BUSINESS

7 giorni di business che cambiano la mobilità: 12 – 18 luglio 2021

Il briefing della settimana: i nuovi accordi, investimenti e operazioni con protagonisti Aurora, Carmera, EVGo, LG Energy Solution, SES, Svolt, Toyota

11 luglio: a partire dal 2025 nel novero dei fornitori di batterie del gruppo Stellantis figurerà anche Svolt, conferma la divisione europea della casa cinese. La nota ufficiale della casa, che sta realizzando un sito produttivo europeo in Saarland, accenna alla fornitura sia di celle che di BMS (sistemi di gestione elettronica dei pacchi batterie). Ad aprile in un impianto della Cina orientale è iniziata la produzione di massa di celle che l’azienda chiama commercialmente NMX ma che sono in effetti prodotti con catodi ad elevato contenuto di nichel e manganese, nonché privi del controverso (dal punto di vista etico, non da quello tecnologico) e costoso cobalto. Durante il recente EV Day nel quale è stata confermata la decisione di una Gigafactory realizzata a Termoli, i manager del gruppo avevano accennato a due alternative di celle come scelta future essenziali per i veicoli elettrici della gamma: uno senza nichel e cobalto (con densità di energia volumetrica nel range 400-500 Wh/l) e uno ad alta percentuale di nichel (con densità di energia tra 600-700 Wh/l): non è ancora chiaro a quale delle due filiere le celle NMX appartengano.

12 luglio: a partire da questa data EVgo è ufficialmente quotata a Wall Street. Anche la società americana specializzata nelle postazioni di ricarica, con un accento particolare su quelle ad alta potenza, per accedere alla borsa ha scelta il percorso abbreviato della fusione inversa, mediante accordo con la società-veicolo già quotata Climate Change Crisis Real Impact. Gli importi raccolti con la transazione saranno modulati nei piani della strategia di crescita stesa da EVgo, finora il più grande gruppo di un settore come quello dell’infrastruttura di ricarica che, pur fondamentale, è stato meno corteggiato dalla borsa e dalla finanza rispetto a startup di batterie o della guida ad avanzata automazione. Fondata nel 2010 e diretta da Cathy Zoi, finora della rete EVgo fanno parte oltre 800 colonnine DC ad alta potenza disseminate in 34 stati americani e utilizzate da oltre 250.000 clienti, la maggior parte dei quali dispone di Tesla, Nissan o modelli General Motors, tutti gruppi che hanno stipulato accordi commerciali con la matricola di Wall Street.

13 luglio: la startup delle batterie al litio metallico SES (nata come spinoff del celebre MIT col nome SolidEnergy Systems) per la quotazione in borsa sceglie la fusione inversa con la SPAC Ivanhoe Capital Acquisition. Combinate le due società raggiungeranno una valutazione di $3,6 miliardi, sostiene la nota ufficiale diffusa dalla startup del Massachusetts (ma con sede a Singapore), a cui andranno $476 milioni di nuovo denaro fresco. Grazie al supporto di nuovi investitori, ma anche dei vecchi, tra i quali si segnalano da anni General Motors e più di recente il gruppo Hyundai l’azienda, che avrebbe già iniziato a consegnare i primi prototipi di celle ad elevata densità di energia, conta di abbreviare la fase di transizione alla produzione commerciale. In più occasioni l’amministratore delegato e co-fondatore Quichao Hu ha indicato che le celle SES con anodi al litio metallico assicureranno una elevata densità di energia gravimetrica di 400 Wh/kg e saranno in gradi di sopportare ricariche all’80% della capacità del pacco batterie in meno di 15 minuti.

14 luglio: Volvo Cars annuncia che la sua consociata specializzata nello sviluppo di software per la guida autonoma Zenseact beneficerà di un investimento strategico da parte di ECARX, la società cinese a capitale privato fornitrice di tecnologie all’avanguardia per auto connesse. Con una transazione la cui entità non è stata precisata, ECARX acquisirà una partecipazione del 15% in Zenseact, effettuando un investimento strategico a sostegno del costante sviluppo perseguito dalla società nell’ambito di tecnologie a guida autonoma e di sicurezza all’avanguardia e sicure. Sfruttando la piattaforma software di Zenseact, le due società prevedono anche di collaborare nel settore per il mercato cinese. La prima realizzazione effettiva di Zenseact riguarderà alcune tecnologie per la prossima generazione di automobili Volvo e Polestar, in particolare per le dotazioni di sicurezza attiva ADAS, e una funzione a guida ad elevata automazione senza supervisione per la circolazione in autostrada. La nuova collaborazione confermata tra Volvo Cars e ECARX segue l’annuncio di un altro progetto distinto di partnership fra le due società nell’ambito dell’infotainment.

14 luglio: in una occasione ufficiale l’amministratore delegato di LG Chem Shin Hak-cheol conferma che il conglomerato coreano, dal quale è nata la divisione delle batterie LG Energy Solution controllata ma separata dallo scorso anno, investirà 10.000 miliardi di won (al cambio $8,7 miliardi entro) il 2025 per sviluppare materiali eco-friendly, batterie e prodotti farmaceutici: secondo il manager si tratta dei tre più grandi motori di crescita del gruppo, specie in una fase in cui il capitale e gli investitori sempre più pretendono sostenibilità. Pertanto non è con sorpresa che si apprende che 6.000 di quei miliardi di won saranno incanalati nel settore delle batterie e dei materiali connessi alla fabbricazione di celle, come i precursori dei catodi, il cui volume è previsto debba passare da 40.000 tonnellate del 2020 a 260.000 nel 2026. Confermando indiscrezioni di stampa che risalgono ormai al 2020, Shin ha anche confermato che entro quest’anno LG Energy Solution verrà quotata al Korea Composite Stock Price Index e che una prima presentazione di materiale necessario alla quotazione è stata sottoposta al regolatore lo scorso giugno. LG Chem ha intenzione peraltro di conservare una quota di controllo di LG Energy Solution compresa tra il 70 e l’80% anche quando la divisione completerà l’IPO.

15 luglio: attraverso il suo braccio operativo in tutto quello che è innovazione Woven Planet Holdings, il gruppo Toyota perfeziona l’acquisizione della startup americana Carmera per un importo non confermato, quasi una replica ad un affare chiuso poche settimane prima da un altro colosso della tecnologia come Nvidia che aveva comprato DeepMap, un’altra startup coinvolta nella acquisizione di mappe HD, aggiornate attraverso il concetto del crowdsourcing distribuito tra componenti di flotte. I laboratori di Carmera a New York e Seattle resteranno dove si trovano e saranno integrati in Woven Planet, diretta dall’americano James Kuffner, diventando l’avamposto americano di un team che lavora a Tokyo nel settore dell’automated mapping platform, come conferma il fatto che il co-fondatore di Carmera Ro Gupta farà riferimento a Mandali Khalesi, che in Giappone guida la divisione delle mappe. Tra i clienti che hanno collaborato con Carmera contando sul suo lavoro sulle mappe ci sono Voyage, recentemente inglobata da Cruise, e la cinese Baidu, ma anche la stessa Toyota a partire dal 2019, attraverso una collaborazione col suo centro ricerche avanzato TRI-AD.

15 luglio: per il proprio ingresso in borsa Aurora passa attraverso i servizi di alcuni dei massimi esperti di finanza della Silicon Valley come Reid Hoffman e Markus Pincus. Valutata $13 miliardi, la società dei sistemi di guida autonoma procede alla fusione inversa con Reinvent Technology Partners Y e con una operazione che include una PIPE, il canale di investimento privilegiato per alcuni investitori istituzionali come Baillie Gifford, Fidelity Management and Research, T. Rowe Price, Morgan Stanley e Sequoia Capital. Ma quote strategiche andranno anche a Uber Technologies e ai gruppi dei veicoli commerciali Paccar e Volvo, che sono già a diverso titolo partner della startup americana nell’applicare sistemi di guida ai bisonti della strada, con un lavoro che a sentire l’azienda potrebbe trasformarsi in un vero e proprio prodotto commerciale a fine 2023, oltre che ai camion delle rotte a lunga distanza destinato anche alle consegne urbane dell’ultimo miglio e a servizi dei taxi privati, a cui Aurora è collegata anche per i rapporti stretti con Uber, da cui ha acquisito la maggior parte delle unità della divisione ATG che, avviata dal fondatore poi estromesso Travis Kalanick, era stata fondata con l’obiettivo ottimistico di sostituire gli autisti nel giro di pochi anni. Molti investitori invece sono convinti che più immediato sia il traguardo della guida autonoma su percorsi meno imprevedibili di quelli metropolitani, e la società risultante dalla fusione secondo la nota ufficiale avrà in cassa circa $2,5 miliardi di denaro fresco per tagliarlo quel traguardo ambizioso prima degli altri.

Credito immagine di apertura: ufficio stampa Toyota Motor Corp.