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Interventi via etere: dalle emergenze-uragani a quelle sull’aria delle metropoli

BMW sarà in grado di intervenire sulle sue ibride plug-in abilitando la sola propulsione a zero emissioni in caso di emergenze urbane sulla qualità dell’aria, mettendo nell’angolo i furbi

A settembre del 2017, alla vigilia dell’arrivo dell’uragano Irma sulle aree più densamente abitate dello stato della Florida, Tesla decise di ricorrere ad interventi via etere. Con un aggiornamento OTA (over the air) sbloccò temporaneamente la capacità di quei modelli che, come la Model X 60D o la Model S 60D, pur condividendo lo stesso pacco batterie delle versioni più costose avevano una capacità, e quindi una autonomia, limitata dal software.

In altri termini anche a chi aveva risparmiato qualche migliaio di dollari al momento dell’acquisto ma aveva la stessa batteria di chi aveva speso di più, fu consentito di fare più strada e raggiungere zone al riparo dall’impatto diretto dell’uragano con un’unica ricarica, senza necessità di dover cercare una colonnina, magari congestionata da altri con lo stesso problema di autonomia.

L’impostazione delle automobili del prossimo futuro, che ne avvicina sempre più le possibilità di aggiornamento a quella dell’informatica o dell’elettronica di consumo grazie agli interventi via etere, ha certo come risvolto una possibile standardizzazione dell’hardware, con modelli sempre più somiglianti si differenzieranno per le funzioni sbloccate acquistate.

Ma ne ha anche altri e tra questi merita attenzione quello esposto da Klaus Fröhlich nella giornata di apertura del Salone Auto di Los Angeles: BMW, l’azienda del cui board fa parte, è già oggi in grado di abilitare il solo motore elettrico su una delle sue vetture ibride plug-in, qualora si presentassero emergenze nei livelli di inquinamento atmosferico urbano.

In certe zone, o per alti livelli di emissioni o perché parte di aree storiche, il motore termico potrebbe essere persino fatto spegnere automaticamente secondo Fröhlich, che propone così un asso nella manica per il rilancio di un ibrido ricaricabile che da settembre in poi ha avuto problemi di produzione e consegne, a seguito della transizione alle omologazioni WLTP.

Nell’ultima generazione di BMW ibride plug-in, si arriva fino agli 80 chilometri di autonomia del prossimo X5 xDrive 45e iPerformance, mentre anche gli altri modelli dotati di batterie ad alto voltaggio, come la nuova Serie 3, superano tranquillamente i 50 chilometri di range in contesto urbano con la sola propulsione elettrica.

La casa di Monaco di Baviera sta dimostrando la tecnologia con le autorità locali di alcuni dei molti comuni tedeschi che dopo aver considerato le restrizioni ai diesel ormai pensano a limitazioni a tutto quello che ha un motore termico.

Per mantenere l’ibrido plug-in come valida alternativa all’elettrica al 100% i costruttori infatti devono essere in grado di non stuzzicare i sospetti delle autorità. In passato infatti questa versione intermedia di veicolo, in grado teoricamente di riassumere il meglio di due mondi, zero emissioni in città e comodità e performance nei lunghi tratti autostradali, è incappato nella disavventura della furbizia di alcuni clienti nordeuropei.

Poche settimane fa la BBC ha chiesto dati sull’uso di questi veicoli alla società di consulenza The Miles Consultancy, che lavora per molte società britanniche sulla gestione delle flotte. Questi mezzi che in teoria avrebbero potuto in media viaggiare fino a un massimo invidiabile di 130 mpg (miglia per gallone, equivalenti a oltre 55 km/l) in realtà in media ne hanno registrato 40.

Si noti che dal 2011 a pochi mesi fa il governo di Sua Maestà ha erogato sussidi fino £4.500 alle aziende (e ai privati) che acquistava nuove auto con la presa. Il Regno Unito è stato in effetti un vivace mercato di veicoli elettrificati, spinto in particolare dalle flotte aziendali che hanno comprato il 70% delle ibride plug-in vendute.

Non dappertutto la cosa si ripete: l’importatore svedese Volkswagen ha effettuato già due volte sondaggi sulla frequenza con cui i suoi clienti delle GTE Passat e Golf guidano in modalità elettrica e sostiene che in metà della gamma di questi modelli l’elettricità spinga per l’80% della distanza.

In Olanda invece, un tempo il paradiso delle ibride ricaricabili, le cose non sembrano essere andate nello stesso modo. Tanto che il governo dei Paesi Bassi decise di modificare lo sconto sull’IVA delle ibride plug-in portandolo dal 7% agevolato al 15%, con il risultato che le vendite di questa tipologia di veicolo elettrificato tra 2015 e 2016 si dimezzarono.

Soluzioni come quella anticipata da Fröhlich al Salone di Los Angeles garantirebbero che di fronte a emergenze nello sforamento della qualità dell’aria l’uso dei veicoli compatibile con condizioni estreme non sarebbe più affidato al senso civico della cittadinanza ma a dispositivi progettati per seguire le norme senza se e senza ma.


Credito foto di apertura: ufficio stampa gruppo BMW