INFRASTRUTTURA

Semafori sì, semafori no: Ford, Honda e Volkswagen hanno da dire la loro

L’alternativa tra dribblare i semafori con le auto connesse a cui punta Ford con Intersection Priority Management o usare l’infrastruttura per tenere a bada il traffico e aumentare la sicurezza

Non molto tempo fa una delle possibilità che venivano associate ai sistemi di guida autonoma, quelli ad elevata automazione che non avranno bisogno di intervento umano, era quella di non aver bisogno di semafori, perché i computer di auto connesse sarebbero sempre in grado di coordinare il movimento in modo da inserire l’auto nel flusso. Ford ci sta lavorando in Gran Bretagna, e non ha a che fare con un prototipo di robo-taxi, ma col già familiare concetto di comunicazione veicolo-veicolo (V2V).

In altri termini la casa dell’Ovale Blu sta sviluppando il suo progetto Intersection Priority Management con un sistema che non ha nemmeno bisogno di… far scendere il guidatore. Non solo, ma la tecnologia V2V che viene messa alla prova nelle strade di Milton Keynes non ha neppure bisogno di tecnologia cellulare 5G: basta la più modesta soluzione di un Wi-Fi su misura per permettere alle auto di inviare e ricevere segnali.

In questo caso le auto inviano posizione, direzione e velocità: il software Ford analizza le traiettorie dei veicoli limitrofi e suggerisce la velocità ottimale a ciascun veicolo per gestire il flusso negli incroci senza che alcuno dei veicoli debba fermarsi.

Come detto, le auto che effettuano i test hanno guidatori a bordo; tuttavia Ford sta studiando anche le opportunità di integrare questo software in progetti di guida pienamente autonoma. Auto che viaggiano senza bisogno di fermarsi non sono i soli traguardi dell’applicazione della tecnologia.

La tecnologia IPM si basa su altre soluzioni per le auto connesse, sviluppate da Ford e dai suoi partner, nell’ambito del progetto UK Autodrive, supportato dal governo britannico. Finanziato con oltre 20 milioni di sterline, sul versante della guida autonoma ha coinvolto anche molti altri protagonisti: ad esempio Jaguar Land Rover.

Tra le tecnologie presentate nel progetto, ci sono l’Intersection Collision Warning, che avverte i conducenti di potenziali incidenti in prossimità di un incrocio e deriva dal precedente Smart Intersection, e il Green Light Optimal Speed ​​Advisory (GLOSA), che utilizza le informazioni sui tempi del semaforo ottenute da un’unità di raccolta dati, posta a bordo strada e indica al conducente la velocità di crociera da mantenere per riuscire a incontrare sempre il semaforo verde.

Come quello Ford del 2013 si chiama Smart Intersection anche il progetto che Honda ha avviato quest’anno in America a Marysville, vicino al suo impianto dell’Ohio. Il sistema collega auto a telecamere intelligenti, che collocate in cima a semafori strategici vedono fino a 100 metri e dove non può vedere il conducente.

Quei semafori che a Milton Keynes Ford vuole evitare in Ohio servono ad avvertire chi è sulle Honda del test che ci sono pedoni, auto passate col rosso o veicoli di emergenza in arrivo da una strada la cui visuale è coperta da edifici. Sulle Honda di circa 200 dipendenti sono stati installati head-up display che, ricevute informazioni attraverso tecnologia di comunicazione V2X,  li avvertono dei momenti in cui occorre prestare attenzione al rischio dietro l’angolo.

Lo stesso proposito lo ha espresso la marca Volkswagen, che insieme a Siemens ha iniziato a collaborare ad un progetto che metterà in grado dieci impianti di segnalazione della città di Wolfsburg di trasmettere informazioni relative allo stato dei semafori mediante tecnologia wireless Car2X che consentirà ai futuri veicoli che ne saranno equipaggiati di elaborare i dati per sfruttare l’onda verde senza accelerate o frenate inutili, un giorno anche senza intervento di chi guida.

Presto la dotazione di sensori di due incroci della città sede della Volkswagen sarà inoltre aggiornata per meglio rilevare la presenza di pedoni e ciclisti, dati importanti da trasmettere a veicoli che si avvicinino a incroci complicati o ad angoli ciechi per aumentare la sicurezza.

Che i semafori siano da evitare, come si augura un giorno Ford, oppure che siano da utilizzare come pilastro di un flusso del traffico razionalizzato e reso più sicuro, come invece stanno indicando Honda e Volkswagen, tutti i progetti per produrre risultati concreti avranno anzitutto bisogno di non essere isolati.

Ovvero, le funzioni integrate nel traffico possono essere efficaci solo se gli standard sono comuni tra questi progetti ed altri, anche più vecchi, come ad esempio quelli i modelli General Motors che si appoggiano a connessioni DSRC. Volkswagen e Siemens da parte loro si dicono decise a supportare l’obiettivo indicato dall’Unione Europea di stabilire nel prossimo futuro un quadro vincolante per le auto connesse nel Vecchio Continente.

L’altro ostacolo a queste soluzioni è ovviamente quello del costo dell’infrastruttura. In un mondo occidentale dove si moltiplica la vetustà di strade e ponti proporre di aumentare la spesa per semafori o incroci non sembra un proposito destinato a ricevere presto il timbro della priorità.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Honda Motor Corp.