Ruspe al lavoro in Emilia-Romagna grazie a una joint-venture sino-americana
Il colosso cinese FAW Group e un partner americano scelgono la Motor Valley per investire nello sviluppo di auto elettriche premium e saranno “vicini di casa” con Ferrari e Lamborghini
In una fase come l’attuale una notizia come quella di questa settimana è contro tendenza. Lo storico gruppo cinese della manifattura auto FAW ha scelto l’Emilia-Romagna per investire nello sviluppo e produzione di auto elettriche e plug-in di alto di gamma.
Considerato che le notizie del periodo riguardano di solito consolidamenti o chiusure (tra cui quella recente ventilata per Barcellona se davvero Nissan ridimensionerà la sua presenza europea) la mano d’opera specializzata della Motor Valley ha buoni motivi di tirare un bel sospire di sollievo.
Non si tratterebbe in effetti del primo esempio di investimenti cinesi in Italia in zone dove l’automotive è di casa. JAC Motor, uno dei partner abituali del gruppo Volkswagen in Cina (un altro è proprio FAW ed il terzo è SAIC) da anni ha un centro design nel torinese, a Pianezza.
La startup Thunder Power a sua volta aveva una piccola antenna tecnologica a Lonate Pozzolo, dove sembra si dedicasse soprattutto alla prototipazione. Peraltro Thunder Power ha rallentato i piani e quella sede vicino a Malpensa risulta ora chiusa.
Nella direzione opposta, di aprire e crescere, va invece la joint venture tra FAW e Silk EV, una startup americana dietro alla quale c’è Jonathan Krane, un uomo d’affari esperto di investimenti e progetti sino-americani.
Lo scorso 23 aprile era stato siglato un accordo di programma tra le due società per far decollare la joint venture e la notizia di questa settimana è uno dei risultati dei progetti di quella collaborazione.
Di certo nella zona di Modena sarà il cuore della progettazione, mentre non distante dovrebbe avvenire la produzione. Trattandosi di modelli di auto elettriche di fascia alta non ci si aspetta che puntino al mezzo milione di pezzi delle Gigafactory Tesla.
In ogni caso si tratta di un accordo che potrebbe valere tra assunzioni dirette ed indotto di migliaia di posti di lavoro. Le prime assunzioni in Emilia sono attese entro la fine del primo semestre 2020.
A dispetto del titolo della nota stampa della Regione Emilia-Romagna, a leggere i media cinesi pare che solo una parte del €1 miliardo di investimenti sarà incanalato verso l’Italia.
All’inizio di quest’anno (e malgrado la pandemia) sull’onda dei buoni risultati dell’anno passato FAW aveva confermato un rilancio degli investimenti del valore di 7,8 miliardi di yuan, circa un miliardo di euro.
Circa un terzo della cifra è stato allocato per una nuova fabbrica a Changchun, dove già le ruspe sono all’opera. Sarà tutta dedicata alla produzione di auto e SUV elettrici col marchio premium Hongqi (quello preferito da Mao Zedong e dai dirigenti del partito comunista). L’impianto Hongqi (che significa bandiera rossa) al momento del completamento nel 2022 avrà una capacità iniziale annuale di 200.000 pezzi.
Per FAW Group il periodo di iper-attività, con il rilancio di Hongqi in patria e quello di una supercar elettrica dalla tecnologia e stile italiano rappresenta una sostanziale rivincita su un passato a tratti deludente.
I tre marchi auto statali (oltre a FAW, Dongfeng e Changan) per alcuni anni sono stati visti dalla clientela nazionale come troppo conservativi e frequentemente scavalcati nelle preferenze da rivali meno antichi ma più dinamici: come Geely, Great Wall o BYD.
A lungo si sono rincorse voci che le tre grandi società di proprietà statale avrebbero finito per fondersi per sopravvivere alla concorrenza di gruppi molto più dinamici. Invece la collaborazione tra i tre è sfociata solo in una alleanza nel settore dei taxi privati, per contrastare lo strapotere di DiDi Chuxing.
E dei tre quella che dimostra oggi più dinamismo sembra proprio FAW Group. Hongqi, che fino a pochi mesi fa aveva solo il SUV elettrico E-HS3 come offerta a zero emissioni, entro il 2025 intende varare 15 modelli elettrici.
E malgrado la pandemia la marca premium Hongqi è cresciuta dell’87% rispetto al 2019 e ha venduto 25.001 pezzi nel primo trimestre 2020. Per lo sviluppo del programma che riguarderà l’Emilia-Romagna sembrano premesse promettenti.
Le comunicazioni ufficiali non lasciano capire se sarà Silk EV il marchio che troveremo sulle calandre oppure Hongqi. Al Salone di Francoforte quest’ultima aveva presentato S9, un concept super-sportivo: non fuori tema, per chi punta a una fascia molto alta per la propria produzione, anche se spinta da un otto cilindri turbo e non da una batteria di trazione…
Sembra anche degno di attenzione il fatto che tra i gruppi cinesi le strategie con cui ci si approccia ai mercati occidentali variano in modo considerevole. Se FAW Group e Silk EV puntano allo stile italiano e al know-how, una rivale come BYD ha una road map del tutto diversa.
Il suo primo modello di punta per Europa e America infatti sarà la sportiva Han. Dotata della nuova e sofisticata blade battery al contrario delle Silk EV (o Hongqi) sarà costruita in Cina, ma disegnata dall’ex-Audi come Wolfgang Egger e costruita attingendo a piene mani da fornitori tedeschi.