Per vincere nelle elettriche la Casa Bianca punta $174 miliardi
Nell’uovo di Pasqua di Joe Biden la sorpresa sono incentivi all’offerta, sussidi alla domanda, ricerca, infrastruttura di ricarica, materie prime, manifattura, batterie per superare lo stress della crisi
I soldi pubblici sono la miccia dell’esplosione dell’innovazione e della sostenibilità: lo scorso anno si è visto cosa sono riusciti a dare incentivi e sussidi in Europa, Italia inclusa, alle vendite di auto elettriche. A fine 2020 il Vecchio Continente contro ogni pronostico aveva superato come primo mercato globale di settore anche la Cina, che ora si sta riprendendo la posizione peraltro.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca o i suoi consiglieri economici ne sono del tutto consapevoli. Quindi oggi a Pittsburgh (città pilastro della manifattura americana del secolo scorso), dove presenteranno il progetto del piano di rilancio per gli Stati Uniti che vale $2.000 miliardi, questo capitolo sarà tra i punti forti di un impulso alla mobilità elettrica dell’entità di $174 miliardi.
La quota di mercato dei veicoli con la presa venduti sul mercato americano è appena un terzo di quella che i NEV rappresentano in Cina: e questa è una cosa che a Washington non piace e che questa amministrazione intende cambiare.
Nel testo del piano si fa menzione di “vincere il mercato dei veicoli elettrici”. I $174 miliardi possono sembrare molti, ma sono in effetti meno di un terzo di quello che servirà per ricostruire e rinnovare un’infrastruttura americana ormai alle corde.
Un intervento della mano pubblica quindi, come fattore di rilancio dell’attività economica: una soluzione preferita a quella del precedente esecutivo, che preferiva invece tagliare le tasse corporate e litigare costantemente con quegli stati preoccupati per emissioni ed ambiente.
Con questo pacchetto di aiuti, alla Casa Bianca sono convinti di poter spingere i produttori di auto americani (oltre ai Big 3 di Detroit non scordiamoci le grandi fabbriche americane di Toyota, Honda, Nissan, BMW, Mercedes, Volkswagen e Volvo) ad alimentare una catena della fornitura nazionale in grado di andare dalle materie prime per le batterie (con $12,5 miliardi riversati solo in questo settore) alla riconversione delle linee di assemblaggio.
Ma accanto al sostegno all’offerta ci saranno cospicui sussidi alla domanda per l’acquisto di auto e pickup elettrici made in USA, con contributi a fondo perduto mirati a rendere gli acquisti di modelli del settore alla portata della famiglia media di Peoria, Illinois o di Kalamazoo, Michigan.
Ben consapevole grazie alla lezione dei Supercharger Tesla che non c’è diffusione di auto elettriche senza infrastruttura, l’esecutivo intende anche promuovere sostegni ai governi dei 50 stati e a quelli locali per arrivare a costruire una rete nazionale di mezzo milione di postazioni di ricarica pubblica entro il 2030, il tutto supportato da standard di elevata qualità, perché colonnine da 22 kW presenti sulla mappa non risolverebbero alcunché.
Sempre a livello di attività locale, una parte dei fondi accantonati a Washington servirà a spingere su distretti scolastici e contee perché sostituiscano 50.000 autobus diesel con modelli più sostenibili e soprattutto perché almeno il 20% della nuova flotta sia fatta di scuolabus elettrici. Il Clean Buses for Kids Program sarà sostenuta da Agenzia federale per l’Ambiente e Dipartimento dell’Energia.
Inoltre all’interno dell’American Jobs Plan il governo federale punterà a raggiungere ogni capitolo di spesa suscettibile di rendere la fornitura di veicoli del governo il più sostenibile possibile. Un obiettivo che inizierà con la più che densa flotta appartenente al servizio postale federale.
Il tenore cambierà durante l’attuale presidenza anche per quel che riguarda l’energia. Il governo implementerà l’Energy Efficiency & Clean Electricity Standard, puntando al 100% di elettricità da fonti pulite entro il 2035 e a pesare in modo sostanziale sull’assetto a medio e lungo termine dell’energia e dell’infrastruttura elettrica.
Il nuovo piano, se approvato dal Congresso in questa forma, potrà avere anche un effetto già sul breve periodo nei mercati dell’energia: a Washington intendono passare quanto prima al 100% di energia rinnovabile per ogni edificio collegato alle attività del governo federale.
Secondo i primi calcoli di Costa Samaras, professore alla Carnegie Mellon University, si tratta di una “bolletta” di $4,6 miliardi, che incentiverà l’ulteriore diffusione della generazione da rinnovabili.