DATI

Italia: auto elettriche più vendute – gennaio 2023

1. Fiat 500 elettrica (540); 2. Smart Fortwo (369); 3. Renault Twingo (212)

L’UNRAE pubblicando oggi i propri dati sul mercato di gennaio parla di “avvio promettente del nuovo anno”, perché il mese si è chiuso con 128.301 immatricolazioni complessive, in crescita del 19% rispetto alle 107.853 unità registrate un anno fa.

Un po’ meno si può condividere il cauto ottimismo guardando ai dati delle vendite di auto al 100% elettriche, e in effetti l’associazione degli importatori per l’anno in corso prevede “la tendenza a una lenta crescita dei veicoli elettrici e ibridi plug-in, con l’auspicio nel medio periodo di un’accelerazione grazie anche alla pubblicazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica” che dovrebbero contribuire (con €713 milioni) alle infrastrutture di ricarica elettrica nei centri urbani e sulle superstrade.

Di fatto il primo dei dodici risultati 2023 indica che i BEV immatricolati sono stati 3.342, in calo dell’8,6% rispetto ai 3.658 dello stesso mese 2022: la quota sul mercato del nuovo che allora era al 3,4% è scesa ad un ben più pallido 2,6%. Fiat 500 elettrica è stata la più venduta, in 540 esemplari, davanti a Smart Fortwo (369) e Renault Twingo (212). Alle spalle del “podio” delle vendite di gennaio troviamo Audi Q4 E-Tron (186 unità) e Tesla Model Y (147).

Se si può cercare un motivo di curiosità nei dati è il non trascurabile risultato proprio di questi due modelli in una fase di stanca come l’attuale, visto che quello tedesco appartiene al Segmento D e quello americano al Segmento E. Farsi valere in un mercato come quello nostro dove le elettriche dominanti sono di solito citycar e supermini non è un cattivo segnale. Curiosità anche per l’apparire nella Top10 di MG Marvel R (100 unità) al nono posto e il riapparire in decima posizione di Tesla Model S, consegnata in 98 esemplari, laddove nell’intero 2022 in Italia ne erano arrivate appena 12.

Gennaio non è stato invece negativo per il settore delle ibride ricaricabili: in Italia i PHEV continuano ad attirare più dei modelli completamente elettrici (in controtendenza col resto d’Europa) e le concessionarie ne hanno consegnati 6.136. Si tratta di quasi il doppio del totale dei BEV e rappresenta una crescita su base annua del 10,2%, considerato che il 31 gennaio 2022 si era fermato a 5.568 pezzi; la quota 2022 era però superiore all’attuale: 5,1% del mercato contro il 4,7% del mese scorso. Quanto al podio di categoria, malgrado un ridimensionamento di cifre anno su anno Jeep Renegade si conferma prima /749 unità), davanti a Ford Kuga (596) e Jeep Renegade (506).

Anche a gennaio il mercato italiano si è rivelato generoso come ormai avviene stabilmente per ibride convenzionali e leggere. In totale 47.689 mezzi full o mild hybrid sono usciti dai saloni auto tra il 1 e il 31 gennaio. Nello stesso mese un anno fa erano stati 37.937: la crescita equivale al 25,7% e la quota raggiunta sul mercato del nuovo è ormai del 36,7% rispetto al 34,8% del periodo equivalente nel 2021. Fiat Panda è stata ancora al top con 9.852 mild hybrid vendute, davanti a Lancia Ypsilon (3.144) e a Toyota Yaris Cross (2.914) terza e miglior modello ibrido convenzionale.

A margine della pubblicazione dei dati del mese scorso, si può forse concludere che a gennaio le vicissitudini e le diatribe attorno ai prezzi dei carburanti non abbiano in alcun modo sorretto la scelta di modelli completamente elettrici da parte del pubblico italiano, pubblico che anzi votando con i piedi (ovvero entrando nelle concessionarie e firmando i contratti), ha mostrato di voler avere ancora un serbatoio sulla sua auto, malgrado i relativi dolori al portafoglio siano ben visibili a tutti in queste settimane.

Con questa allergia all’assenza di un serbatoio che resta radicata, si comincia anche ad avere la sensazione che sul mercato nazionale cominci a fare presa in una parte del pubblico la propaganda pervicace e ostinata di politici ed esperti (alcuni dei quali forse lo sono dell’auto convenzionale, ma sono molto meno tali se si tratta di innovazione) che puntano i piedi di fronte a ogni tecnologia che sia minimamente green, tranne forse l’Arbre Magique.

Lo hanno fatto in passato e sembrano continuare a inseguire la battaglia di retroguardia per creare in Italia una Fortezza Bastiani dell’auto termica; senza neanche considerare l’eventualità di trasformare in futuro il mercato auto dello Stivale in una replica di quello che era nell’Europa post-comunista dopo il crollo del Muro di Berlino, un mercato triste, obsoleto e periferico.

Credito grafico di apertura: AUTO21; fonte dati: UNRAE