INFRASTRUTTURA

Ricaricare le auto elettriche non ci lascerà al buio: nemmeno se saranno milioni

L’ultimo New Energy Outlook di Bloomberg ha fatto i conti su un lontano futuro dominato dalle auto elettriche: per la rete globale meno del 10% di stress in più

Periodicamente chi ha fiducia nelle prospettive dell’auto elettrica sente sollevare l’obiezione che la loro diffusione scatenerebbe la crisi delle reti elettriche. Considerato che la loro diffusione attuale è minoritaria, a breve termine in effetti il problema neppure non si pone.

Ma per capire se si tratta di un timore giustificato in prospettiva, segnaliamo che la società di consulenza BNEF (Bloomberg New Energy Finance) ha da poco pubblicato la sua analisi a lungo termine sul futuro del sistema elettrico globale.

Il suo New Energy Outlook è un rapporto di 150 pagine destinato agli specialisti ma di cui sono stati diffusi i dati essenziali messi a fuoco da 65 esperti che hanno passato al setaccio le dinamiche dei vari paesi, e dell’evoluzione dei costi delle differenti tecnologie.

Spingendosi fino al lontano 2050, chi ha compilato il rapporto ha messo alla prova coi suoi modelli l’impatto dell’elettrificazione della mobilità sul consumo di energia, ovvero proprio il tema che sembra stare a cuore a chi crede che i veicoli elettrici potrebbero lasciarci al buio ed al freddo. O al caldo.

La stima del rapporto indica che a metà secolo le batterie di veicoli leggeri e pesanti ed autobus potrebbero richiedere 3.461 TWh di energia. Si tratta di una cifra che, secondo BNEF, sarebbe l’equivalente del 9% della domanda totale di energia elettrica prevista per quell’anno.

Gli analisti stimano anche che circa metà della domanda di ricarica che sarà necessaria in quell’epoca possa avvenire su base dinamica: ovvero cogliendo tutte le opportunità offerte dai momenti in cui i prezzi delle rinnovabili, che BNEF valuta poter contribuire al 50% della produzione in quella data, sono più bassi.

Si tratta in sintesi di un’epoca in cui è pensabile che la flessibilità di reti, infrastruttura e veicoli trasformi in realtà la cosiddetta transactive energy: una catena del valore basata sulla decentralizzazione che alcuni attori cominciano già a sperimentare (con apparati vehicle-to-grid) e con un potenziale che per i clienti attuali della rete elettrica è impensabile.

L’analisi di BNEF attinge ad un precedente report: l’ultimo Electric Vehicle Outlook pubblicato il 21 maggio scorso, che ipotizzava che i veicoli elettrici (autobus inclusi) sarebbero stati il 28% delle vendite totali nel 2030 ed il 55% nel 2040.

In altri termini, col passare del tempo e la possibilità di far evolvere dinamicamente la convivenza tra reti e veicoli elettrici, non dovrebbe essere un dramma rispondere al fabbisogno di energia richiesto per ricaricare le auto elettriche ed i furgoni a zero emissioni.

Nel corso della settantaduesima Conferenza del Traffico organizzata dall’ACI, Stefano Besseghini di RSE ha dedicato una slide della sua presentazione a questo tema. Il centro studi della società di ricerche sui sistemi energetici ha ipotizzato, non nel lontano 2050 ma nel più prossimo 2030, che in Italia ci possano essere 33,7 milioni di veicoli.

Si tratta di una cifra assai superiore a quanto i più ottimisti analisti di gruppi ecologisti si siano mai sognati di sperare. Nella presentazione della SEN (Strategia Elettrica Nazionale) tracciata dall’ex-ministro Carlo Calenda aveva suscitato qualche polemica il fatto che fossero indicate per il 2030 5 milioni di auto elettrificate (1 BEV e 4 PHEV): per alcuni cifre palesemente irrealistiche.

BNEF long term
(schermata tratta dallo streaming 72^ Conferenza del Traffico e Circolazione/A.C.I.)

Se quella cifra però si traducesse in realtà, corrisponderebbe a 64 TWh di domanda aggiuntiva o, se preferite le percentuali, ad un 19% di richiesta aggiuntiva sulla rete.

Come vedete nella diapositiva che abbiamo riprodotto poco sopra, a soddisfare quella domanda sarebbe necessario aggiungere oggi 3 GW eolici, 5 GW di fotovoltaico e 8,5 GW di gas combinato.

In breve: anche una quota di mercato irrealistica non dovrebbe far mettere le mani nei capelli dallo spavento. Del resto, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel corso del 2017 sono stati utilizzati globalmente da tutti i veicoli elettrici 54 TWh, all’incirca quanto un paese delle dimensioni ed abitanti della Grecia.

Ma se per il 2030 o il 2050 possiamo stare relativamente tranquilli, potreste chiedervi, lo stesso vale per l’anno prossimo oppure per il 2022, col governo in carica da questo mese che pensa a incentivi per un milione di veicoli venduti nel 2022?

Poco tempo fa il Politecnico di Milano ha compilato un altro studioApriamo la strada al trasporto elettrico nazionale”, preparato per conto della ENEL Foundation. Secondo gli esperti dell’ateneo uno scenario di 1.000.000 di veicoli elettrici in più bisognosi di ricarica avrebbe sui consumi di elettricità nazionali un impatto di un aumento dello 0,3% circa (1,3 TWh per anno).

Una cifra forse ottimistica perché come hanno scritto i tecnici alla cifra sono arrivati considerando un consumo medio delle auto di 0,15 kWh/km per una auto interamente elettrica e di 0,25 kWh/km per una auto plug-in, con una percorrenza media annua di 10.000 km/anno per le auto interamente elettriche e 5.000 km/anno per le auto plug-in con 60% di ricariche in ambito pubblico.

Ma anche se invece che 0,15 kWh/km come un’auto elettrica con batteria piccola consuma in città aggiungete la differenza percentuale per salire allo 0,2 kWh/km o poco più (oggi molto comuni tra chi usa l’auto elettrica ovunque oppure ha già un modello con batteria con capacità più aggiornata). Vedrete che il risultato sarà consolante per chi teme che ricaricare le auto elettriche potrebbe lasciarci al buio ed al freddo. O al caldo.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Motor Co.