POLICY

Confermato l’obiettivo 2035 per il bando europeo alle auto termiche

Con una maggioranza non schiacciante, la Commissione Ambiente ha approvato le proposte dell’esecutivo per vietare dal 2035 la vendita di veicoli a combustione interna nell’Unione Europea, ma non obiettivi intermedi più rigidi

Questa settimana i deputati della Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare hanno approvato una relazione che sostiene la proposta della Commissione di puntare alla mobilità stradale a zero emissioni locali entro il 2035. L’Europa fa pertanto un ulteriore passo verso un bando totale di vendita di nuove auto termiche proprio in quella data.

Nel luglio 2021 la Commissione aveva presentato il suo pacchetto di proposte Fit for 55, che comprendeva un progetto di legge per vietare la vendita di veicoli a combustione interna nell’Unione Europea, inclusi i modelli ibridi. Peraltro nella stessa occasione è stata respinta una proposta di obiettivi intermedi più rigidi per il 2030, tappa che avrebbe probabilmente favorito l’aumento della probabilità di successo della transizione.

La proposta era del primo firmatario Jan Huitema, che spingeva per il 2030 verso un obiettivo di tagli del 55% nelle emissioni di CO2 rispetto al 70% del 2021. Al voto, i deputati della Commissione non hanno deciso in modo schiacciante ma piuttosto con 46 voti a favore, 40 contrari e 2 astensioni, con il Partito Popolare Europeo a guidare l’opposizione. Il prossimo passo è una sessione plenaria del Parlamento prevista per 7-8 giugno, che dovrebbe emanare questa legge da presentare agli stati membri.

La successiva approvazione definitiva comporterà che solo i veicoli a emissioni zero potranno essere venduti nel 2035 e il parallelo bando alle auto termiche. L’anno appare lontano in termini di attività umane, ma di fatto per il settore automotive si tratta di un periodo relativamente breve, considerando alla pianficazione necessaria non solo per una gamma ma soprattutto per la produzione e ultimamente sempre di più per la catena della fornitura.

Peraltro non si può dire che la transizione colga le case auto di sorpresa: molti marchi lo hanno già annunciato per i propri business plan e numerosi hanno già pianificato di vendere solo elettrico prima del 2035. Sono un esempio, Ford, Renault, Volvo che saranno al 100% elettriche nel 2030.

Ma saranno precedute nel 2028 da Opel e nel 2027 da Alfa Romeo e Fiat, per restare nel gruppo Stellantis. Inoltre marchi giapponesi hanno anticipato rispetto ai traguardi globali la pianificazione di flotta a zero emissioni per l’Europa.

Le associazioni ambientaliste si sono dette preoccupate che la proposta di Huitema sugli obiettivi intermedi non sia stata accolta, temendo che questo possa mettere a rischio il traguardo finale. Invece nel gruppo di oppositori alla conferma delle misure, secondo quanto riferisce la stampa che segue l’attività legislativa si sono attivati gruppi come Renault, Toyota e BMW, così come associazioni quali ACEA, CLEPA e VDA.

Ora per loro la speranza è che ci sia un allentamento durante la stesura del testo finale con i governi dei paesi membri, magari per consentire l’ibrido un po’ più a lungo. È quanto ritengono gruppi come Toyota, tra i non molti a continuare a produrre modelli di citycar, che sostengono che la transizione affrettata metterebbe a rischio l’accessibilità all’auto delle famiglie a reddito più basso. Secondo la stampa specializzata francese, Luca de Meo vorrebbe una deroga per Dacia, in base a una logica simile a quella di Toyota.

L’obiettivo 2035 per il bando alle auto termiche si sovrapporrà di fatto all’obiettivo industriale e tecnologico di raggiungere la parità tra gamma elettrica pura e gamma elettrica convenzionale, il cui raggiungimento da numerosi manager di case auto e produttori di batterie veniva considerato possibile entro la fine del decennio.

Ma il super-ciclo delle materie prime in corso e il peggioramento della situazione scatenato dall’invasione dell’Ucraina ora lasciano ulteriori dubbi sull’effettiva data del raggiungimento della parità di prezzo tra un modello ICE (termico) e uno elettrico puro (o BEV).

Quasi nelle stesse ore in cui i membri della legislatura europea si esprimevano, durante l’Assemblea Generale annuale l’amministratore delegato del gruppo BMW Oliver Zipse ripeteva che la sesta generazione di powetrain elettrici e le nuove celle cilindriche per le batterie che supporteranno la famiglia di prodotto Neue Klasse consentiranno a questi modelli di essere profittevoli quanto quelli convenzionali.

La nuova generazione arriverà nella seconda metà di questa decade e dovrebbe consentire di raggiungere nel 2030 una quota di metà delle vendite con modelli al 100% elettrici. Ma questa indicazione riguarda un marchio premium e non aiuta più di tanto a capire se nel futuro a breve termine ci sarà una parità di prezzo anche per veicoli al 100% elettrici molto più accessibili rispetto a quelli della gamma del gruppo di Monaco di Baviera.

Con l’attuale impennata dei prezzi delle materie prime qualche dubbio è legittimo. Alcuni modelli previsionali compilati da analisti di settore appartenenti a società finanziarie già iniziano a indicare che la parità di prezzo tra ICE e BEV si sia spostata in avanti proprio a causa della crescita dei costi nella filiera della fornitura, a cominciare dai metalli delle batterie. Un esempio è il grafico proveniente da una nota della banca americana Wells Fargo, che riportiamo qui sotto.

Secondo gli analisti della banca americana Wells Fargo la parità di costo industriale tra modelli convenzionali ed elettrici finora prevista tra 2028-2029 con la recente crescita dei prezzi delle materie prime si sposterà nel prossimo decennio (credito grafico e fonte dati: Wells Fargo Securities)

La reazione dei legislatori europei invece indica che i prezzi dell’elettricità scenderanno col progresso tecnologico, l’ammortamento degli investimenti e l’impennata dei volumi di produzione. Secondo Jan Huitema, relatore del testo approvato questa settimana: “questo progresso è particolarmente importante in considerazione del continuo aumento dei prezzi del gasolio e del petrolio. Questo regolamento garantisce l’accesso alla guida sostenibile per tutti”.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Commissione Europea