Volkswagen rileva il 20% di Northvolt: insieme produrranno batterie in Germania
Nella fabbrica di Salzgitter una nuova joint venture produrrà celle per le auto elettriche della piattaforma MEB, mentre i fondi assicurano tranquillità alla Gigafactory di Skellefteå
Il gruppo Volkswagen ha sempre più fretta nel creare la catena del valore di quell’auto elettrica che sta incondizionatamente sposando. Sono bastate poche settimane al gruppo di Wolfsburg per arrivare a trovare il partner per la sua fabbrica di celle (i componenti elementari di cui sono fatti moduli e pacchi batterie) che a maggio aveva annunciato di voler costruire a Salzgitter.
Il partner prescelto è la svedese Northvolt, insieme alla quale il gruppo tedesco già guida il neo-costituito consorzio EBU (European Battery Union) nato per ampliare la ricerca e le competenze sulla produzione di batterie a 360°: dalla selezione e scelta delle materie prime alla tecnologia delle celle fino al fine vita dei componenti, che dovrà includere il riciclo dei materiali.
Adesso però i due gruppi hanno fatto un ulteriore passo avanti, passando alla manifattura. Prologo a questa svolta la partecipazione del 20% delle quote societarie Northvolt rilevata da Volkswagen, che ora avrà diritto ad un posto nel board. I due gruppi creeranno una nuova joint venture in Bassa Sassonia che realizzerà a partire dall’anno prossimo un impianto da 16 GWh.
La produzione potrebbe cominciare nel 2023 e con un potenziale di espansione di capacità massima di 24 GWh, tecnicamente non una Gigafactory eppure molto importante perché segna un cambio di orizzonti per i gruppi auto tedeschi, fino a pochi mesi fa scettici sulla produzione di celle.
L’investimento Volkswagen, che sfiora il miliardo di euro, era stato già deciso lo scorso maggio. Ma sarà condizionato, come ha ribadito il responsabile numero uno della catena della interminabile fornitura di Wolfsburg Stefan Sommer, alla concessione di sovvenzioni da parte delle autorità tedesche.
Volkswagen in pratica si attende che l’energia necessaria per la produzione delle celle a Salzgitter sia esentata dalle accise e tasse fatte scattare a suo tempo dal lancio della strategia EnergieWende, la transizione alle energie rinnovabili gradita al pubblico tedesco ma costosa per le imprese, specie della manifattura.
Non avrà questo tipo di problemi invece Northvolt Ett: il grande impianto svedese della startup creata da Peter Carlsson e dall’italiano Paolo Cerruti con il varo dell’investimento di Wolfsburg può ora festeggiare la copertura economica dello sviluppo dell’impianto fino alla capacità di 16 GWh.
In seguito verrà portata fino a 32 GWh, facendo del sito di Skellefteå la vera Gigafactory Northvolt. Nel grande nord scandinavo la capillare densità di generazione da energie rinnovabili renderà le celle che usciranno dalla linea di produzione non solo economicamente sostenibili, ma ecologicamente ineccepibili: dalla materia prima a (un giorno) il riciclo.
Come ricordava Patrik Öhlund di Node Pole (consorzio svedese che lavora per attirare nuovi progetti di gruppi della manifattura) il mix energetico scandinavo comporta che paragonata a un’auto convenzionale che emetta 150 grammi di CO2, la produzione di batterie locale accompagna un’auto elettrica alla parità sulle emissioni in soli nove mesi contro due anni e mezzo di chi usa una batteria prodotta con l’attuale mix di generazione medio, considerando che l’auto percorra 12.000 chilometri l’anno.
Il che aiuta a spiegare come ancora prima di iniziare a costruire Northvolt Ett gli svedesi abbiano già accumulato un portafoglio ordini di qui al 2030 del valore di $13 miliardi, sottoscritto in gran parte da gruppi interessati sia alla qualità delle celle che alla loro affidabile certificazione green.
L’approvazione da parte dell’authority svedese del mercato metterà il sigillo ad una operazione a cui oltre al gruppo Volkswagen hanno partecipato fondi gestiti dalla Merchant Banking Division di Goldman Sachs Group, da AMF, Folksam Group, IMAS Foundation. Ma anche dal gruppo BMW che ad ottobre dello scorso anno ha stretto un accordo con gli svedesi e con i belgi di Umicore per sviluppare la de-carbonizzazione del ciclo completo delle celle per batterie destinate al settore dei trasporti.
Da parte sua il gruppo Volkswagen ben difficilmente smetterà si far notizia con i partenariati sulle batterie: dal 2025 in avanti per i modelli nati sulla piattaforma MEB serviranno 150 GWh di capacità per le sole vetture destinate alla Vecchia Europa. Dopo Salzgitter, le voci tedesche vogliono che il prossimo sito possa essere identificato con quello di Emden.