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Investimenti Honda nell’elettrico: da $40 a circa $65 miliardi

L’azienda giapponese a meno di due anni dalla presentazione del suo business plan lo aggiorna: i veicoli “definiti dal software” richiederanno più risorse del previsto

Chi era partito per primo ad investire nell’elettrico e aveva stilato piani più ambiziosi, come ad esempio Ford, Mercedes-Bnez o Volkswagen, adesso sta rallentando o perfino facendo marcia indietro. Invece, chi come i giapponesi si era preso tutto il tempo necessario a riflettere sulle mosse, adesso sta facendo esattamente il contrario.

Proprio oggi, Honda Motor si è impegnata a moltiplicare i propri investimenti in elettrificazione e digitalizzazione alzandoli a circa $65 miliardi nel decennio che coprirà l’anno finanziario 2030, che per la contabilità giapponese termina a inizio primavera.

In conferenza stampa l’amministratore delegato Honda Toshihiro Mibe, ha dichiarato che la casa prevede di spendere un totale di 10 trilioni di yen ($64,88 miliardi) in elettrificazione e software nel periodo, quando gli investimenti decisi per il business plan varato nell’aprile 2022 erano di circa $40 miliardi.

Così mentre gruppi rivali hanno scoperto di aver effettuato investimenti non efficaci quanto sperato, chi arriva tardi sta cercando di evitare quegli errori e di non preparare un prodotto non adeguato alla domanda.

Honda, come i connazionali di Toyota, è in effetti arrivata relativamente tardi alla produzione di veicoli elettrici. Così ha potuto assicurarsi di mettere in campo una filiera, specie nelle batterie, affidabile e soprattutto già stabilizzata nei costi e nei miglioramenti delle prestazioni rispetto a un lustro o a un decennio fa.

Ora, secondo l’amministratore delegato Honda, si avvicina il momento di concentrarsi sui veicoli definiti dal software, veicoli elettrici i cui costi di sviluppo per quanto riguarda la componentistica sono stati affrontati soprattutto dalla concorrenza. E questo riguarda tanto la digitalizzazione quanto l’elettrificazione, come si è resa conto a sue spese Volkswagen che ha attraversato mille difficoltà nel rendere efficiente e produttiva la sua divisione Cariad.

“Per quanto riguarda il rafforzamento dello sviluppo del software, ci siamo resi conto che l’importo che ci eravamo accordati due anni fa semplicemente non era sufficiente, quindi abbiamo aumentato significativamente quella quota”, ha dichiarato oggi Mibe, nel resoconto della conferenza stampa dell’agenzia Reuters.

Nel campo della digitalizzazione, Honda ha appena firmato un accordo con IBM per collaborare su ricerca congiunta a lungo termine e allo sviluppo di tecnologie informatiche di prossima generazione adeguate alla futura capacità di elaborazione, al consumo energetico e alla complessità di progettazione richiesti dai veicoli definiti dal software (SDV) in arrivo.

I modelli della serie di veicoli alimentati a batteria Honda, che inizieranno a essere lanciati a partire dal 2026, avranno un’autonomia di 480 o più chilometri, ha sottolineato Mibe. Le batterie non saranno solo più efficienti e meno costose, influenzeranno la progettazione dei modelli, con pianali sempre più sottili grazie a nuove celle.

I nuovi modelli basati sulla filosofia aziendale M/M (Man Maximum, Machine Minimum) adotteranno anche un nuovissimo propulsore, con tecnologie originali Honda accumulate nello sviluppo di F.1 e modelli HEV, che consentirà di ridurre il peso complessivo del veicolo di circa 100 kg rispetto ai veicoli elettrici Honda iniziali.

La seconda casa automobilistica più grande del Giappone dopo Toyota Motor ha svelato al CES di Las Vegas lo scorso gennaio i concept “Serie 0” fondamentali per raggiungere la concorrenza globale nella transizione ai veicoli elettrici.

Mibe ha affermato che Honda prevede di lanciare sette modelli della sua serie al 100% elettrica globale entro il 2030, ma ha sottolineato che la diffusione dei veicoli elettrici in Nord America ed Europa sta rallentando, dopo aver raggiunto un plateau.

La casa automobilistica ha dichiarato di voler ridurre i costi di approvvigionamento delle batterie in Nord America di oltre il 20% entro il 2030 e di ridurre le spese di produzione di circa il 35%, in parte aumentando l’integrazione della componentistica.

Honda ha presentato il mese scorso piani con investimenti per $11 miliardi in nuovi impianti di produzione di veicoli elettrici e batterie insieme alle strutture esistenti in Ontario, Canada, mentre si prepara ad espandersi nel mercato nordamericano.

Se in Occidente la prudenza nel convertirsi al settore elettrico sta pagando, non è stato così là dove il mercato della produzione a zero emissioni locali cresce inarrestabilmente, in Cina. La casa giapponese sta infatti riducendo la sua forza lavoro a tempo pieno in Cina a causa della forte concorrenza delle case locali che hanno abbracciato da tempo la produzione di NEV, con circa 1.700 lavoratori che hanno accettato di andarsene a partire da questa settimana, mentre le vendite complessive di auto calano nel più grande mercato del mondo.

credito foto di apertura: sito web Honda Motor