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Tesla rialza la testa a Wall Street quando Musk giura che la domanda c’è

Dopo il calo in borsa del 35% l’assemblea degli azionisti Tesla offre un po’ di sollievo ai fedelissimi della casa americana, che batterà i record di consegne trimestrali ed entra nelle assicurazioni

L’assemblea annuale degli azionisti Tesla Inc. conclusasi durante la notte italiana non ha avuto i sussulti e i clamori che in passato le apparizioni pubbliche del suo numero uno Elon Musk comportavano quasi inevitabilmente.

E forse è stato meglio così perché in uno scenario di quasi normalità, per quanto possa esserlo quello che ha a che fare con Musk, il sentiment del momento è stato quello dell’ottimismo e le azioni della marca californiana ne hanno beneficiato salendo quasi del 4% nell’after hours, dopo un +2% con cui avevano chiuso il martedì: dall’inizio dell’anno avevano perso il 35%.

La cosa che più sembra avere rassicurato è la reiterazione del mantra che non esiste un problema di domanda per la Model 3. Per convincere Musk ha sottolineato come in America la media elettrica prodotta a Fremont negli ultimi quattro trimestri abbia superato la concorrenza delle berline rivali (soprattutto giapponesi come la Toyota Camry, inclusa una Honda Corolla che era un evidente refuso).

Tesla rialza la testa a Wall Street quando Musk giura che la domanda c'è
Uno screenshot tratto dalla conference call durante l’assemblea annuale degli azionisti Tesla mostra il confronto dei ricavi degli ultimi quattro trimestri dovuti alle vendite di auto tre volumi in America.

E tuttavia l’assodata competitività dei californiani in un settore come quello delle tre volumi (che è in calo in tutto il pianeta) non bastava a rassicurare del tutto. Musk ha in effetti confermato che con le vendite che corrono più della produzione per Tesla sarà fondamentale in questo trimestre consegnare tra i 90.000 ed i 100.000 pezzi, rispetto ai 63.000 con cui si è chiuso il primo trimestre 2019.

Resta palese a tutti che per Tesla far arrivare alla clientela europea e cinese le auto vendute resta una sfida complicata. Misurarsi con una concorrenza globale del resto comporta rincorrere il know-how di gruppi rivali che un’impronta planetaria ce l’hanno da tempo e che attualmente hanno il problema opposto di Musk: invece che un solo sito produttivo in America tanti, pertanto un moltiplicarsi di rischi in una fase protezionista.

E tuttavia Musk ha reiterato la fiducia per i progressi della fabbrica cinese di Shanghai, che marcia bruciando le tappe per arrivare a produrre il crossover Model Y a pieno regime a fine 2020. Un modello che non solo sarà secondo Tesla un best seller, ma venderà quanto le attuali Model 3, Model S e Model X combinate.

Ammesso, si capisce, che nella nuova fabbrica cinese non saltino fuori problemi iniziali di qualità, che sono stati vissuti nella sede storica di Fremont con le prime Model 3, ma a cui non sfuggono nemmeno i grandi marchi storici premium. Nemmeno nel settore delle elettriche.

Dopo un richiamo che ha coinvolto il SUV elettrico Jaguar I-Pace, nelle giornate passate è toccato all’Audi E-tron lanciare una campagna per sostituire una guarnizione potenzialmente difettosa che può comportare rischi di corti circuiti o all’eccesso perfino di thermal runaway.

E tuttavia per quanti possano essere i problemi di infanzia e di crescita di un nuovo impianto, non sembra esserci scelta al moltiplicare i siti produttivi: tanto che Musk ha confermato di sperare di definire entro fine 2019 dove saranno prodotte in Europa le sue Tesla.

E ha anche confermato un altra intenzione da economia tradizionale più che innovativa: quella di entrare nel settore assicurativo. In passato, in tempi di veicoli convenzionali e di limitata innovazione, guadagnare per le case automobilistiche in molti casi non passava dalla consegna del singolo veicolo ma dal suo finanziamento.

Tesla come aveva anticipato ad aprile si appresta a fare lo stesso, e per questo completerà presto un’acquisizione, probabilmente di una piccola compagnia assicurativa del settore auto, per offrire anche questo servizio a una clientela che tradizionalmente ama il marchio e ben difficilmente respingerà le avance della Tesla Insurance.

Si è trattato della novità più concreta annunciata da Musk nel corso dell’assemblea: a contorno l’industriale sudafricano ha ribadito cose già note: come l’arrivo del prototipo del pick-up, e la produzione pre-serie del camion Tesla Semi a fine anno. Musk ha anche confermato che nella sua agenda la flotta robo-taxi è collocata a fine 2020, ma quanto a guida autonoma e robo-taxi le notizie più interessanti di queste ultime ore stanno arrivando da FCA, Volkswagen, Aurora, non da Tesla…


Credito foto di apertura: AUTO21