L’addio BMW i8: e la strategia di Norbert Reithofer ora è storia
Mentre il nuovo trio di elettriche pure bavaresi sta per monopolizzare la scena, sta per chiudersi la storia della supercar basata su una ricetta di carbonio e batterie
Era davvero un’altra epoca, quella nella quale era nata BMW i8. Aleggiavano da tempo le voci che davano per prossima la fine di uno dei primi modelli in grado di dimostrare cosa potevano mettere in campo i gruppi auto tradizionali, una volta decisi a produrre auto a basse emissioni (42 grammi di CO2/km, in questo caso).
Adesso il gruppo di Monaco di Baviera ha confermato con una nota che la prima ibrida BMW di sempre sta per diventare una pagina di storia, affiancandola a modelli iconici anche nelle immagini.
Il progetto BMW si era rivelato uno dei più ambiziosi di sempre, a Monaco. E ovviamente risale a un’epoca in cui non aveva ancora le redini del gruppo l’attuale amministratore delegato Oliver Zipse. E nemmeno a quella del suo predecessore Harald Krüger.
Era stato il risultato dell’ambiziosa rivoluzione nel mondo della manifattura auto voluta dall’allora numero uno Norbert Reithofer e basata su una ricetta semplice, perché basata su due ingredienti: batterie e carbonio. Ricetta semplice ma costosa, perché solo pochi anni fa avvicinarsi ai compositi e alle celle per batterie di trazione era molto più costoso di oggi.
Ma la decisione di Reithofer nel portare avanti il progetto della BMW i8 e quello quasi coevo della i3 (per la quale la casa tedesca ha anche deciso di costruire uno stabilimento dedicato all’offerta elettrificata a Lipsia) hanno messo in marcia un percorso che dovrebbe, nel periodo compreso tra questo travagliatissimo 2020 ed il prossimo 2021 che già un intero pianeta spera arrivi presto, sfociare nel lancio delle iX3, i4 ed iNext.
Presentata come concept al Salone IAA di Francoforte nel 2009, le prime sono state consegnate a partire dal 2015. Oggidì la sua batteria con capacità di 7,2 kWh non appare di grandi dimensioni nemmeno per una ibrida plug-in media.
Peraltro il contributo di quelle celle era sufficiente ad una autonomia solo elettrica fino a 37 chilometri, oppure a portare fino a 500 chilometri l’autonomia complessiva lavorando in sincrono col motore convenzionale.
Il motore di origine motociclistica tre cilindri da un litro e mezzo, è accreditato di una potenza di 231 cavalli, che abbinato ad un motore elettrico da 131 cavalli porta la potenza totale disponibile a 362 cavalli, con una coppia massima di 570 Nm.
Questa accoppiata consentiva alla clientela di raggiungere una velocità massima di 250 km/h, mentre l’accelerazione 0-100 km/h poteva (e può) essere affrontata in 4,4 secondi. Come dire, e qualche cliente del modello ce lo confermato, la i8 tra i difetti non ha mai avuto quello di essere noiosa…
Probabilmente, essendo la BMW i8 quanto di più vicino ci sia stato nel corso degli Anni ’10 ad una supercar munita di batteria, ha ragione Nico DeMattia a sottolineare nel suo recente post su BMWBlog che la fine della produzione sarà una occasione per festeggiare per chi colleziona auto, in particolare BMW. E segnala come il prezzo di una i8 sul mercato americano per un modello con chilometraggio adeguato oscilli attorno ai $60.000 (attualmente circa €54.000).
La brutta notizia per i collezionisti europei e italiani in particolare sembra essere che da questo lato dell’Atlantico sia difficile oggi trovare un prezzo simile. Va ricordato peraltro che si tratta di circa la metà del prezzo della BMW i8 nuova e che quella con l’immatricolazione più vecchia nel peggiore dei casi può superare di poco i sei anni.
Ma. come ha scritto DeMattia: “nel corso del prossimo biennio è del tutto possibile che il valore continui a scendere. Certo, potrebbe rimbalzare in seguito, man mano i collezionisti la scoprissero interessante, ma questo funziona davvero a favore di quelli che l’hanno acquistata usata. Ma se continua a calare, la pazienza vi ricompenserà con altri risparmi”.
Se come chi scrive non siete tra i fortunati che possono permettersi questi sfizi, quando ne vedrete una fra qualche anno sarà probabilmente difficile non riconoscere che la BMW i8 abbia avuto un look all’avanguardia. Un look che probabilmente continuerà a colpire anche chi non abbia idea che sotto la sua carrozzeria ci sia tecnologia ibrida e un telaio in carbonio.