È stata la settimana del rilancio della mobilità condivisa?
Da Parigi a Berlino si sono susseguite le buone notizie riguardanti car sharing, scooter sharing e monopattini elettrici, ma crescono le incognite dello choc sanitario
Nei mesi passati hanno soffiato spesso i venti contrari alla direzione della crescita della mobilità condivisa. Anche quello che si può con pochi dubbi considerare il settore più vivace, quello dei monopattini elettrici, da questo lato dell’Atlantico ha proceduto nel migliore dei casi a ritmo di stop-and-go.
Ma in una sola settimana si sono succeduti annunci e notizie che, tanto ravvicinati, lasciano pensare che ci sia motivo di non perdere la fiducia nell’avvicinarsi di un rilancio della mobilità condivisa. La prima riguarda Parigi, una delle grandi metropoli che, con Londra, Berlino e Milano, rappresenta una calamita irresistibile per le società del ramo.
Dopo Madrid, dove è attivo da ottobre 2017, il servizio di Zity aprirà anche sulle rive della Senna. Nato dalla collaborazione tra Renault e la conglomerata spagnola Ferrovial, sarà presente nelle strade parigine con 500 Zoe disponibili a partire da marzo. Inutile dire che il servizio passerà da una app per localizzare, aprire le Zoe e poi pagare a fine noleggio.
La gestione del servizio, trattandosi di veicoli elettrici, si occuperà di escludere dalle mappe online le Zoe che man mano scenderanno sotto una certa soglia di carica e il personale provvederà a collegarle alle colonnine della metropoli transalpina. Zity proporrà varie formule a parigini e turisti, incluso al minuto oppure a forfait di 4, 8 oppure 24 ore.
Sempre in Francia, Cityscoot ha appena raccolto altri €23,6 milioni di fondi da Allianz France, Groupe RATP e Banque des Territoires e altri €6 milioni in mutui per ampliare il suo servizio di noleggio di scooter, oggi attivo a Parigi e Nizza, ma già sbarcato in Italia a Milano e Roma. Grazie ai fondi freschi la prossima tappa sarà Barcellona, dove la startup intende aprire a maggio.
Nelle quattro città dove finora è attiva Cityscoot dispone di una flotta di 8.000 scooter. Solo nella capitale francese Cityscoot riesce a gestire dai 15.000 fino ai 25.000 noleggi giornalieri, col servizio preso d’assalto nei giorni degli scioperi generali dei trasporti. Nei mesi passati Cityscoot aveva anticipato la possibilità di prenotare un noleggio per chi usa l’app Uber, anche se quell’intenzione finora non si è concretizzata.
Altre notizie interessanti arrivano da Berlino, dove Tier Mobility si è mossa per rilevare 5.000 scooter elettrici dalla liquidazione di Coup. La startup, finanziata da Bosch aveva cessato a fine 2019 il servizio di bike sharing attivo dal 2017 a Berlino, Parigi, Madrid e Tübingen.
Tier ripartirà da Berlino per espandersi in altre località in seguito, e ha in programma di usare gli scooter incamerati certamente a prezzo di saldo per completare la propria offerta che, come noto, attualmente si basa sui monopattini elettrici.
Non sono molti i gruppi della mobilità in grado di far questo finora, e questo è un problema quando una cliente che usa abitualmente un monopattino elettrico ha la necessità di percorrere distanze un po’ più rilevanti e magari a velocità più alta di quella consentita ai monopattini.
Tier a gennaio aveva anche rilevato un’altra startup, la britannica Pushme, attiva nelle batterie ricaricabili e nelle stazioni di sostituzione. All’apparenza questo può avere impatto sull’altra operazione, perché nella gestione di Coup non era marginale la necessità della sostituzione rapida delle batterie dei suoi scooter costruiti a Taiwan da Gogoro, alternativa preferita alla ricarica dalle colonnine.
L’ultimo segnale di possibile rilancio della mobilità condivisa viene dal settore dei monopattini elettrici e riguarda Spin, la società californiana acquisita da Ford alla fine del 2018. Dopo essere arrivata a mettere piede in 60 città (e 25 campus universitari) in nord America, la startup di San Francisco annuncia che entrerà anche in Europa.
Prima città toccata dall’idea di espandere il mercato sarà Colonia, la storica sede europea della casa di Dearborn. Dopo la città renana, la prossima primavera, Spin si rivolgerà ad altre città tedesche, per cercare poi di partecipare a gare per ottenere permessi di attività anche altrove, a cominciare da Francia e Regno Unito. Per il gruppo Ford questo costituisce una sorta di ripartenza nella mobilità, dopo che era stato frettolosamente chiuso un tentativo di far funzionare il servizio di car pooling Chariot.
Ovviamente tutte queste notizie recenti, da quelle sul car sharing ai monopattini elettrici in condivisione, sono l’esito di operazioni e trattative che precedevano l’emergenza sanitaria che in questo mese di febbraio che sta chiudendosi sta ormai toccando l’intera Europa e l’Italia per prima.
In Cina, dove come noto il Covid-19 si è inizialmente diffuso a partire dalla metropoli di Wuhan, studi della associazioni datoriali e confindustriali cominciano già a sottolineare un futuro effetto positivo sull’approccio del pubblico verso i veicoli di proprietà, che invece i cinesi stavano accantonando per preferire i taxi privati come quelli di Didi e rivali.
Appare presto per ipotizzare le conseguenze del gradimento del pubblico europeo verso la mobilità condivisa dopo lo choc derivante dalla diffusione dell’epidemia. Una interpretazione psicologica più che statistica o economica, potrebbe essere che la diffidenza verso mezzi condivisi sarà tanto maggiore quanto minore è lo spazio chiuso: ovvero un monopattino elettrico o uno scooter potrebbero creare meno timori, specie se chi li usa impiegherà un suo casco, di un veicolo con tetto e portiere. Ma qui siamo nel campo della sensazione e non nell’analisi scientifica.