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La ID7 è l’elettrica pura Volkswagen a metà tra Passat e Arteon

Presentata la prima Volkswagen completamente elettrica per la classe medio-alta: il lancio della nuova ID7 è previsto per l’autunno del 2023 in Europa e Cina; il Nord America seguirà il prossimo anno

Quante responsabilità tutte insieme sulle spalle di ID7, la nuova berlina al 100% elettrica che Volkswagen ha svelato oggi dopo mesi di lanci e anteprime basati sul ti-vedo-non-ti-vedo, come usa sempre più spesso a margine delle vere première.

Vediamo: ID7 deve difendere la tradizione delle berline, ma anche essere la nuova punta di lancia elettrica della casa di Wolfsburg in Cina, gallina dalle uova d’oro che però ne depone sempre meno, e anche essere erede di Passat, se non un Maggiolino o una Golf certo un modello importante per la storia Volkswagen.

In un periodo in cui si punta alla propulsione elettrica per una quota sempre crescente della gamma, che ID7 nasca da un concept come ID.Aero è una fortuna, per esaltare numeri dell’autonomia di marcia sui quali una clientela con buon potere di spesa non è forse disposta ad essere comprensiva. La silhouette aerodinamica è una risorsa che sulla nuova elettrica pura ID7 gli ingegneri Volkswagen hanno inteso valorizzare al meglio.

Il design è stato studiato per opporre la minor resistenza possibile all’aria e su questo ci saranno pochi dubbi per chi la vedrà coi propri occhi al Salone Auto di Shanghai che ne rappresenta il sito di debutto. Le linee hanno qualcosa di family-feeling con il resto della gamma nata sulla piattaforma modulare MEB. I fari sono rastremati e la calandra è sostituita da una fascia luminosa. C’è anche un cofano abbastanza corto con un ampio parabrezza che si trova praticamente nel suo prolungamento.

Anche la parte posteriore può apparire familiare: la differenza con altre ID, dove oggi dominano hatchback e SUV di varia taglia, è piuttosto nei 4,96 metri di lunghezza, 18 centimetri più della vecchia Passat, a cui si aggiunge un passo di 2,97 metri, 18 cm più di quello della Passat, che era già nota per la sua abitabilità.

Dopo molti mesi celata da decorazioni camouflage alla fine la silhouette della Volkswagen ID7 è del tutto visibile (credito foto: Martin Meiners, via ufficio stampa Volkwagen AG)

Insomma quello dell’abitabilità sarà l’ultimo dei problemi per la ID7, che porta la piattaforma elettrica MEB (che come ricorderete ha esordito con ID3) alla massima lunghezza, la stessa di una Mercedes EQE, che vuol dire anche più del già richiestissimo IDBuzz. Se ci confrontiamo a Tesla, ID7 ha dimensioni più simili a quelle della Model S (5,02 metri) che a quelle di una Model 3 (4,69 metri).

Ma questo della taglia non è un difetto strutturale, anzi è un segnale: contribuisce alla efficienza aerodinamica di questo modello che i tedeschi lanciano con un coefficiente di resistenza (Cx) per cui si dichiarano 0,23 rispetto al valore di 0,26 che gli ingegneri Volkswagen hanno perfezionato su ID5, il modello con maggior orientamento alle forme da coupé finora. In poche parole il contenuto dello studio ID.Aero resta valido, considerato che bisogna faticare a trovare chi fa meglio, e magari entrare nei marchi premium come Mercedes-Benz con la sua EQS.

Questi aspetti dovrebbero servire per la Cina, mercato che cede alla spinta dei SUV ma non ha ancora messo da parte le berline e sarà infatti la priorità, con la produzione locale. Proprio in Cina sarà interessante capire cosa farà Volkswagen per i prezzi: se in Europa in base alla nazione dovrebbe uscire con un listino compreso tra €60.000 e €65.000 e con una dotazione di serie già abbastanza completa, nel primo mercato del pianeta la “guerra dei prezzi” scatenata da Elon Musk porrà i manager di fronte all’adeguarsi oppure rischiare di avere poca domanda, un vero rebus specialmente per marchi che a questo genere di problema non sono mai state abituate.

Il modello ID7 sarà prodotto anche in Europa, per il Vecchio Continente e per il Nord America. Sarà costruito nello stabilimento tedesco di Emden, che oggi assembla Passat e Arteon. Non a caso perché sostituirà anche indirettamente queste due auto familiari: la Passat, che sarà rinnovata entro la fine dell’anno, in futuro esisterà solo come station wagon, mentre per l’Arteon non è prevista una seconda generazione.

Ma qualcosa dell’Arteon nell’elettrica ID7 è evidente: la presenza di un portellone, con una quinta porta che sale molto in alto e una apertura elettrica di serie che fornisce ampio accesso a un bagagliaio con una soglia di carico abbastanza bassa e una capienza di 532 litri, che sono 100 litri in più rispetto a una Mercedes EQE. Oltre al doppio pavimento, nella parte inferiore della stiva è presente un piccolo vano portaoggetti per i cavi di ricarica, che non ci azzarderemmo a chiamare “frunk” posteriore, che nella parte anteriore peraltro non c’è.

Negli interni si continua verso il minimalismo iniziato con ID3 e ID4 (e non da tutti bene accolto): la novità più spettacolare è l’arrivo di un grande touch screen centrale da 15″, dimensioni finora appannaggio solo della Touareg, con toni e interfaccia che indubbiamente cercheranno di misurarsi collo scomodo benchmark (Tesla).

Proprio come su una Tesla o quasi, a Wolfsburg stanno concentrando lì la maggioranza delle funzioni. Anche la strumentazione digitale adotta un nuovo formato ed è ancora più piccola dello schermo da 5″ delle altre ID di minor taglia, ora è un semplice rettangolo inserito in una striscia orizzontale, la cui dimensione non è stata indicata forse perché, per compensare, ci si basa sulla presenza di un head-up display in realtà aumentata di serie.

Volkswagen continua a proporre cruscotti spartani nella gamma basata sulla piattaforma MEB, ma sulla elettrica ID7 la visuale è ora attirata dallo schermo orizzontale da 15 pollici (credito foto: Martin Meiners, via ufficio stampa Volkswagen AG)

Per materiali e plastiche dell’abitacolo le prime reazioni confermano il progresso rispetto alla prima ID3, già oggetto di restyling, ma la sensazione è che ID7 resti lontana da Audi, BMW e Mercedes insomma dalle rivali premium. Naturalmente Volkswagen giustifica le scelte soprattutto con la volontà di utilizzare materiali vegani e dove possibile attingere a materiali adatti al riciclo: in effetti eco-design significa anche, fin dalla progettazione, pensare a materiali che saranno più agevolmente restituiti a nuova vita e non sempre plastiche apprezzate negli Anni ’90 o all’inizio del terzo millennio lo sono o lo erano.

Al momento del lancio, l’unica versione offerta della ID7 si accontenterà della trazione posteriore, con un nuovissimo motore elettrico (l’APP550 prodotto a Kassel) che sviluppa 286 cavalli (210 kW) e 545 Nm. Questo è molto meglio dei 204 cavalli e 310 Nm raggiunti dall’altra trazione posteriore ID. Dotato di statore e avvolgimenti migliorati nonché di magneti permanenti più “muscolosi”, un nuovo sistema di raffreddamento acqua-olio e altri perfezionamenti, la nuova unità sarà vantaggiosa per le prestazioni quanto per l’efficienza.

Aiutando così (accanto all’efficienza delle forme esterne) la berlina Volkswagen a consumare meno, e quindi ad andare più lontano. La versione disponibile al lancio ID7 Pro dichiara già 615 chilometri di autonomia WLTP con una batteria dalla capacità utile di 77 kWh (82 kWh lordi) e si prospetta come rivale in chilometraggio per una avversaria come la Hyundai Ioniq 6 con motore da 229 cavalli.

Dall’ autunno una alternativa con capacità da 86 kWh utili (91 kWh lordi) consentirà di percorrere fino a 700 chilometri senza rifornimento. Questa ID7 Pro S avrà anche il vantaggio di accettare una potenza di ricarica di 200 kW in corrente continua, contro i 170 kW della variante Pro meglio rispetto ai 135 kW dei primi ID ma meno dei 239 kW di Ioniq 6 (che ha impianto a 800 V). Volkswagen ha implementato il pre-condizionamento automatico della batteria quando si procede su un percorso verso una postazione di ricarica, per garantire che il rifornimento di energia avvenga il più rapidamente possibile.

Varianti a quattro ruote motrici arriveranno già entro la fine del 2023, dotate di motore elettrico aggiuntivo sull’asse anteriore, saranno più potenti e una di esse porterà anche l’etichetta sportiva GTX. Ma per fare conoscenza con questa parte della gamma dovremo pazientare fino a settembre: il periodo dell’IAA di Monaco di Baviera (che ha preso il posto di Francoforte). Per il successo in Europa, rispetto alla Cina, la station wagon si preannuncia importante e in questo caso occorrerà attendere il 2024.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG