Balletto a tre nella micromobilità tra Uber, Lime e Jump
Lime sarà controllata dalla società dei taxi privati di San Francisco, che metterà negli asset dell’azienda dei monopattini elettrici le attività di Jump, attiva a Roma nel bike sharing
La micromobilità ha ricevuto nelle scorse ore una scossa importante al suo ancora giovane e precario assetto: Uber ha guidato un gruppo di investitori che metterà $170 milioni freschi nella startup Lime.
Fino a pochi mesi fa era considerata una delle superstar del settore, ma come altre rivali la sua reputazione si è appannata con la pandemia che è esplosa proprio mentre la micromobilità sembrava rilanciarsi, col blocco generalizzato, nel caso di Lime, dei monopattini elettrici coi quali si è fatta conoscere in molte metropoli e città globali.
La cosa interessante anche una città italiana perché con questa operazione, alla quale partecipano oltre a Uber anche altri investitori rinomati come Bain Capital Ventures e Alphabet (che controlla Google), la società di San Francisco metterà in pancia alla sua, ormai possiamo chiamarla così, controllata Lime le attività di Jump. Ovvero la società che noleggia sia monopattini elettrici sia biciclette, ed è presente nello Stivale, a Roma.
L’accordo è stato rivelato a poche ore di distanza dall’annuncio di tagli alla forza lavoro della società dei taxi privati che riguarderanno il 14% dello staff, ovvero circa 3.700 dipendenti. L’effetto della crisi sanitaria sui conti di Uber è stato in misura prevalente negativo, con un taglio dell’80% alle corse globali registrate, in pratica tutti i clienti abituali che non facessero parte delle categorie essenziali sono rimasti a casa.
L’amministratore delegato Dara Khosrowshahi ha potuto nelle settimane recenti contare soltanto sulla divisione Uber Eats che consegna pasti a domicilio per segnali di crescita e ricavi sostanziali.
La fase attuale con la pandemia che ancora non si sta eclissando e l’assenza di una divisione delle consegne merci per compensare i veicoli fermi sta probabilmente facendo vivere un momento pieno di timori allo staff di Jump, che secondo la CNBC è di circa 500 persone globalmente distribuite. Lime alla TV economica americana ha detto che cercherà di includere alcuni dei dipendenti Jump nei propri ranghi.
L’annuncio formale non ha rivelato la valutazione della startup americana, salvo confermare che sia stata ridimensionata rispetto al precedente round di finanziamento che l’aveva interessate.
Secondo la testata della Silicon Valley The Information Lime sarebbe stata valutata $510 milioni, ovvero il 79% in meno della precedente valutazione. Un ridimensionamento che non si sa ancora che effetti avrà sulle attività di Jump.
In particolare a Roma, dove a fine aprile le istituzioni locali hanno rivelato il proprio interesse ad avere società intenzionate a portare in città monopattini elettrici (con flotte tra i 750 e le 1.000 unità ciascuna).