MOBILITA

Agli abitanti di Parigi sta bene triplicare i prezzi dei parcheggi per SUV

La maggioranza degli elettori della capitale francese, il 54,55%, preferisce che veicoli pesanti ed ingombranti siano scoraggiati dal circolare nella loro città; e non faranno sconti neanche ai grandi SUV o pickup elettrici

Non occorre sempre guardare agli Stati Uniti, o più di recente alla Cina, per identificare segnali di come sarà il futuro della mobilità e del traffico. Molto più vicino, a Parigi, sta succedendo qualcosa.

La stessa metropoli che è andata a raccogliere l’opinione dei suoi abitanti con un voto che nella primavera del 2023 ha messo fine alle onnipresenti flotte di monopattini (ma non ai monopattini di proprietà) nelle sue strade, ieri ha consultato la popolazione di Parigi sulla creazione di una tariffa specifica per i parcheggi dei SUV e di altri veicoli passeggeri di grandi dimensioni.

La proposta del municipio diretto da Anne Hidalgo ha ottenuto il 54,55% di voti favorevoli. Ci sarà ancora un percorso normativo lungo prima di arrivare a introdurre il supplemento sui parcheggi dei SUV, ma la maggioranza si è espressa, sebbene gli abitanti di Parigi siano stati di questa opinione in modo meno massiccio rispetto al verdetto ottenuto per le flotte di monopattini in condivisione, respinti dall’89% degli elettori.

Come spesso accade con la democrazia diretta temi che scatenano i pareri sui social media fanno fatica a far muovere quelle stesse persone verso le urne. In effetti su 1,3 milioni di parigini iscritti nelle liste elettorali solo 78.000 si sono presi il disturbo di far sapere la loro opinione quando conta, circa il 5% del totale. E la partecipazione è stata in calo rispetto agli oltre 100.000 residenti che si erano espressi sui monopattini in sharing.

Ma la maggioranza c’è e David Belliard, il consigliere dei Verdi a cui è affidata a Parigi la delega sui settori della Mobilità e delle Strade, ha considerato approvata la scommessa della giunta della capitale francese. Il Partito Socialista cui appartiene il sindaco Hidalgo ha accolto con favore una “scelta chiara dei parigini” a favore di un provvedimento che definisce “buona per la nostra salute e buona per il pianeta”.

In futuro pertanto il comune prevede di far pagare agli utenti dei SUV tre volte di più di quello che pagano i veicoli passeggeri compatti. Come scrive Amelie Laurin stamattina in un articolo di approfondimento sul quotidiano economico Les Echos, l’aumento dei prezzi dei parcheggi riguarderà le auto di peso superiore a 1.600 chilogrammi, che salgono a 2.000 nel caso delle auto elettriche tenendo conto del peso delle batterie.

La misura relativa ai SUV e pickup usati in città dovrà essere discussa a maggio al Consiglio di Parigi, per essere applicato il 1 settembre. In teoria ciò dovrebbe portare a triplicare le tariffe di parcheggio dei visitatori per tutte le auto “pesanti, ingombranti e inquinanti”, per usare la formula che gli elettori hanno trovato nelle schede in cabina elettorale.

La prima ora di parcheggio aumenterebbe così a €18 nella zona 1 (i quartieri centrali) e a €12 nella zona 2 (quartieri da 12 a 20), prevede il Comune. Per sei ore, durata massima della sosta dei visitatori, il conto arriverebbe a €225 nella zona 1 e a €150 nella zona 2.

Si tratta a priori di importi tali da dissuadere i conducenti di auto di SUV o pickup dall’utilizzarli per entrare a Parigi, a meno di optare per parcheggi privati sotterraneo o all’aperto. La misura rientra nella scia di una politica che ha smesso di considerare le aree adiacenti ai marciapiedi come necessariamente gratuiti o accessibili per pochi spicciolo: a Parigi non sono più gratuiti nemmeno per moto e scooter termici, dal settembre 2022.

E a proposito di situazioni e realtà che cambiano, questa volta i veicoli elettrici non sono esentati o favoriti: le loro dimensioni in certi casi non sono considerate meritevoli di uno sconto nemmeno se possono vantare zero emissioni locali. In sintesi, Parigi vuol far capire che una città con duemila anni di vita alle spalle non è il posto migliore per Hummer EV o Cybertruck; anche se in movimento non fanno immediati danni all’aria cittadina ne fanno alla mobilità e alla congestione metropolitana.

Il Comune di Parigi in effetti con la misura inquadra anche veicoli ibridi convenzionali o ricaricabili a quattro ruote di peso superiore a 1,6 tonnellate così come i veicoli elettrici di peso superiore a 2 tonnellate. Il criterio del peso è stato l’unico mantenuto dai legislatori cittadini, considerato che non esiste una definizione normativa di SUV. Il gruppo di opposizione Changer Paris ha criticato il concetto perché alcuni recenti veicoli ibridi o termici classificati come Crit’Air 1 (quella dei veicoli meno inquinanti) saranno interessati.

Secondo la società AAA Data, l’aumento delle tariffe dei parcheggi per SUV & C. potrebbe colpire circa 900.000 veicoli immatricolati in Ile-de-France (129.000 dei quali a Parigi), circa il 16% della flotta dell’area interessata. La misura su cui si è votato non riguarda i parcheggi residenziali nelle strade della capitale. Sono previste eccezioni anche per gli artigiani, i taxi, gli operatori sanitari e le persone a mobilità ridotta secondo il Comune.

Anche Lione, seconda città della Francia, nuove tariffe per i parcheggi entreranno in vigore a giugno: saranno penalizzati i veicoli più pesanti come a Parigi, ma sono previste riduzioni per i nuclei a basso reddito e per le famiglie con tre o più figli. Valutazioni sulla presenza cittadina o metropolitana sono in corso in molte grandi città europee, il che fa capire che non si tratta nel caso di Parigi solo di una misura-vetrina nell’anno delle Olimpiadi.

L’associazione ambientalista T&E ha subito accolto con favore il risultato della consultazione elettorale suggerendo che Parigi sta mostrando la strada ad altre grandi città nell’interrogarsi se i grandi SUV, che consumano più carburante delle auto compatte e risultano più pericolosi nel traffico per pedoni e utilizzatori delle due ruote, siano ancora i benvenuti nelle loro strade.

La ONG aveva recentemente pubblicato un rapporto sull’aumento esponenziale delle dimensione e della massa delle nuove auto. Le auto crescono in media di 1 cm ogni due anno con una media dei modelli nuovi che ora supera i 180 cm, la larghezza minima standard per i parcheggi pubblici nelle vie delle grandi città europee.

L’espressione della maggioranza degli abitanti di Parigi nella consultazione dovrebbe anche orientare i futuri progetti delle case auto per quanto riguarda la definizione dei modelli elettrici. Infatti il fattore della utilizzabilità o meno di un SUV in ambito urbano potrà influire direttamente in particolare sulla scelta della capacità dei pacchi batterie scelti per un veicolo.

Negli anni recenti si è assistito a una crescita sostanziale delle capacità delle batterie andando a inseguire la logica di autonomie maggiori, anche a discapito della massa del veicolo. Il risultato è che alcuni veicoli specie americani, come il GMC Hummer EV che vedete nella foto di apertura, escono dalla fabbrica con pacchi batterie che pesano come una intera Honda Civic.

Nel futuro a medio termine, una accoglienza meno favorevole ai modelli di grande massa potrebbe portare i gruppi auto a calibrare in modo più mirato e preciso le dimensioni delle batterie, evitando la logica pressapochistica del “bigger is better“.

Una sterzata in una direzione diversa dall’attuale potrà anche avere effetti sostanziali sui valori complessivi delle emissioni clima-alteranti nel ciclo completo di vita delle auto (un aspetto che gli esperti riassumono nella sigla LCA).

In linea di massima, rispetto a equivalenti modelli termici di pari segmento, i veicoli elettrici con capacità della batteria minori arrivano più velocemente al pareggio delle emissioni misurate sull’intera filiera, cioè tenendo in considerazione le fasi dall’estrazione delle materie prime fino al riciclo finale.

Viceversa, come è intuitivo, le auto elettriche con pacchi più grandi richiedono un chilometraggio maggiore per arrivare al punto di pareggio, per poi fare definitivamente meglio dei veicoli che bruciano combustibili fossili da lì in avanti.

credito foto di apertura: ufficio stampa GMC