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Uber ha appena ricevuto una chiamata da $10 miliardi

La società giapponese SoftBank apre il portafoglio per una quota rilevante della startup americana e contribuisce a far cessare le lotte interne

Ieri il board di Uber ha approvato un accordo, scherzosamente definito da alcuni un accordo di pace, che permetterà ad un consorzio di investitori guidato dalla giapponese SoftBank di rilevare una quota importante e in buona sostanza decisiva nel capitale del gigante della sharing economy, una quota che dovrebbe costare nel complesso ai nuovi soci circa $10 miliardi.

Si tratterà di un accordo che è stato definito di pace con qualche ragione, perché dovrebbe servire a mettere fine alle cause tra alcuni attuali soci rissosi della più valutata startup del mondo, in particolare il fondo di venture capital Benchmark ed il co-fondatore di Uber Travis Kalanick.

Quando i passi previsti dall’accordo saranno completati, ovvero quando tutte le azioni saranno state acquistate, SoftBank ed i suoi partner dovrebbero avere almeno il 14% di Uber e il consiglio di amministrazione sarà riformato in modo da riflettere la nuova situazione societaria.

L’ingresso nel capitale di Uber da parte dell’attivissimo gruppo giapponese diretto da Masayoshi Son implica che procederà senza ulteriori intoppi il percorso dell’azienda di San Francisco verso la quotazione in borsa.

Il nuovo amministratore delegato Dara Khosrowshahi l’ha promessa per il 2019. Allora si vedrà se il mercato giudicherà appropriata la valutazione attuale dell’azienda compresa tra i $40 e $50 miliardi, ma lontana dai fasti raggiunti a fine 2016: quasi $70 miliardi.

I rapporti stretti di Uber con SoftBank avranno inoltre implicazioni sull’assetto globale del mercato delle corse di taxi, o ride hailing che dir si voglia. I giapponesi hanno quote più o meno grandi in tutti i protagonisti del settore in Asia, dalla cinese Didi Chixing a Grab in Sudest Asiatico a Ola in India oltre a 99 in Brasile.

Ora con uno o più gruppi potrebbero svilupparsi rapporti meno conflittuali e perfino collaborativi rispetto a quelli che erano tipici del periodo della direzione di Kalanick. L’aria sembra cambiata a tutti i livelli e in tutte le regioni, all’interno ed all’esterno di Uber.

Il nuovo capo nella regione asiatica Brooks Entwistle ha già fatto sapere di voler trattare e lavorare insieme alle compagnie di taxi oggi già presenti nelle varie aree del continente. Un atteggiamento collaborativo che è l’esatto opposto di quello portato allo scontro prediletto dal fondatore Kalanick.


Credito foto di apertura: sito internet Uber