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Robotaxi ed ATG Uber passano ad Aurora

Alla ricerca di ogni occasione di tagliare i costi, Uber cede ad Aurora la divisione della guida autonoma e compra una quota del 26% per $400 milioni

La scorsa estate un articolo del Financial Times definiva Aurora l’ultimo degli unicorni dell’epoca d’oro della self-driving car. Adesso le fortune della startup fondata nel 2017 da Sterling Anderson, Chris Urmson e Drew Bagnell si fondono con quelle dell’ingombrante unicorno di un altro settore, la gig economy: Uber.

Aurora e la società di San Francisco infatti hanno confermato che quest’ultima venderà ad Aurora Innovation la propria divisione ATG (Advanced Technologies Group). Non che Uber abbia ammesso di uscire dal settore della guida autonoma. Ma per il gruppo nato col ride hailing e che in questo bizzarro 2020 ha trovato ristoro dal settore del delivery di pasti e cibi, è un lungo percorso rispetto al 2016 o 2017.

Anni in cui il fondatore (ormai uscito da tempo) Travis Kalanick pensava che arrivare a schierare flotte di robotaxi fosse la strada per fare profitti iperbolici. Anni in cui analisti di banche d’affari ed esperti sostenevano che i titani del ride hailing come Uber o Didi Chuxing avrebbero spazzato via i gruppi auto, perché i primi erano in grado di fornire con più efficienza la mobilità necessaria nel terzo millennio rispetto ai secondi.

Che le cose siano cambiate da tempo ad Uber lo sappiamo da quando aveva preso le redini l’ex-numero uno Expedia Dara Khosrowshahi. Che le cose siano cambiate nella visione della fornitura di mobilità e del settore della guida autonoma avanzata lo capiamo dal fatto che Aurora per inglobare ATG non paga neanche un’ombra di quanto ha speso Uber per svilupparla a gestirla.

Tra 2017, 2018 e 2019, le perdite che Uber ha messo sui libri per programmi di tecnologia ammontavano a $1,579 miliardi. L’accordo avrebbe valutato ATG $4 miliardi. L’anno scorso ATG aveva raccolto $1 miliardo in un round di investimento guidato dalle giapponesi Toyota e SoftBank Group valutandola $7,25 miliardi.

Adesso sarà Uber l’investitore: $400 milioni in Aurora come parte dell’accordo. In cambio riceverà una quota del 26% della startup e Khosrowshahi entrerà anche nel board di Aurora. Il finanziamento avrebbe valutato Aurora $10 miliardi, molto più di quanto hanno fatto ad agosto Amazon, i fondi di investimento Sequoia e T. Rowe Price ed altri che hanno versato $700 milioni di denaro fresco nelle casse della startup.

Secondo le note che hanno accompagnato l’annuncio i due gruppi collaboreranno a lancio e commercializzazione di veicoli a guida autonoma. Quello che manca alla nuova alleanza per il momento sembrano essere i partner.

I fondatori di Aurora hanno mantenuto una eccellente reputazione che si erano conquistati nei precedenti trascorsi professionali, ma collaborazioni coi gruppi Volkswagen, Hyundai ed FCA non hanno avuto seguito.

Quello che manca ad Aurora potrebbe arrivare tramite i contatti di ATG: le divisioni della ricerca e tecnologia Toyota e Softbank hanno conservato buoni rapporti con la divisione Uber anche dopo momenti difficili molto pubblicizzati.

Momenti difficili come l’incidente mortale di un robotaxi Uber in Arizona e l’affare di spionaggio industriale che seguito al passaggio del tecnico Anthony Levandowski da Waymo (Alphabet) a Uber e che era costato $245 milioni sistemare, mentre al tecnico ad agosto un tribunale americano ha comminato una pena di 18 mesi per furto di segreti industriali.

Nessuna controversia ha invece toccato la startup di Palo Alto, che dispone non solo di tecnologia ma anche di permessi per testare veicoli a guida autonoma avanzata a San Francisco e Pittsburgh, e da luglio anche nell’area metropolitana di Dallas-Fort Worth.

Sempre che quello dei robotaxi sia confermato come futuro mercato principale: in più interventi Urmson e altri manager Aurora hanno indicato nel settore dei veicoli commerciali quello con le più rapide e sostanziali possibilità di presenza e successo per la tecnologia, non solo a livello software, ma anche hardware.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Uber