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130 milioni di sterline investiti nella ricarica elettrica e nasce BP Chargermaster

Il colosso del petrolio acquisisce la più grande società britannica oggi attiva nel settore della ricarica di auto elettriche: presto la rete BP avrà postazioni capillari

Forse per una delle ex-sette sorelle del petrolio come BP £130 milioni (quasi €147 milioni) sono davvero un piccolo investimento. Ma la notizia dell’acquisizione per quella cifra di Chargermaster, la più grande società britannica del settore della ricarica pubblica di auto elettriche, con 40.000 iscritti, simbolicamente è di tutto rilievo.

E segue altre notizie relative all’attivissimo fondo di investimento di BP che sta collaborando con un variegato numero di investitori ed istituzioni attraverso oltre $400 milioni allocati in aree che vanno dalle auto elettriche, alle batterie, al biotech a prodotti e servizi a basse emissioni.

BP, che ha 1.200 stazioni di servizio in patria, all’inizio del 2018 aveva iniziato ad installare colonnine della società appena acquisita in alcuni suoi siti attentamente selezionati. A gennaio aveva indicato che di attendersi dalle attività non legate ai combustibili fossili una rapida crescita.

Sostenendo anche che nel caso delle attività legate alle postazioni di ricarica questa sarebbe stata supportata dalla crescita dai 135.000 veicoli elettrici attuali ai 12 milioni che gli analisti del gruppo britannico si attendono di vedere nelle Isole di là della Manica nell’anno 2040.

A pungolarli c’è stata forse anche la recente decisione della rivale di sempre Shell. Sotto l’ala del gruppo anglo-olandese da ottobre 2017 è finita un’altra società attiva nelle postazioni di ricarica per veicoli elettrici: NewMotion.

La nuova società, che sarà ribattezzata riconoscibilmente BP Chargemaster al momento dispone di 6.500 postazioni di ricarica, ed è attiva anche nei servizi domestici. In pratica BP sembra iniziare già a lavorare per sostituire un futuro possibile pubblico che visiterà meno le sue stazioni di servizio, quello di chi avrà  veicoli elettrici, con un altro che specie nei viaggi a media distanza di ricaricare avrà invece bisogno, e potrà farlo in aree di servizio già oggi esistenti, e di solito dotate di attività collaterali, spesso quelle con più margini.

E per molti anni ancora le operazioni di ricarica saranno leggermente più lunghe di quelle del rifornimento di carburante, e più tempo passato alle caffetterie e nei mini-market di chi ricaricherà in quest’ottica è una manna.

BP si aspetta anche di poter trasferire il know-how acquisito da Chargemaster nel Regno Unito in altre regioni in cui è presente, man mano il business della mobilità elettrica si espanderà globalmente.


Credito foto di apertura: ufficio stampa BP Plc