BUSINESS

7 giorni di novità che trasformano auto e mobilità: 2 – 8 ottobre 2022

I protagonisti della settimana: ACC, AMTE Power, Bluecity, BYD, CALB, Comau, Faurecia, Infineon, Sixt, STMicroelectronics, UKBIC, Velodyne Lidar, Vitesco

3 ottobre: il gruppo della fornitura auto Faurecia ottiene €213 milioni dall’Unione Europea a sostegno del suo progetto per sviluppare una nuova generazione di serbatoi di idrogeno, come parte del programma IPCEI “Hy2Tech” varato lo scorso luglio e che concerne 15 nazioni aderenti all’Unione, con un importo approvato di fino a €5,4 miliardi di finanziamenti pubblici. Il progetto “HistorHy Next” dell’industria francese svilupperà nuovi serbatoi di idrogeno, sia per lo stoccaggio gassoso che liquido, entro la fine del 2027. Faurecia, parte del gruppo Forvia formatosi dopo la fusione con la società tedesca di componentistica Hella, ha aggiunto nella sua nota stampa che la produzione inizierà nel 2024 nello stabilimento di Allenjoie, nella regione francese della Borgogna-Franca Contea, con l’obiettivo di produrre oltre 100.000 unità all’anno. Anche Symbio, joint-venture tra Faurecia e Michelin, ha un ulteriore progetto sull’idrogeno in attesa di approvazione da parte della Commissione europea. A fine settembre a Bruxelles la Commissione ha approvato ulteriori sovvenzioni pubbliche per un importo fino a €5,2 miliardi da parte di 13 stati membri a sostegno del secondo progetto sull’idrogeno di comune interesse europeo, o IPCEI: denominato “Hy2Use” si concentrerà su infrastrutture ed applicazioni dell’idrogeno nell’industria, e in questo secondo ramo anche quattro aziende italiane saranno coinvolte, mentre Faurecia e Symbio non saranno destinazioni dei fondi allocati per questo progetto.

4 ottobre: Sixt e il produttore cinese di auto elettriche e ibride BYD hanno firmato un accordo-quadro col quale il gruppo tedesco dell’autonoleggio si assicura l’accesso fino a un totale di 100.000 veicoli elettrici BYD entro i prossimi sei anni. Le prime auto elettriche di BYD dovrebbero essere disponibili per i clienti Sixt nel quarto trimestre del 2022, in parallelo al lancio sul mercato europeo di BYD. Non sono state fornite informazioni sulla portata finanziaria dell’accordo, anche perché l’esatta composizione della gamma fino al 2028 e i relativi prezzi probabilmente non sono ancora stati determinati. Di certo il primo modello consegnato a Sixt sarà la BYD Atto 3, che in Germania ha prezzi a partire da €38.000 ed è già basata sulla nuova piattaforma elettrica 3.0, mentre Tang EV e Han EV sono veicoli nati su pianali per modelli convenzionali adattati a batterie e motori elettrici. Le BYD elettriche saranno inizialmente offerte ai clienti Sixt in Germania, Francia, Olanda e Regno Unito. Non è noto quando i due modelli più grandi Han e il SUV Tang (i cui listini partono entrambi da €72.000) saranno proposti alla clientela, né se in futuro lo saranno anche modelli ibridi plug-in, che sul mercato nazionale rappresentano per un’incollature la quota maggiore della produzione della casa di Shenzhen: nei primi nove mesi ha costruito 590.804 BEV e 596.047 PHEV. Lo scorso settembre, Sixt ha annunciato che avrebbe elettrificato dal 70 al 90% della sua flotta di auto a noleggio entro il 2030.

4 ottobre: Velodyne Lidar acquisisce la canadese Bluecity, una società di software di intelligenza artificiale (AI) con sede a Montreal, in una transazione interamente azionaria che vedrà i team esecutivi, di sviluppo software e di vendita dell’azienda di Montreal unirsi al gruppo americano Velodyne. Le due società collaboravano già da anni per fornire soluzioni basate sui sensori laser per applicazioni smart city. L’Intelligent Infrastructure Solution (IIS) di Velodyne combina i LiDAR già noti per l’uso militare e quello automotive e il software AI di Bluecity per inserirli in ambienti metropolitani e urbani. IIS fornisce monitoraggio e analisi del traffico per migliorare la sicurezza stradale e l’efficienza, aiutando le città a pianificare sistemi di trasporto più intelligenti e sostenibili. Questo sistema è già distribuito in quattro continenti e in 74 installazioni, tra cui sistemi implementati a livello nazionale in California, Canada, Colorado, Florida, New Jersey, Maryland, Texas, Nevada e Michigan e anche in Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Finlandia, Germania e Australia. Velodyne continuerà ad espandere le capacità del prodotto, incluso il monitoraggio dei flussi di persone e veicoli per creare una gamma di nuove soluzioni infrastrutturali full-stack per applicazioni come parcheggi, punti di vendita al dettaglio e stadi.

5 ottobre: STMicroelectronics costruirà un impianto integrato per la produzione di substrati in carburo di silicio (per brevità SiC) in Italia, a Catania, per rispondere alla domanda crescente di questi dispositivi proveniente dai settori automotive e industriali. Ai MOSFET al carburo di silicio ad alta efficienza prodotti del gruppo europeo si è interessata e di essi si approvvigiona già una parte della manifattura impegnata nella transizione verso l’elettrificazione, incluse le Gigafactory Tesla. Si prevede che la produzione inizi nel 2023 e bilanci l’approvvigionamento di substrati in SiC tra materiali prodotti internamente e acquistati da fornitori esterni. Il polo produttivo di substrati in SiC, accanto allo stabilimento esistente che produce dispositivi in SiC, sarà il primo nel suo genere in Europa per la produzione in volumi di substrati epitassiali in SiC da 150 mm, integrando tutti i passaggi del flusso produttivo. Presso il nuovo impianto sui wafer di SiC verrà applicato uno specifico strato epitassiale iin grado di potenziarne le capacità tecniche. ST è impegnata a sviluppare substrati da 200 mm nel prossimo futuro. L’investimento di €730 milioni da parte dell’azienda diretta da Jean-Marc Chery in un arco di cinque anni avrà il supporto finanziario diretto dello Stato italiano con una quota di €292,5 milioni nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza già approvata dalla Commissione Europea e, una volta completato, creerà circa 700 nuovi posti di lavoro diretti.

5 ottobre: Vitesco Technologies fa sapere di essersi aggiudicata un portafoglio ordini per un valore di oltre €2 miliardi per la sua linea di Battery Management Systems, (per brevità BMS). Uno tra i contratti di cui l’azienda di Ratisbona ritiene più significativo giustamente è quello che riguarda un BMS wireless con unità per architetture di veicoli elettrici da 400V a 800V. Come noto questa particolare soluzione riduce la quantità di cablaggi all’interno dell’impianto elettrico del pacco batterie risparmiando spazio e offrendo anche un contributo all’autonomia raggiungibile, attraverso l’uso di una batteria più grande o riducendo le dimensioni e il peso della batteria che altrimenti verrebbe utilizzata. Thomas Stierle, che guida la divisione specializzata Vitesco, ha sottolineato che innovazioni come la comunicazione wireless dei moduli batteria consentono una progettazione avanzata della batteria, portando a costi di sistema ridotti per la clientela. Le due funzioni principali di un BMS sono fare da controller di gestione della batteria monitorando permanentemente lo stato di salute di celle e moduli e l’operazione di bilanciamento dei livelli della carica delle singole celle del pacco batteria per portare un guadagno di efficienza.

6 ottobre: la torinese Comau è stata selezionata dalla joint venture Automotive Cells Company (ACC), per progettare e sviluppare una linea di produzione di moduli batteria altamente integrata per la sua futura Gigafactory a Douvrin, in Francia, la prima approvata in ordine cronologico delle tre previste finora con Kaiserslautern (Germania) e Termoli. Per questo impianto con capacità annua prevista a regime fino a 40 GWh (dai 24 GWh stimati inizialmente nel 2019), Comau fornirà ad ACC le conoscenze e le attrezzature necessarie per automatizzare la produzione delle batterie per veicoli elettrici di nuova generazione. Grazie alla flessibilità intrinseca per gestire moduli a 8 e a 16 celle, le linee progettate da Comau consentiranno ad ACC di produrre fino a 8 GWh all’anno entro la fine del 2024. Inoltre, la soluzione completa sfrutta la vasta rete europea di Comau, garantendo così l’approvvigionamento locale di tecnologia, attrezzature e componenti ausiliari per le 5 linee di produzione, 3 delle quali producono entrambi i modelli, mentre 2 saranno linee MEB specifiche per i moduli a 8 celle. Uno degli elementi unici del progetto da realizzare nel nord dell’Esagono era il requisito di impiegare una forza di impilamento di 300-500 decanewton per produrre i due diversi formati di moduli rispetto alla media del settore di circa 100 decanewton. Per far fronte a questa sfida, ingegneri e progettisti di Comau e ACC hanno collaborato per personalizzare il processo al fine di garantire la geometria del prodotto e le caratteristiche della batteria previste. L’approccio di sviluppo congiunto (simultaneous engineering) ha anche permesso a Comau di eliminare una delle linee originariamente previste, migliorando le dinamiche di processo e consentendo quindi alla joint venture creata dai gruppi Stellantis, TotalEnergies/Saft e Mercedes-Benz, di ottimizzare gli investimenti.

6 ottobre: il gruppo delle batterie CALB entra in borsa ed ha anche il primato di essere il primo tra i grandi produttori cinesi a quotarsi a Hong Kong piuttosto che in una delle piazze finanziarie della terraferma. L’IPO della società aveva fissato un prezzo di HK$38 per azione, al margine più basso della “forchetta” prevista dalla società e compresa tra HK$38 e HK$51, il che le ha comunque consentito di raccogliere denaro fresco per circa HK$10,1 miliardi. La società di Changzhou ha annunciato i risultati dell’offerta di azioni il giorno precedente: gli investitori hanno sottoscritto 0,21 volte l’offerta pubblica. Quindici investitori essenziali, tra i quali XPeng Motors e Tianqi Lithium, hanno sottoscritto titoli per un totale di circa HK$5,8 miliardi, pari all’8,43% del capitale post-IPO. CALB ha l’obiettivo di raggiungere i primi posti nel mercato globale delle batterie per veicoli elettrici (la Top5) entro un anno e diventare uno dei primi tre entro al massimo cinque anni, ha detto la presidentessa Liu Jingyu, in un’intervista a Bloomberg mentre ora occupa il terzo posto nazionale, con una quota del 5,62% della capacità installata secondo gli ultimi dati. Su scala globale CALB è settima secondo i dati pubblicatidalla coreana SNE Research. Fondata nel 2015 ha oggi sei siti produttivi in Cina con una capacità effettiva di 35 GWh e un traguardo di 90 GWh nel 2023. Nel 2022 ha annunciato l’espansione in regioni come Guangdong, Fujian, Sichuan e Hubei portando i poli a 10 totali per arrivare a raggiungere una capacità di 500 GWh entro il 2025 e 1 TWh entro il 2030, sebbene questa crescita abbia l’ombra della causa con cui CATL l’ha portata in tribunale all’inizio di quest’anno, accusandola di violare i suoi brevetti.

6 ottobre: in tempi di carenza di chip come gli attuali, dopo quelle italiane su ST ed Intel arriva un’altra buona notizia, ma non dallo Stivale. Infineon ha aperto un nuovo impianto in Ungheria per il confezionamento e il collaudo di semiconduttori per veicoli elettrici. Con questa fabbrica di backend vicino a Budapest, il gruppo tedesco avvicina l’intera catena del valore all’Europa malgrado sia ancora significativamente più economico affidarsi all’Estremo Oriente. L’azienda a Cegléd sta investendo €100 milioni, una decisione che peraltro era stata lungimirante quando era stata presa ormai tre anni fa. Inoltre, Infineon ha investito in ulteriori capacità produttive per moduli ad alta potenza indicati per il settore delle rinnovabili: dalle turbine eoliche e dai moduli solari agli azionamenti ad alta efficienza energetica. Quando il nuovo stabilimento ungherese sarà completato, altri 275 dipendenti lavoreranno per Infineon a Cegléd, portando l’organico totale in loco a circa 1.600 persone.

6 ottobre: il produttore britannico di celle agli ioni di litio e agli ioni di sodio AMTE Power firma un contratto per la produzione della sua linea Ultra High Power presso l’UKBIC per supportare la prossima fase dei suoi piani di commercializzazione. In base all’accordo, il produttore di batterie può richiedere al consorzio pubblico-privato con sede a Coventry di produrre fino a 60.000 delle sue celle Ultra High Power ogni anno, per un periodo iniziale di 24 mesi, secondo l’azienda una scala adeguata a consentire ai primi clienti di passare ai test a bordo di veicoli. Lo scorso agosto 2022 AMTE Power aveva confermato progressi nelle prove delle celle-pilota della linea Ultra High Power presso UKBIC, in particolare riguardo alla erogazione di potenza e alla capacità di ricarica ultra-rapida. L’accelerazione della produzione di celle agli ioni di litio della linea Ultra High Power presso UKBIC dovrebbe iniziare da gennaio 2023 per soddisfare accordi di programma non vincolanti che AMTE Power ha già sottoscritto con partner automobilistici come Cosworth, Viritech e Mahle, nonché accordi di sviluppo con Sprint Power, Eltrium e BMW. La collaborazione che si rafforza col polo produttivo di Coventry consentirà ad AMTE Power di progredire verso la costruzione della prima fabbrica per grandi volumi commerciali a Dundee, in Scozia.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Vitesco Technologies