AUTO

Cercate un veicolo amico dell’ambiente? Green NCAP è fatto apposta per voi

Il consorzio nato dalle ricerche sulla sicurezza stilerà classifiche sulla sostenibilità ambientale dei veicoli: si parte dall’efficienza dei consumi, seguiranno autonomia di marcia e life-cycle assessment

Una sussidiaria di NCAP è stata creata per favorire il percorso verso una mobilità più sostenibile e compatibile con l’ambiente. Green NCAP potrà dare il suo contributo creando valutazioni affidabili dell’impatto dei singoli modelli sul pianeta, valutazioni che emergono attraverso una batteria di test studiati per accertarne l’efficienza, condotti sia in laboratorio che in condizioni reali.

La nascita di Green NCAP (affiliato al consorzio costituito da istituzioni governative, federazioni automobilistiche intenernazionali e nazionali, rappresentanti dei consumatori e laboratori di ricerca di otto nazioni europee) analogamente a quanto ha ottenuto da EuroNCAP coi progetti riguardanti la sicurezza dei veicoli, vuole motivare su base volontaria gruppi auto, grandi fornitori e in generale stakeholder del settore automotive a fornire la più completa informazione possibile a chi intende acquistare auto verdi.

Il numero uno di Euro NCAP Pierre Castaing nella nota con cui è stato annunciata la partenza dell’iniziativa ha detto: “per anni c’è stato un mismatch tra il modo nel quale le auto si comportano nei test prescritti dalle normative e come vanno su strada. Spesso i consumatori non ottengono i consumi di carburante dichiarati ufficialmente per i loro veicoli e finiscono col pagare di tasca la differenza. ora la legislazione sta diventando più stringente, ma test che guardano al consumatore possono completarla ed ad andare un passo più in là: possono davvero incoraggiare i costruttori auto a superare la concorrenza innovando nel campo dell’efficienza energetica e delle emissioni. Siamo fiduciosi che risponderanno alla sfida a beneficio di clienti ed ambiente”.

Green NCAP ha già messo alla prova alcune vetture impiegando i parametri dell’efficienza energetica (non è ancora stata inclusa l’autonomia) e nel ventaglio di modelli scelti la prima classifica, basata sulle stelle fino ad un massimo di cinque come nel caso degli apprezzati test sulla sicurezza, senza sorprese ha collocato in cima alla graduatoria due elettriche pure come Hyundai Ioniq e BMW i3.

Dopo le elettriche con cinque stelle con quattro figura solo la piccola citycar Volkswagen up! GTI. Rating zero hanno avuto la Fiat Panda 900, la Ford Fiesta 1.0 Ecoboost e la Volkswagen Golf 1.600 TDI: non casualmente si tratta di due modelli dotati di motori Euro 6 di prima generazione, mentre le altre vetture con motore termico avevano propulsori di classe Euro 6D-temp, obbligatori a partire dall’autunno di quest’anno.

Green NCAP non inserirà solo l’autonomia nel percorso che prevede il perfezionamento delle graduatorie dei veicoli più verdi: presto valuterà anche il cosiddetto life-cycle assessment, ovvero l’analisi dell’intera filiera produttiva che spazia dall’impronta ambientale della fabbricazione dei componenti (incluse le batterie che ancora possono avere un’orma relativa alle emissioni clima alteranti elevata) alle fasi di riciclo e rigenerazione delle materie prime.

Un settore, quest’ultimo che sta sempre più riscuotendo interesse in quelle società che si premurano di arrivare preparate alla metà degli Anni ’20, periodo nel quale le prime batterie di trazione si avvicineranno anche alla fine della fase di riuso per gli impianti di accumulo.

Se oggi il complesso dell’intero life-cycle assessment fornisce ancora qualche argomento ai critici della mobilità che vuole tagliare le emissioni, la presenza di realtà come Green NCAP in grado di valutare a 360° l’impatto dei veicoli della nuova mobilità va salutato con sollievo e non con timore. Infatti la raffica di notizie che si ammucchiano sui terminali e nelle caselle di posta di chi segue il settore lascia ampio spazio all’ottimismo.

A cominciare dalla percentuale di energie rinnovabili con le quali i veicoli elettrici sono e potranno essere alimentati. Chi guarda con scherno a manifestazioni come quella sul Clima prevista il prossimo 15 marzo, si crogiola nell’affermare che “un’auto elettrica in Polonia viene alimentata a carbone”, visto il mix di generazione energetico del paese slavo.

Non vi dirà però che in Polonia nel 2018 sono state vendute solo 559 auto elettriche e che la quota sul mercato del nuovo è più bassa perfino di quella italiana: 0,1% contro 0,3%. E ancora più sicuro è che non dirà che in Portogallo, dove non si erano mai vendute così tante auto elettriche (4.000 immatricolazioni rivaleggiano perfino con quelle italiane del 2018) la quota invece nel giro di un anno è schizzata all’1,8% del mercato complessivo.

Un particolare non trascurabile: in Portogallo il surplus di generazione da energie rinnovabili, specie eolico, è in crescita. Nel 2020 quel surplus potrebbe arrivare a 800-1.200 GWh: per rispondere a questa situazione il governo prevede di organizzare aste per 50-100 MW di capacità di accumulo, affiancando all’adeguamento della rete aste nel 2019 per 1,35 GWh di generazione da fotovoltaico (ancora minoritario rispetto all’eolico) e altri 700 MW nel 2020 con obiettivo per il 2030 di fino a quasi 10 GW  di generazione da solare.

In altri termini, Green NCAP entro pochi anni si troverà a dover precisare sempre più in dettaglio l’impronta verde dei veicoli in funzione del mercato nel quale il cliente del veicolo si troverà a circolare. Inutile dire che i paesi più virtuosi e quelli scettici non figureranno nelle stesse posizioni quanto a raccolto di “stelle” nelle classifiche.

Cercate un veicolo amico dell'ambiente? Green NCAP è fatto apposta per voi 1
Quote di immatricolazioni auto elettriche in Europa e variazione 2018 – 2017 (Fonte dati: Jato Dynamics)

Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group