AUTO

Dal 2025 ibride «plug-in» BYD con autonomia fino a 2.000 km

Il gruppo cinese al lavoro per aggiornare la piattaforma al 100% elettrica e sulla prossima generazione di ibride con la presa che possono piacere anche a chi ha timore… delle colonnine

Che ormai tutti stiano prendendo sul serio BYD, la più accreditata anti-Tesla attualmente disponbile nel panorama dell’industria automobilistica globale, lo si capisce quando una testata storica come Autocar ci apre la propria home page nel momento in cui emergono nuovi piani per lo sviluppo della gamma.

E del resto che ormai quando parla il manager responsabile per l’Europa Michael Shu ormai quando parla sia ascoltato con attenzione quanto i vari Luca de Meo o Carlos Tavares. Si dice infatti che la casa che al governo di destra italiano sarebbe piaciuto avere nello Stivale (battuta in velocità però dall’Ungheria e probabilmente ormai impegnato a corteggiare altri gruppi) stia lavorando su nuove generazioni delle sue architetture di auto elettriche.

Il prodotto attuale e quello in arrivo in Europa dovrà contribuire a raggiungere un obiettivo prefissato del 5% del mercato dei veicoli elettrificati, prima che parta nel 2026 la produzione specifica per la regione nel sito produttivo magiaro.

In base a quanto già riportato da organi di stampa cinesi, la piattaforma 3.0 introdotta nel 2021 e che attualmente viene utilizzata dall’azienda per le auto elettriche pure ormai presenti anche sul mercato europeo come Atto 3, Seagull, Dolphin, Seal e Seal U potrebbe ricevere entro quest’anno un aggiornamento alla versione 4.0.

BYD, che è primo produttore globale di auto con la presa sul cumulato delle immatricolazioni 2023 ha superato la soglia dei 3 milioni di veicoli che si era prefissata consegnando 1.574.822 BEV e 1.438.084 PHEV, con BYD Song+ rivelatasi anche la ibrida plug-in più venduta al mondo, mentre come noto il primato per le elettriche pure spetta senza il minimo dubbio a Tesla Model Y visto che è stata anche la più venduta in assoluto.

Secondo il portale di notizie 36kr, in un futuro a breve termine collocato già nel 2025, il gruppo punterà a una gamma ancora più ampia per esercitare una maggiore pressione sul mercato dei veicoli a combustione e a tal fine, BYD sta apportando ulteriori miglioramenti alle sue piattaforme per PHEV e BEV.

Tra le altre cose, l’obiettivo è migliorare l’integrazione dei componenti e quindi ottenere ulteriori riduzioni dei costi, che già oggi spaventano la concorrenza nazionale e globale con in Cina modelli full electric già più convenienti di concorrenti spinti dal solo motore termico.

Questo sta avvenendo e può avvenire perché la piattaforma 3.0 per modelli al 100% elettrici ha davvero sfondato grazie alla tecnologia Blade Battery lanciata nel 2020 dal gruppo di Shenzhen tra non poche perplessità: come noto ingegneri e progettisti sono stati in grado di integrare le celle a base ferrosa nei pianali senza far ricorso a moduli.

Ma anche le popolari (come confermano i dati di vendite) versioni PHEV che contano sul sistema ibrido DM (Dual Mode) ad alta efficienza lanciato per la prima volta da BYD nel 2008 saranno ottimizzate. Utilizzano oggi un motore a benzina a quattro cilindri turbo 1,5 litri da 110 cavalli basato sul ciclo Atkinson e senz’altro può rassicurare chi ha scarsa simpatia per le colonnine sapere che la capacità del serbatoio è di 60 rispettabili litri.

Ovviamente avendo da tempo BYD smesso di produrre auto convenzionali con sola propulsione termica questo motore dà vita a una combinazione con un motore elettrico da 177 cavalli, nonché una trasmissione a variazione continua.

I clienti possono scegliere una batteria (ovviamente con chimica LFP) di capacità da 8,32 kWh o da 18,32 kWh e i più parchi modelli DM-i offrono oggi un’autonomia fino a 1.150 chilometri, peraltro misurati in base al generoso ciclo di prova CLTC, che è meno credibile del WLTP, di norma anch’esso ottimista.

Nel 2021 BYD ha varato la quarta generazione ibrida plug-in che introduceva anche una versione DM-p più orientata alle prestazioni a far compagnia a quella più diffusa denominata DM-i invece più orientata a contenere i consumi. Secondo la testata cinese 36kr la quinta generazione consentirà in futuro di “utilizzare solo 2,9 litri di carburante ogni 100 chilometri e percorrere quasi 2.000 chilometri con un pieno di carburante e una carica completa”.

Anche se i 2.000 chilometri richiedono un taglio consistente per adattarsi alla vita reale, considerato che sono basati su omologazione cinese, questo contribuisce a riportarci all’interesse accennato in apertura della bibbia dei motori inglese Autocar verso l’innovazione a cui il centro esperienze BYD sta attualmente lavorando.

credito foto di apertura: ufficio stampa BYD via NewspressUK