MOBILITA

L’Urban Air Mobility ora attrae anche GM ed FCA

Il potenziale del settore dei “taxi volanti” ispira chi ha competenze nelle batterie come GM o in generale di manifattura come FCA, mentre chi ha più anni alle spalle come Volocopter è ormai in cerca di certificazione al volo

La settimana del CES 2021, sperabilmente l’unico della serie segnato dal solo afflusso virtuale, è stata anche un periodo di notizie interessanti riguardanti il settore della Urban Air Mobility. A cominciare dal momento di gloria del numero uno del design di General Motors Michael Simcoe durante le giornate d’apertura dell’evento.

Simcoe ha presentato di due concept, uno shuttle elettrico autonomo (il Cadillac Halo) e un EVTOL. Se nel campo dei veicoli autonomi la società diretta da Mary Barra dispone già di una divisione (Cruise) che potrebbe sviluppare e costruire la navetta, meno chiaro è dove intenda arrivare GM manifestando questa improvvisa attrazione per la Urban Air Mobility.

Simcoe ha indicato che i rapidi progressi nella tecnologia dei veicoli elettrici e delle batterie renderanno possibile il trasporto aereo individuale in ambito metropolitano, a costi molto diversi da quelli con cui ci si può già spostare in elicottero.

L’ipotesi del gruppo di Detroit riguarda un mezzo con una batteria dalla capacità di 90 kWh con quattro rotori in grado di farlo muovere a 90 chilometri orari e connesso alla futura infrastruttura, anche se non è chiaro se si tratta di un veicolo a piena autonomia o di qualcosa per cui occorra una forma di brevetto, come farebbe sospettare il fatto che sia monoposto.

Se quelle di GM appaiono intenzioni e idee, quelli di Archer Aviation con FCA sono veri e proprio progetti già sfociati in un accordo destinato a estendersi nel settore della Urban Air Mobility. La startup di Palo Alto sta sviluppando un EVTOL con batteria di capacità netta di 143 kWh, adeguato a percorrere quasi 100 chilometri con punte di 240 km/h: caratteristiche che si conciliano con la definizione di taxi volanti.

Da FCA Archer vuole attingere ad economie di scala per quanto riguarda i settori della progettazione, dell’ingegnerizzazione e di certe competenze in alcuni materiali, come i compositi. I primi risultati si vedranno nell’abitacolo del prototipo che Archer conta di varare nella prima metà di quest’anno, mentre la produzione dovrebbe mettersi in moto nel 2023.

Fondata in California da Brett Adcock ed Adam Goldstein, Archer Aviation punta a una produzione su larga scala per i propri taxi volanti che vogliono farsi largo nel settore della Urban Air Mobility (credito immagine: ufficio stampa Archer Aviation via Global Newswire)

Non tra due anni ma la settimana scorsa la tedesca Volocopter ha reso pubblico di aver iniziato le procedure di richiesta di permessi per alla Federal Aviation Administration per commercializzare il suo taxi volante VoloCity, operazione che segue quella analoga in corso in Europa per ottenere dalla EASA la certificazione al volo. Da questo lato dell’Atlantico Volocopter ha già ottenuto la DOA (design organization approval), ovvero la licenza per sviluppare e costruire aeromobili certificati.

Volocopter sostiene di poter vedere approvato in Europa il suo biposto EVTOL entro due anni, un traguardo che una volta superato le consentirebbe di lanciare operazioni commerciali anche in aree che riconoscono l’omologazione EASA, come ad esempio Singapore.

Volocopter non ha ancora fissato una città o un’area metropolitana americana come sua prima sede, mentre a novembre del 2020 la concorrente Lilium aveva annunciato la scelta di Orlando, come sito per il primo vertiporto nordamericano, probabilmente attirata dalla presenza dei parchi divertimenti del gruppo Disney in Florida.

Credito foto di apertura: ufficio stampa General Motors