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Le novità del CES 2020 non sembrano quelle di un’edizione che confonde la vista

Anche quest’anno a Las Vegas i robot non mancheranno, ma negli stand, da quello Bosch ad Ambarella, da ProLogium a Segway, il senso pratico appare predominare su hype e spin

Sappiamo già che non sarà un’altra edizione fatta su misura per le auto a guida autonoma, non sarà un’edizione dominata dagli assistenti personali e nemmeno quella dei droni. Le presenze dei gruppi auto quest’anno non saranno di profilo alto, con rare eccezioni. Nella giungla di note ufficiali, video, comunicati che hanno preceduto l’apertura di domani, uno sguardo d’insieme su Las Vegas suggerisce la presenza di molte novità suscettibili di trovare presto una concreta applicazione.

Non che siano assenti i robot e nemmeno i droni o gli shuttle autonomi. Ford, che al CES 2020 non ha portato anteprime mondiali preferendo dedicarsi a raccogliere consensi e popolarità per il nuovo SUV elettrico Mustang Mach-E, ha comunque ospitato nel proprio stand una novità in tema con le edizioni più avveniristiche della rassegna del Nevada.

Dopo aver lavorato sui prototipi, la startup Agility Robotics mette sul mercato Digit, il suo primo robot a due gambe (o zampe) e proprio Ford sarà il primo cliente. Nè Agility né Ford hanno menzionato il costo di un singolo Digit, che era stato presentato al pubblico per la prima volta la scorsa primavera.

La casa di Dearborn era stata presto coinvolta nello sviluppo di questa macchina in grado di sollevare pacchi da 40 libbre (circa 18 chili) e in queste ore ha ricevuto i primi due provenienti dalla linea di produzione. Il centro esperienze dell’Ovale Blu si sta adoperando per capire come possano lavorare insieme robot come Digit e i veicoli a guida autonoma che Ford sta sviluppando con particolare vigore grazie alla divisione Argo.

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Tra le novità del CES 2020 allo stand Ford, il SUV elettrico Mustang Mach-E è un arrivo più recente perfino dei prototipi del robot Digit; quale creerà più curiosità? (credito foto: ufficio stampa Ford Motor Co.)

Secondo il numero uno della tecnologia del marchio americano, Ken Washington, macchine come Digit sono quello che serve a un’azienda come Ford interessata alle consegne automatizzate di merci per superare l’ostacolo degli ultimi metri: dal parcheggio o dal marciapiede alla porta di chi ha ordinato.

La maggior parte delle più concrete novità del CES 2020 potrebbero passare inosservate o quasi, visto che non sono… in grado di camminare. Sarebbe un peccato, perché ad esempio Bosch svela in questa edizione di essere riuscita a mettere mano in modo innovativo ad una componente dell’automobile che era rimasta sostanzialmente ferma per decenni.

Il che non vuol dire che non sia importante: ma le alette parasole convenzionali solo fino ad un certo punto in situazioni brevi e critiche sono in grado di aiutare gli automobilisti. Il colosso della fornitura col suo Virtual Visor integra in un nuovo dispositivo un display LCD, una camera per il riconoscimento facciale ed un software di rilevazione.

Il sistema usa riferimenti appropriati sulla “mappa” del viso di chi è alla guida per oscurare una parte dello schermo e proiettargli un’ombra sugli occhi, consentendo così di evitare che luci intense ne limitino il campo visuale.

Di fatto Virtual Visor anticipa quel movimento che si farebbe manualmente con un’aletta parasole per avere ombra sullo sguardo quando si guida controluce. Ma in questo caso il resto dello schermo resta trasparente dove non è necessario sia oscurato. Sebbene Bosch non abbia ancora precisato una data di disponibilità di questo accessorio, vi sono già le prime case auto interessate.

La rivisitazione delle alette parasole del gruppo tedesco non è il solo esempio: Aston Martin, che non pare intenzionata ad imitare subito chi come Audi, Cadillac o Honda si è incamminata sul sentiero degli specchietti digitali con vari approcci, ha portato al CES 2020 un sistema ibrido che integra tre camere nello specchietto retrovisore. L’FDM (Full Display Mirror) Aston Martin è stato sviluppato con la collaborazione di un’azienda del Michigan, Gentex Corporation.

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Aston Martin e Gentex hanno montato un prototipo del Full Display Mirror su una DBS Superleggera. Due camere laterali sono integrate negli specchietti esterni, la principale sul tetto: in caso di maltempo o difetto lo specchietto può funzionare in modo convenzionale (credito foto: Gentex Corporation via PR Newswire).

Se portare le ultime novità al CES 2020 è quasi scontato per titani coreani dell’elettronica di consumo come Samsung o LG, è sempre più un’opportunità anche per le aziende asiatiche che sgomitano per mettersi in luce, specie con il calo dello spazio negli stand occupato dalle rivali cinesi.

SK Innovation, la divisione energia del colosso petrolchimico SK Group, ha promesso di essere protagonista con le sue batterie agli ioni di litio e i materiali avanzati. In particolare grazie a celle che spiccano per elevato contenuto di nickel e per separatori (di cui ha fabbriche in Corea, Cina e Polonia) in grado di contribuire a stabilità e rendimento degli elettrodi. In questi giorni ha perfezionato l’acquisto già  deciso la scorsa estate di KCFT, maggior produttore globale di lamine di rame, usate dai produttori di batterie come collettori di corrente per le celle, spesse (si fa per dire) fino a 5 micrometri.

Proprio come l’altro gruppo coreano Hyundai (che in questa edizione punta sulla Urban Air Mobility) SK Innovation intende ora proporre applicazioni delle sue batterie e dei prodotti per fabbricarli anche a tutto tondo negli altri settori del trasporto dove ancora elettrico è una domanda più che una risposta: come treni, aerei e navi.

L’opposto di SK Innovation intende fare la coreana Jenax: al CES 2020 organizzerà presentazioni private e limitate. Il prodotto che sta presentando però meriterebbe più pubblicità. L’azienda cerca nuovi clienti ed applicazioni per la J.Flex: batteria ultra-sottile che può essere piegata e accartocciata, già lanciata per gli usi nelle apparecchiature bio-medicali.

Le batterie Jenax, che non impiegano elettroliti liquidi ma semi-solidi in forma di gel, sono un supporto alla creatività progettuale, e l’ultima idea dell’azienda è di spingerle nel settore delle attività sportive. La batteria J.Flex una volta ampliata la scala potrebbe diventare una risorsa anche per mezzi di trasporto, specie dove si cerca flessibilità nella progettazione: la rivale taiwanese ProLogium, che sviluppa prodotti simili, ha già in progetto di passare alla fornitura di celle con elettroliti allo stato solido verso il 2022, insieme alle startup cinesi NIO, Aiways ed Enovate.

ProLogium ha portato le sue celle con tecnologia MAB (Multi Axis BiPolar +), che come altre soluzioni di produttori in Asia, sembra puntare oltre che sugli elettroliti anche una struttura aggiornata e semplificata dei moduli nei quali le celle sono assemblate. Secondo la nota stampa, non proprio generosa di dettagli, la tecnologia proposta migliorerà l’efficienza dei pacchi assemblati tra il 29 ed il 56, 5 %, probabilmente una forchetta che varia a paragone di differenti chimiche degli elettrodi.

Le celle delle batterie non sono il solo settore delle auto del futuro ad attirare il pubblico e gli insider a Las Vegas: continuano ad affacciarsi novità nel campo dei sensori. Forse Livox Technology non è il brand più noto nel mondo dei LiDAR, ma trattandosi di una divisione di quella DJI che domina il mercato globale dei droni il suo arrivo non passa inosservato.

Livox al CES 2020 presenta due nuovi prodotti che potrebbero interessare anche chi sta sviluppando veicoli autonomi. Il modello Horizon sarà in vendita a $999 e in grado di “vedere” fino a 260 metri, mentre il range operativo del Tele-15 è in grado di far arrivare gli impulsi laser fino a 500 metri di distanza.

Le caratteristiche tecniche sono basate su una tecnologia differente rispetto ai LiDAR attualmente in commercio. Laddove i prodotti più avanzati per coprire il campo visivo tracciano fino a 128 linee sovrapposte, il sensore Livox sfrutta un movimento a spirale per scansiona re il 99,8% del suo campo visivo di 15°. L’influsso della casa madre DJI, lascia presagire che rete  distributiva e prezzi di questi LiDAR possano giocare un ruolo.

Le dimensioni della kermesse del Nevada quasi obbligano numerose compagnie presenti a limitare le demo a partner abituali e ospiti selezionati. Ambarella, che in Italia forse è ancora nota soprattutto come capogruppo del celebre Vislab di Parma specializzatosi nella guida ad elevata automazione, dal terreno prediletto dei chip montati dalle action camera di maggior successo si è allargata da tempo al terreno automotive.

Al CES ha portato due nuovi SoC, distribuiti a partire dalla prima metà di quest’anno: CV22FS e CV2FS, entrambi realizzati su architettura CVflow, grazie alla quale i chip della società di Santa Clara sono in grado di supportare dispositivi di computer vision con una risoluzione di 8 o più megapixel a 30 frame al secondo, ideale per riconoscimento di oggetti a lunga distanza e con elevata precisione, come richiesto dai sistemi ADAS.

I sistemi ADAS che Ambarella sta sviluppando insieme a partner come Hella Aglaia e ZF, al CES 2020 sono diffusi in un gran numero di stand. Non sempre dove più te li aspetti. L’ultima volta che abbiamo visionato uno stand Segway, all’ultimo EICMA, non ci aveva colpito molto l’apertura al settore dei quad e dell’off-road, per di più con propulsione non al top della sostenibilità.

La novità Segway al CES 2020, accanto ad una curiosa seggiola a motore elettrico, è però il monopattino elettrico Kickscooter Air T15. Al contrario dell’ambizioso modello Kickscooter T60 che è stato anticipato la scorsa estate e ha incuriosito per la caratteristica di poter tornare alla docking station da solo, con il nuovo modello è stata svelata la tipica funzionalità ADAS del cruise control, con la quale ormai la maggior parte di chi guida ha ormai una qualche familiarità.

Forse pensando alle polemiche sugli incidenti già numerosi dove la micro-mobilità si è fatta largo, Segway sembra avere pensato a semplificare accelerazione e frenata, più che sottrarle al controllo di chi noleggia o guida il monopattino, che sarà posto in vendita negli U.S.A. a $699.

Il Kickscooter Air T15, che ha un motore da 300 watt e può raggiungere una velocità di 20 km/h con un’autonomia di circa 15 chilometri, si regola coi… piedi, spingendolo come fosse un monopattino meccanico al ritmo desiderato che poi il veicolo mantiene grazie ai sensori di bordo, dando più potenza alla ruota in salita se necessario. Si rallenta o ci si ferma agendo sul freno della ruota posteriore.

Sui monopattini elettrici forse non li vedremo subito, ma sulle auto crescono di numero e in compiti gli assistenti: oggi Amazon ha confermato le nuove applicazioni per il suo prodotto di successo per eccellenza nel settore, Alexa. L’Echo Auto diventerà una presenza normale su auto di lusso come Lamborghini o il pickup elettrico Rivian. Ma Jeff Bezos guarda anche alla clientela normale, e prestissimo sarà possibile pagare alla stazione di servizio mediante l’assistente personale.

Non che sia per forza obbligatorio affidarsi a software e sistemi americani per le nuove frontiere della connettività in auto: Renault e le startup francese Otodo renderanno presto possibile ai modelli che già dispongono di servizio Easy Link, come le compatte Zoe, Clio e Captur, di collegare all’auto la propria abitazione, controllandola a distanza ed azionando riscaldamento o aria condizionata ed eventuali elettrodomestici in grado di dialogare con impianti domotici.

 


Credito foto di apertura: ufficio stampa Robert Bosch GmbH