AUTOMAZIONE

Il concept Volvo c360 vuole venirvi a prendere per mettervi a letto o per bere uno spritz

Presentato un prototipo futuristico di Livello SAE 5 che esplora la flessibilità di uso dei veicoli che risolveranno i problemi dei pendolari… ma non del traffico

Quando si tratta di veicoli autonomi e di robotaxi, uno dei punti su cui preme chi li sviluppa è che porteranno benefici anzitutto ai pendolari abituali, rendendo le ore nel traffico meno pesanti. Di recente comincia ad essere meno frequente sentir sostenere che quei tragitti saranno anche più veloci, visto che non mancano studi che  sostengono che col ride-hailing e coi robotaxi il traffico urbano crescerà invece che diminuire.

Volvo Cars sembra non preoccuparsi troppo delle potenziali ricadute negative dei veicoli autonomi perché ha cominciato a guardare oltre. Oggi nella sua sede di Goteborg ha fatto intravedere un futuro fatto di uffici in movimento e persino di posti in cui fare un sonnellino: una cosa l’ultima che quasi ogni pendolare di Trenord fa prima o poi, ma dobbiamo riconoscere che nessun pendolare al volante della sua auto finora si può permettere.

In occasione del lancio del concept, Håkan Samuelsson, presidente ed amministratore delegato di Volvo Cars ha detto: “La guida autonoma ci consentirà di fare un ulteriore e importante passo avanti nell’ambito della sicurezza, ma anche di aprirci a nuovi e stimolanti modelli di business, e permetterà ai consumatori di impiegare il tempo di permanenza nella vettura nel modo che desiderano”.

La Volvo c360 è un prototipo elettrico collocato al distante Livello SAE 5 della guida autonoma, il che implica che possa guidare in ogni tipo di strada e condizione meteo. Non c’è bisogno di comandi o pedaliera: è un ascensore orizzontale imparentato con un SUV e con pinne futuristiche.

La cosa più interessante è come Volvo ha svolto il tema dell’intercambiabilità degli interni, un concetto già sviluppato da Toyota con l’e-Palette presentato al CES di Las Vegas che ha già attirato l’interesse, non a caso di Uber tra gli altri.

Il Volvo 360c, come vediamo dai video e dai rendering potrebbe essere un ufficio mobile, quello tende già a succedere sui bus privati delle startup della Silicon Valley che raccolgono impiegati e programmatori a San Francisco e dintorni, e finiscono per lavorare o immergersi in slide già sui bus dotati di wifi.

I manager e tecnici di Volvo vedono anche il concept 360c come una proposta per un futuro in cui i robotaxi potrebbero sostituirsi ai voli a corto raggio. Una disruption che in Italia conosciamo bene in un’altra modalità di trasporto, perché il Milano-Fiumicino non è più lo stesso da quando esistono Freccia Rossa e Italo.

Un robotaxi come il Volvo 360c potrebbe proporsi come alternativa per chi ha bisogno di andare in punti diversi dal centro città: e fare a sua volta concorrenza all’alta velocità (vi avevamo detto che i veicoli autonomi possono migliorare il confort individuale più che l’entità del traffico…). Gli svedesi si spingono a ipotizzare una soluzione di viaggio in notturna, un robotaxi lit al posto dello storico wagon lit

Il concept Volvo c360 vuole venirvi a prendere per mettervi a letto o per bere uno spritz
Volvo 360c Interior

In Volvo non si sono scordati delle occasioni conviviali, un drink, un aperitivo, uno spritz oppure un compleanno? Il 360c ed i suoi epigoni saranno flessibili, questo è sicuro. Intanto ha fornito ad un gruppo auto noto per la cura alla sicurezza ed alla tecnologia occasioni di ripensare come si usano le quattro ruote sulla strada, molto più che kilowatt, sensori o infotainment.

Uno degli argomenti che con il Volvo 360c gli specialisti in sicurezza svedesi ci tengono ad evidenziare è l’importantissima questione dell’interazione tra vetture con guida autonoma e gli altri utenti della strada.

Una questione che passa dalla comunicazione fra chi è contemporaneamente sulla strada e che richiede un metodo sicuro di comunicazione fra tutti. Volvo Cars si è posta come obiettivo ultimo quello di creare uno standard utilizzabile in tutto il mondo, che non obblighi gli altri utenti della strada a tenere conto del costruttore o del marchio dei diversi veicoli con guida autonoma.

La 360c affronta questa sfida con un sistema che si basa su suoni, colori, elementi visivi, movimenti e combinazioni di questi strumenti per comunicare le intenzioni del veicolo agli altri utilizzatori della strada. Ciò consente di comunicare chiaramente, in ogni momento, qual è la manovra successiva che verrà effettuata dalla vettura.

Di recente una startup americana, Drive.AI, che ha già i suoi veicoli in strade pubbliche in Texas, ha rivelato come sua soluzione pannelli con frasi che anticipano il comportamento dei suoi vistosi minivan arancioni. Un passo che sarebbe integrato da un metodo di comunicazione universale.

Poche settimane fa un famoso esperto di intelligenza artificiale ma probabilmente pessimo sociologo (Andrew Ng) si è attirato i fulmini di molti scettici sulla guida autonoma quando ha esposto la impopolare di educare al comportamento dei veicoli autonomi… pedoni e ciclisti.

Per fortuna Volvo Cars ha un DNA europeo e quindi in Svezia non si sono nemmeno sognati di adattare alle necessità degli ultimi arrivati i comportamenti di chi nelle città abita da sempre: i suoi abitanti.

Così nella nota stampa della casa del gruppo Geely possiamo leggere che se la tecnologia di comunicazione sicura della Volvo 360c punta a far sì che la vettura comunichi chiaramente le proprie intenzioni agli altri utenti della strada, essa non prevede che vengano segnalate direzioni o impartite istruzioni a questi ultimi…
credito foto di apertura: ufficio stampa Volvo Car Italia