Iniziate in Nevada le prime consegne del camion elettrico Tesla Semi
A cinque anni dal lancio, la casa di Elon Musk dà a Pepsi le chiavi dei primi esemplari del “cattivo” mezzo pesante a zero emissioni: lo spingeranno tre motori condivisi con Model S e Model X e caricherà fino a 1 MW!
Il primo plotone di grandi camion Semi è stato consegnato a una divisione del colosso alimentare PepsiCo stanotte in Nevada, a Spark, dove è sorta la prima grande Gigafactory di batterie sviluppata da Tesla insieme a Panasonic, e dove questi veicoli commerciali sono assemblati, in attesa di trasferire probabilmente la linea per numeri più consistenti ad Austin, in Texas.
La casa americana ha portato cinque esemplari all’evento, decorati coi marchi PepsiCo e Frito-Lay. Pepsi aveva precedentemente condiviso i piani per utilizzare almeno 15 camion Tesla Semi per trasformare il suo sito Frito-Lay a Modesto, in California, in una struttura a emissioni zero con un corposo contributo da parte delle istituzioni californiane.
Grazie anche ai $15,4 milioni di sussidi provenienti da CARB, agenzia che sovrintende alle questioni riguardanti emissioni e traffico. I contributi a fondo perduto sono stati accordati a fine estate 2018 perché il gruppo americano ha accolto la proposta di trasformare la flotta di quella sede nella California centrale rimuovendo i camion diesel e installando infrastrutture di energia solare.
Il progetto nel quale entreranno a far parte i camion Tesla appena consegnati vale $30,8 milioni divisi tra pubblico e privato e oltre ai Semi l’azienda ha acquistato 6 camion Peterbilt e 3 BYD elettrici nonché muletti elettrici e anche 38 trattori Volvo a basse emissioni.
Ma stanotte l’evento era focalizzato sul Semi ed Elon Musk non è mancato, sostenendo che saprà battere in prestazioni, efficienza e sicurezza i modelli convenzionali in commercio. Beneficerà anche di tecnologie studiate per altri modelli come il pickup Cybertruck: in particolare una soluzione che facilita la ricarica ad altissima potenza e quindi accorcerà il tempo di attesa per la ricarica delle celle che spingono i Semi. Nel caso di questi ultimi la potenza arriverà a ben 1 MW.
E tuttavia, come in altre occasioni, Musk non ha risposto alle domande di pubblico e invitati, per cui è rimasta molta curiosità sulla scheda tecnica completa, in particolare sul possibile ruolo della guida autonoma per questo modello, nonché sui prezzi. Il Semi, è stato confermato, avrà tre motori elettrici mutuati dalle auto Model S e X, con uno solo in azione in uso autostradale a velocità costante, per migliorare i consumi.
Nell’ormai lontano 2017, quando proprio PepsiCo ne aveva ordinati 100, i prezzi li aveva menzionati invece: per la versione da 300 miglia di autonomia $150.000 e per quella da 500 miglia (oltre 800 chilometri, la distanza che Musk ha recentemente svelato essere stata raggiunta durante un collaudo tra le due fabbriche Tesla del Nevada e della California) $180.000. Coi prezzi delle materie prime alle stelle nell’ultimo anno, anno e mezzo, quei valori possono tranquillamente essere considerati come non più attendibili.
La cerimonia di consegna al primo cliente ha seguito di un paio di mesi la rivelazione (via, come ovvio, Twitter) dell’inizio della produzione del Semi a lungo ritardata. Musk aveva svelato il prototipo di camion elettrico di Classe 8 americana (che ha una quota di circa l’1% del mercato dei veicoli commerciali ma una alta incidenza nelle emissioni, il 20%) nel 2017 e prevedeva di iniziare la sua produzione entro fine 2019.
Ma i programmi di questo modello, proprio come quelli del Cybertruck, sono stati afflitti da ritardi: principalmente per la limitata disponibilità di celle cilindriche del nuovo tipo 4860, che due anni fa nel Battery Day erano state definite come la chiave del successo dei due mezzi.
Nel corso della presentazione dei risultati aziendali relativi alla seconda trimestrale 2021, Tesla aveva confermato il rinvio della produzione del Semi a fine 2022, in attesa di una maggiore disponibilità di celle.
La presidente Tesla Robyn Denholm poco tempo fa aveva indicato che entro fine anno la produzione in Nevada dovrebbe raggiungere il centinaio di unità, mentre per quanto riguarda la produzione di massa Musk aveva dato a Tesla un obiettivo di 50.000 esemplari per il 2024, evindentemente non tutti della massima dimensione di capacità e quindi anche con pacchi batterie e potenze inferiori a quelle dei primi pezzi consegnati, da destinare quindi a flotte impegnate in trasporti regionali invece che a lungo raggio.