AUTO

Per far decollare l’Airbus delle batterie Emmanuel Macron ne vuole un milione

L’asse franco-tedesco passa dalle intenzioni alla cassa, con €1,7 miliardi da investire per sostenere un settore finora in mano all’Asia, ma a Macron non basta e rilancia anche sulla guida autonoma

Considerata l’attuale popolarità tra i suoi concittadini, c’era da scommettere che il presidente francese Emmanuel Macron questa sera non avrebbe presenziato alla cena di gala per il centenario dell’OICA (Organisation internationale des constructeurs automobiles) solo per apprezzare la cucina.

Macron spingerà sulla visione centrista ed europeista dell’industria e dell’innovazione per appoggiare misure che facciano crescere i settori dell’auto elettrica, connessa ed autonoma, per la gioia dei manager, soprattutto francesi, che quelle auto dovranno costruire e vendere.

Ma soprattutto impegnerà il suo paese in uno degli ultimi progetti che Bruxelles sta spingendo prima delle elezioni continentali: quella inizialmente entusiasta e poi a tratti altalenante realizzazione di un consorzio equivalente ad un “Airbus delle batterie” per sostenere gruppi europei del settore in difficoltà davanti all’aggressività asiatica.

Come scrivono le agenzie, lo stato sbloccherà €700 milioni in cinque anni per sostenere la nuova filiera, che si affiancheranno al miliardo (fino al 2022) allocato dal ministro tedesco dell’economia Peter Altmaier, che sta trascinando anche gruppi d’oltre Reno un tempo recalcitranti verso la produzione di batterie. Batterie che potrebbero trovare una prima (prima di molte a venire) casa nell’area di Colonia dove da sempre fa base la produzione locale Ford.

L’annuncio di oggi non sarà una sorpresa perché si attendeva un seguito all’accordo strategico su cui Parigi e Berlino avevano trovato un terreno comune a dicembre 2018. Non sarà l’unico annuncio perché domani, giovedì, due esperti transalpini di automotive, Xavier Mosquet e Patrick Pelata presenteranno il loro rapporto con le indicazioni sul futuro del settore in Francia.

Si sa già, perché Mosquet lo ha anticipato alla France Presse, che sarà raccomandata l’accelerazione sulla mobilità elettrica, indispensabile per raggiungere l’obiettivo governativo di un milione di auto elettriche in strada nel 2022.

Un obiettivo che al contrario di quello a suo tempo fissato dalla Cancelliera Angela Merkel, appare raggiungibile, specie se troverà una percorribilità il mercato delle elettriche usate e la vendita di modelli a prezzi abbordabili. Il governo continuerà quindi certamente con la politica di incentivi fino a quando i prezzi non saranno in grado di attirare la clientela a prescindere.

Inoltre molto dovrebbe succedere riguardo al potenziamento della rete di ricarica, in particolare per quella privata, velocizzando gli iter burocratici per i lavori che li riguardano. Per quanto riguarda la rete pubblica l’obiettivo sarà confermato a 100.000 colonnine entro il 2022, contro le 25.000 odierne. A titolo di confronto, la nostra ENEL, che ultimamente si è messa infine a correre sull’infrastruttura di questo settore, per quella data punta a 14.000 postazioni.

Nella serata organizzata dall’OICA oltre alla conferma che la Francia verrà definitivamente spinta verso l’Airbus delle batterie, ci sarà conferma che gli esperti di Macron abbiano convinto l’inquilino dell’Eliseo sull’urgenza del quadro regolatorio per la guida autonoma nella Vecchia Europa.

Le imprese europee dovranno essere messe nelle condizioni di smettere di sviluppare i loro sistemi negli Stati Uniti, a Singapore o in Israele. Nel mirino c’è il quadro che quasi in tutte le legislazioni nascendo dalla Convenzione di Vienna impedisce la circolazione di veicoli privi di persone al volante su strade aperte al pubblico.

Il governo francese in particolare ci tiene a far crescere le sue startup, quali Easy Mile o Navya, che potrebbero offrire su scala commerciale navette autonome in ambiti urbani o suburbani in modalità condivisa ed a zero emissioni, offrendo costi chilometrici interessanti come alternativa al trasporto pubblico convenzionale.


Credito foto di apertura : ufficio stampa Groupe PSA