AUTO

Sbarca Model Y a trazione posteriore, prime consegne entro fine anno

Il SUV della casa di Elon Musk in versione base è adesso ordinabile: il veicolo più accessibile della gamma americana ha peraltro un listino italiano che parte da €50.970

Se in passato avete partecipato a un evento Tesla, o magari a un test-drive della casa americana, lo sapete già perché avrete ricevuto un messaggio di post elettronica intitolato: “Introduzione alla nuova versione di Model Y”. Il primo paragrafo attira la curiosità anche di più: “A partire da €50.970, la nostra Model Y più accessibile di sempre è ora disponibile in Italia”.

L’invito a configurarne una promette anche una consegna piuttosto allettante, considerate le lunghe attese abituali nel mercato attuale: tra dicembre e febbraio del prossimo anno. Col lancio della più recente versione, Tesla getta buone basi per dare vita all’ennesimo exploit di vendite a fine anno, aumentando le chance di essere la vettura elettrica più venduta in Europa nel 2022.

Del resto sul mercato continentale le cifre del primo semestre 2022 indicano che il SUV americano ha attirato più clienti della Mercedes GLC, che finora era stata protagonista nel suo segmento (per la cronaca 41.851 esemplari contro 40.554).

Curiosamente la trazione posteriore, annunciata in America a gennaio 2021 e uscita in primavera, era stata quasi subito ritirata dalla gamma Model Y per il mercato casalingo, perché a Musk non riteneva appropriata l’autonomia di marcia per una Tesla.

Ma in seguito l’autonomia era stata adeguata e in Cina quella che in America era chiamata versione Standard Range è stata un indubbio successo di mercato: i vertici della casa texana si aspettano che venga accolta bene anche in Europa.

Il nuovo entry-level si chiama semplicemente Model Y mentre le versioni superiori sono come noto la Long Range e Performance, i cui listini italiani partono rispettivamente da €65.990 e €71.990. Peraltro la scheda tecnica indica un entry-level che non è un ripiego.

Per questa trazione posteriore è infatti annunciata una autonomia con standard WLTP di 455 chilometri per chi sceglie ruote da 19 pollici (o 430 chilometri per chi sceglierà i 20 pollici), contro i 565 chilometri della Model Y con batteria di maggiore capacità.

La velocità massima è la stessa delle sorelle maggiori (217 km/h), mentre l’accelerazione da 0-100 km/h viene conclusa in 6,9 secondi: sono 1,9 secondi più dei modelli di costo maggiore, ma non disonorevole se si pensa che una Porsche Macan in allestimento entry-level impiega solo mezzo secondo in meno per completare l’esercizio, ma con un cartellino del prezzo superiore di oltre €17.000. Un po’ meno comodo, per chi farà lunghi viaggi, avere la potenza di ricarica limitata a 170 kW contro i 250 kW della versione Long Range.

La Model Y ha lo stesso equipaggiamento delle versioni superiori. Sono inclusi l’Autopilot, gli interni Premium (sedili anteriori e posteriori riscaldati, volante riscaldato, ecc.), mentre la tappezzeria bianca è un’opzione che costa €1.190. Ci sono la ricarica del telefono a induzione e l’impianto stereo composto da 13 altoparlanti. Altri aggiornamenti grazie al sistema di accesso via etere sono da attendersi nel corso della vita dell’auto.

La batteria della Model Y base sarà con chimica del catodo LFP, ma non è chiaro se saranno montate celle CATL o invece le Blade Battery di BYD, da poco entrata nel novero dei fornitori: in ogni caso Tesla ha omologato finora due capacità per questo mercato, una da 55 kWh e una da 60 kWh, anche se dalle comunicazioni ufficiali della casa non è per il momento possibile risalire al fornitore responsabile di questo modello appena immesso alla commercializzazione.

Per ora sarà la Gigafactory di Shanghai a produrre il grosso delle Model Y a trazione posteriore per l’Europa e l’Italia. La fabbrica tedesca in Brandeburgo a giugno ha raggiunto la quota produttiva di 1.000 Model Y a settimana e il prossimo mese è previsto che raggiunga le 2.000 unità.

Secondo la stampa specializzata tedesca, a settembre la quota di Long Range dovrebbe salire al 90%, lasciando ancora a Shanghai il compito di occuparsi delle versioni base sia per l’Asia/Pacifico che per l’Europa.

Credito foto di apertura: screnshot da messaggio di posta elettronica Tesla