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L’elenco dei parcheggi pieni di Tesla invendute si allunga

Ai piazzali sempre più pieni di Model Y e altri veicoli, Elon Musk reagisce con più sconti: in Germania sulla vettura prodotta localmente da sabato disponibile un altro taglio di €6.000 al cartellino

Risulta credibile oggi il successo dell’auto elettrica senza il successo di Tesla? C’è da chiederselo, se si guarda ad alcuni segnali molto recenti che riguardano la casa diretta da Elon Musk e la sua filiera.

Sul primo mercato d’Europa, quella Germania che malgrado l’improvvisa abolizione dei sussidi continua a immatricolare circa 30.000 esemplari elettrici al mese, Tesla ha appena reagito alla lentezza delle consegne di quello che pure è stato il veicolo passeggeri più venduto al mondo lo scorso anno.

Model Y, costruita oltre tutto in Brandeburgo, è quindi proposta da sabato scorso con una ulteriore riduzione di prezzo: €6.000 che significano uno sconto di circa il 13%. Questa offerta è valida per i veicoli pre-configurati presenti nell’inventario immediatamente disponibile ed è disponibile fino al 30 giugno.

Questo sconto sostanziale segue altri segnali relativi alla produzione che hanno portato a decidere di non produrre alcuna auto il 7, 14, 17, 27 e 28 giugno, nella fabbrica di Grünheide, ufficialmente per ottimizzare i processi. Nel mondo dell’auto, la sovra-capacità è sempre stata l’incubo notturno degli amministratori delegati e per l’auto elettrica niente sembra cambiare rispetto a quella convenzionale.

In Germania il quotidiano finanziario Handelsblatt, più o meno l’equivalente del nostro Sole 24 Ore, fa notare gli effetti visibili a occhio nudo del calo della domanda per Model Y su un vecchio sito militare a 70 chilometri a est di Berlino. Questo aeroporto costruito nel 1934, Neuhardenberg, consente a chi ci passa accanto di vedere migliaia di Tesla parcheggiate. In occasione del “compleanno” dell’aeroporto i visitatori potevano testare su strada le auto di Musk.

Lo stato delle cose contraddice i piani di Musk per la sua fabbrica europea, visto che a fronte di obiettivi di raddoppio della produzione per il gruppo statunitense le consegne nel primo trimestre del 2024 sono diminuite per la prima volta in quattro anni, e ora i numeri del secondo trimestre sembrano ancor più da attendere con timore. Del resto se a maggio la Germania ha immatricolato circa 30.000 auto elettriche, il 30% in meno rispetto al 2023, per Tesla il calo è stato del 64% e le unità invendute si sono accumulate.

In Germania viene quindi tentata la strada delle riduzioni di prezzo per fermare la tendenza al ribasso. Ma la stessa politica Tesla in America la sta proponendo ormai da tempo e i risultati dall’altro lato dell’Atlantico non stanno beneficiando i conti del costruttore. Infatti ci sono testate che hanno eseguito verifiche dell’invenduto grazie alla disponibilità di immagini satellitari e il bilencio sarebbe di circa 50.000 pezzi in attesa di clienti.

Utilizzando le immagini di SkyFi, una piattaforma di immagini satellitari, Sherwood News è stata in grado di scoprire dove sono conservate la maggioranza di quelle Tesla. Le immagini scattate alla Gigafactory texana Tesla dall’ottobre 2023 al marzo 2024 mostrano lotti intorno alla fabbrica passare da parzialmente o quasi pieni a completamente pieni in alcuni casi.

A quanto pare, Tesla sta immagazzinando auto invendute anche in altri luoghi del paese. Le immagini satellitari del Chesterfield Mall di St. Louis mostrano un sacco di terreno all’esterno del centro commerciale riempito da quasi 500 auto.

Un giornalista del sito auto Jalopnik riferisce inoltre di altre centinaia nel centro commerciale della città di Moreno Valley, in California, parcheggiate fuori da Sears. Di qua e di là dell’Atlantico, è ormai impossibile che la clientela continui a comportarsi come se non si accorgesse che hanno migliaia di esemplari invenduti che si accumulano.

Di certo lo sanno i fornitori Tier1, a cominciare da quello più importante per Tesla, Panasonic, insieme al quale il gruppo americano opera da anni la fabbrica di batterie di Spark, in Nevada. È di poche ore fa la conferma che il produttore giapponese sta rivedendo la tabella di marcia per la produzione di celle cilindriche in America, come riferito dall’edizione in inglese del Nikkei.

Il CEO del gruppo di Osaka Kazuo Tadanobu ha deciso di cambiare i tempi del piano annunciato un anno fa che prevedeva di quadruplicare la capacità di celle cilindriche portandola a un totale di 200 GWh l’anno entro marzo 2031, sbilanciata sull’America per seguire il cliente. Panasonic invece guardando al mercato attuale ha deciso che è più importante puntare a un profitto decente e a una certa quota di mercato.

Il passo confermato da Tadanobu, che non ha ancora deciso quando collocare l’obiettivo di produzione annua di 200 GWh, dice anche qualcosa sulle aspettative del mercato preso atto delle Tesla invendute che si accumulano. Il principale cliente dei giapponesi ha anche messo sotto silenzio il proprio obiettivo di vendere ben 20 milioni di veicoli l’anno entro il 2030. I piani di espansione ridimensionati da Panasonic riflettono il periodo Tesla e anche il fatto che il mercato nordamericano delle auto elettriche sia in crescita più lentamente del previsto.

L’azienda sta valutando la possibilità di convertire alcune delle sue linee di produzione nazionali, che originariamente servivano i clienti nordamericani, per produrre batterie per clienti giapponesi e si dice che siano in corso colloqui con Mazda Motor e Subaru per fornire batterie cilindriche agli ioni di litio per auto elettriche. Oltre alla fabbrica congiunta con Tesla in Nevada la casa ne ha un’altra fabbrica in costruzione in Kansas, mentre un terzo impianto è allo studio, ma ora non così urgente…

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