INFRASTRUTTURA

Un nuovo consorzio tedesco spinge anche BMW verso la tecnologia V2G

Cinquanta BMW i3s appositamente modificate collauderanno sul campo fino al 2021 il potenziale della ricarica bi-direzionale in un progetto supervisionato dal centro aerospaziale tedesco

Oltre a università e utility, fino al 2018 il tema della ricarica bi-direzionale aveva appassionato quasi esclusivamente i marchi dell’Alleanza franco-giapponese, con progetti spuntati ovunque che avevano in comune prove su Nissan, Renault o Mitsubishi. Ma quest’anno le cose sono cambiate e perfino la prudente FCA insieme a Terna ha stretto un accordo di programma per saggiare a Mirafiori il potenziale del vehicle-to-grid, più brevemente V2G.

E ora anche BMW va verso la tecnologia V2G, ha confermato il gruppo di Monaco di Baviera con una nota ufficiale. Insieme ad aziende dell’energia ed istituzioni di ricerca il progetto intende sviluppare soluzioni tecnologiche in grado di mettere in connessione efficacemente veicoli elettrici, infrastruttura di ricarica, reti energetiche per promuovere la disponibilità di energia aumentando al contempo la sicurezza dell’offerta.

A supervisionare il programma finanziato dalla divisione BMWi sarà il DLR, il centro aerospaziale tedesco, per un periodo di tre anni al termine dei quali, all’inizio del 2021, saranno esaminati gli esiti della prova sul campo a cui saranno sottoposte cinquanta BMW i3.

Il DLR svilupperà tecnologie per sistemi di gestione dell’energia in veicoli e wallbox così come hardware e software necessari per controllare i processi di ricarica e quelli di cessione di energia alla rete. Anche gli aspetti legali e normativi collegati al ruolo dei veicoli trasformati in centrali elettriche o sistemi di accumulo virtuali saranno presi in considerazione.

Con la ricarica bi-direzionale come noto il veicolo è in grado di cedere energia alla rete elettrica quando richiesto, purché l’impianto a cui è collegato sia progettato per questo scopo. Si tratta di una evoluzione dei progetti di ricarica intelligente (a cui BMW ha già partecipato insieme all’operatore TenneT, la Terna tedesca) e che sono basati sulla scelta ideale delle fasi di ricarica per evitare i picchi di carico alla rete.

La ricarica bi-direzionale viene da più parti vista come preziosa per attutire le oscillazioni tipicamente collegate all’erogazione di energia delle rinnovabili ed alle loro fasi di inattività. Se i primi esempi di esperimenti hanno avuto successo, moltiplicare il numero di partecipanti alla rete presenta difficoltà e problematiche di integrazione.

Questo spiega perché un progetto come quello appena avviato abbia raccolto un piccolo gotha dell’industria e della ricerca tedesca. Oltre a BMW saranno della partita due operatori della rete come TenneT e Bayernwerk Netz, un produttore di impianti e apparecchiature come Kostal, due università tecniche prestigiose come il KIT e Passau e infine l’FfE di Monaco, centro per gli studi applicati all’energia.

Gli impianti di bordo delle BMW i3s scelte per i test di ricarica bi-direzionale sono stati appositamente modificati per essere in grado di cedere energia alla rete, visto che sono equipaggiate con connettori per ricarica veloce di tipo Combo CCS. Questo standard europeo non è ancora aggiornato per questo scopo, ma il consorzio CharIN che lo supporta prevede che lo sarà a metà della prossima decade.


Credito immagine di apertura: ufficio stampa BMW Group