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X: la nuova Mission Porsche con la Tesla Roadster per bersaglio

Il momento clou della festa per il 75° compleanno Porsche è stato in tutti i sensi elettrico: Mission X anticipa chi prenderà il posto della Carrera e vuol intimorire la concorrenza

Nella narrativa di chi vuol sostenere gli e-fuel come pilastro della futura green mobility c’è stata in passato la tesi che modelli iconici come la Porsche 911 saranno sostenibili grazie ai carburanti sintetici. Ma una delle conseguenze inattese dell’ultima premiere Porsche (la ciliegina sulla torta di una giornata in cui si è festeggiato il 75° compleanno della casa di Stoccarda) porta invece l’acqua verso un altro mulino.

Infatti nel corso degli ultimi lustri al vertice della gamma Porsche abbiamo visto la Carrera GT col suo motore V10 aspirato e il cambio manuale che non erano passati inosservati, mentre la successiva 918 Spyder preferiva l’energia ibrida plug-in, con un propulsore tanto sofisticato quanto performante.

Nel futuro prossimo Porsche tuttavia, il veicolo che prenderà il posto di quell’hardware tedesco straordinario utilizzerà l’energia di celle e moduli. Questo è infatti quello che è stato anticipato proprio da Porsche svelando Mission X. Una concept car sì al 100% elettrica ma che, proprio come i due modelli fuori dal comune che abbiamo citato, non scenderà a compromessi.

La vettura mostra infatti delle proporzioni e una silhouette da vera supercar: non scriviamo qui il più attuale hypercar perché nelle linee ci sono evidenti agganci al passato (il posteriore che ricorda molto la 959 e altri appigli a prototipi del marchio seminati con cura).

È quindi un modello high-tech ma anche Porsche, ossia con l’interno che si concentra sulla guida e non sui gadget, a cominciare dal volante da vera auto da corsa e dai sedili modellati direttamente nel guscio di carbonio della vettura.

Carbonio che abbonda in una telaistica dall’impronta molto corsaiolo, così come guardando alle alte prestazioni è il sostegno del carico aerodinamico all’assetto della vettura, anche questo tipico di veicoli da competizione.

Sotto il cofano, secondo Porsche, c’è un motore elettrico con un caratteristiche che per ora restano misteriose. Ma sappiamo che beneficerà di una architettura elettrica a 900 volt, e che le batterie alloggiate sotto i sedili saranno in grado di corrispondere al valore apprezzato e celebrato di un cavallo al chilo.

In altre parole si tratta di un valore superiore a quello di Rimac Nevera, Bugatti Chiron o Lotus Evija, ma probabilmente anche superiore a quello che presenterà la futura e sovente rinviata Tesla Roadster seconda generazione, che appare la vera rivale possibile per il pubblico super-abbiente di un modello “halo”.

Mission X è lunga 4,60 metri, larga due metri e alta 1,20 metri (credito foto: ufficio stampa Porsche)

Mission X ha portiere che si aprono ad elitra, a differenza delle precedenti supercar stradali Porsche. Questa appare una rara concessione all’estetica piuttosto che alla sostanza: perché Porsche appare intenzionata a puntare a tornare al più presto al Nürburgring per ottenere il record sul giro dei modelli omologati per la circolazione stradale, attualmente appannaggio della Mercedes-AMG One hybrid. E quanto alle elettriche, sappiamo che Tesla si è appena ripresa quel primato di settore, che a Stoccarda non appaiono intenzionati a lasciargli molto a lungo.

Il costruttore di fronte alla stampa intervenuta alla festa del 75° compleanno non ha voluto dare conferme su un modello stradale nato dalla Mission X: ma appare quasi inconcepibile che si tratti solo di un semplice studio, specie in base al contenuto delle parole sulla vettura che hanno accompagnato la presentazione dell’amministratore delegato Oliver Blume.

Dalla Mission E al lancio Taycan sono passati circa quattro anni, come dire che nella seconda metà del decennio potremmo aspettarci un modello che ambirà chiaramente al titolo di auto sportiva elettrica di maggior successo al mondo.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Porsche