Volkswagen sembra mancare un modello capace di suscitare entusiasmo: l’ID Crozz realizzato con FAW ha venduto a marzo 2.912 esemplari, l’ID4 X costruito con SAIC 2.912. In pratica sono numeri assoluti che si confrontano con quelli di modelli di startup quali l’Hozon Neta (3.904), il SOKON Seres EV (3.045) oppure la EC6, certo non il best seller NIO (3.032). Che ci siano cose da sistemare e una collocazione da trovare lo rivelano anche come i numeri attuali delle ID4 siano stati inferiori a quelli di un modello elettrico considerato al lancio di nicchia ovvero la Sol E10X creato col partner JAC Motors per quello che avrebbe dovuto essere il rilancio (cancellato nel 2020) della marca SEAT in Cina abbia fatto meglio dei modelli MEB, vendendo 3.306 esemplari, soprattutto a una clientela femminile urbana.

Credito grafico di apertura: AUTO21; fonte dati: CPCA