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I prezzi giù hanno portato su le consegne Tesla nel primo trimestre 2023

Tesla ha aperto l’anno producendo oltre 440.000 e consegnato oltre 422.000 veicoli grazie alla crescita delle fabbriche in Texas e Germania ma, per il secondo trimestre consecutivo, non batte le aspettative di analisti ed esperti di Wall Street

Trimestre dopo trimestre Tesla scrive nuovi record di immatricolazioni di auto elettriche e dopo i risultati che hanno chiuso il 2022 continua anche con le consegne del primo del 2023. Rispetto alla chiusura dell’anno passato secondo i dati pubblicati dalla casa di Elon Musk la crescita è stata del 4%.

Tesla ha consegnato 422.875 veicoli nel trimestre e il valore rappresenta una crescita del 36% in più rispetto a un anno fa. La gamma medio-alta (Model 3/Y) ha totalizzato 412.180 unità, quella luxury 10.695 esemplari. La produzione delle due serie (Tesla non suddivide i dati per ciascun modello) è stata rispettivamente di 421.371 e 19.437 unità.

Alla giornata dedicata agli investitori dello scorso primo marzo, l’amministratore delegato aveva affermato che Tesla potrebbe raggiungere 2 milioni di consegne di veicoli quest’anno, con un aumento del 52% rispetto allo scorso anno concluso a 1,3 milioni.

Le consegne del primo trimestre 2023 si confrontano con le aspettative degli analisti di 430.008 Tesla nelle mani dei clienti, in base ai dati Refinitiv basati su sette analisti di settore. L’altra società di consulenza e analisi di mercato FactSet si aspettava che Tesla riportasse consegne di circa 432.000 veicoli per il trimestre. Gli analisti intervistati da Bloomberg si aspettavano che sarebbero stati spediti 421.164 veicoli. Altre stime ancora mostrano invece che Tesla ha superato le aspettative coi totali presentati ieri.

Gli investitori e gli esperti stanno osservando sia con interesse, per la possibilità di guadagnare quote, la politica di Musk che sta tagliando i prezzi, sia col timore di veder erodere margini che Tesla aveva abituato a livelli se non da Ferrari o Porsche certo molto superiori a quelli delle più floride case auto generaliste.

Se la crescita delle vendite su base annua è stata vivace, invece trimestre su trimestre è stata tutto sommato modesta nonostante i tagli di prezzo: da un lato l’espandersi della concorrenza e le incertezze economiche dall’altro pesano.

Da gennaio Tesla ha tagliato i prezzi a livello globale fino al 20%, dopo aver mancato le stime di consegna di Wall Street per il 2022. La Model Y base che veniva venduta a $65.990 ora costa $54.990.

I tagli Tesla in Cina hanno innescato una guerra dei prezzi coi i rivali cinesi, anzitutto BYD, che hanno abbassato i prezzi per difendere la quota di mercato a causa dell’indebolimento della domanda dopo la fine di sussidi nazionali il 31 dicembre, che in qualche caso stanno tornando però a livello locale. BYD aveva il 41% delle vendite di auto con la presa in Cina nei primi due mesi dell’anno, Tesla una quota dell’8%.

La casa automobilistica ha aumentato la produzione nei nuovi stabilimenti in Texas e Berlino, mentre la produzione in Cina si è ripresa dai lockdown dovuti alla pandemia. Tesla ha twittato ieri che la sua fabbrica in Texas ha costruito 4.000 Model Y la settimana scorsa, raggiungendo quindi nella sfida diretta tra fabbriche Tesla più “giovani” lo stabilimento tedesco (visibile nella foto di apertura), arrivato a produrre 4.000 auto a settimana a fine febbraio.

Credito foto di apertura: presentazione Tesla