Parigi brucia? No: piuttosto, dalle auto elettriche ai droni, Parigi vola…
La filiera della mobilità elettrica ha alzato l’asticella per la Francia: obiettivo 600.000 auto elettriche vendute nel 2022 e ben 100.000 nuove postazioni di ricarica
Chi segue professionalmente oppure è solo personalmente interessato all’innovazione, probabilmente ha già preso nota che quella che sta concludendosi è stata una settimana da ricordare per il futuro dell’innovazione in Francia.
Il primo evento significativo ha avuto per teatro Bercy, dove tra istituzioni francesi e parti sociali interessate (in pratica: l’industria e le istituzioni di ricerca) si è convenuto che la filiera della mobilità elettrica farà di tutto per quintuplicare le vendite in cinque anni.
In numeri, questo implica passare dalle 31.000 auto native elettriche vendute nel 2017 a 150.000 nel 2022. In tal modo in quell’anno il parco circolante sarebbe di 600.000 veicoli al 100% elettrici, ai quali occorrerà aggiungere secondo gli obiettivi 400.000 ibride ricaricabili.
Lo stato farà la sua parte con i protagonisti nazionali e non dell’energia promettendo a quei clienti che acquisteranno vetture spinte dalle celle agli ioni di litio 100.000 postazioni di ricarica.
Per centrare quel traguardo ambizioso dovrebbero essere inaugurate circa 60 colonnine al giorno, feste comprese. Al primo di gennaio, secondo le statistiche disponibili, nell’Esagono erano disponibili 22.000 colonnine.
Tra le altre cose previste dal piano concordato nascerà per i cittadini l’equivalente di fatto di un diritto alla colonnina: le spese di allacciamento saranno abbassate (probabilmente mediante sgravi), e un gruppo di automobilisti sufficientemente numeroso avrà anche la possibilità di chiedere un’installazione in un luogo preciso alle utility anche se vive in aree rurali.
Per confronto, entro il 2022 in Italia ENEL prevede di installarne 14.000, di colonnine (di cui 3.000 veloci ed ultra-veloci), rispetto a poco meno di 3.000 esistenti nel 2017. La cifra-obiettivo di ENEL corrisponde a poco più della metà delle postazioni di ricarica attualmente disponibili in Giappone, dove dal 2015 le colonnine hanno superato le stazioni di servizio.
Inutile dire a questo punto che fino al 2022 il bonus per l’acquisto di auto elettriche non correrà rischi: attualmente è di €6.000. Per la gioia di case come Renault che sono state tra le prime ad investire nel settore, ma anche di PSA che ormai ha deciso di mettersi in moto e di altri gruppi che in Francia già producono e sempre più produrranno (Smart, Mercedes-Benz).
In collaborazione con la nota École Polytécnique Uber ha deciso di aprire il prossimo autunno un centro ricerche avanzato a Parigi dedicato allo sviluppo dei droni
Molto meno scontato rispetto ad un piano per rilanciare l’auto elettrica in Francia è stato invece l’assist lanciato dall’amministratore delegato di Uber. Dara Khosrowshahi può avere un cognome impossibile ma, al contrario del predecessore Travis Kalanick, pare entusiasta di farsi nuovi amici.
Di sicuro ne ha uno in Francia nel presidente Macron, che teneva tantissimo all’evento Viva Technology in corso in questi giorni ed ora ha come trofeo l’annuncio che a Parigi il prossimo autunno aprirà l’Uber Advanced Technologies Center Lab dedicato allo sviluppo delle tecnologie sui droni.
Si tratterà del primo centro ricerche aperto dal colosso del ride hailing fuori dal Nord America (gli altri sono in California, Pittsburgh e Toronto). La sede francese fa capo al progetto Uber Elevate, lanciato nel 2016 per progettare e costruire taxi volanti.
La sede parigina si concentrerà su alcuni settori come gestione dello spazio aereo, autonomia, reti di comunicazione, reti di ricarica ed accumulo. I settori sono stati scelti anche in funzione della collaborazione, che partirà con un accordo quinquennale con l’École Polytechnique, che finora era un pilastro dell’automotive e dell’aerospaziale.
A questo punto possiamo ipotizzare che il politecnico parigino voglia diventarlo anche nei droni e nei robo-taxi facendo da traino all’innovazione in Francia. L’investimento iniziale di Uber ammonterà a €20 milioni.
Tra i partner che stanno già collaborando all’ambizioso progetto di Uber non mancano quelli di grande visibilità, come Bell Helicopters, NASA ed U.S. Army. Non risulta che Parigi si sia anche impegnata ad accogliere i taxi volanti: come invece hanno dichiarato le città di Dallas e Los Angeles.
Peraltro Khosrowshahi va a mettere un gioiello del suo gruppo tra le fauci del lupo, per così dire. Proprio Parigi, o meglio i suoi tassisti, sono stati tra i più espliciti (a volte violenti) nel respingere l’espansione di Uber nella Città delle Luci, ed il servizio in passato era stato temporaneamente sospeso.
Quello che è più interessante in prospettiva, tra auto elettriche e droni, è tutto sommato che l’atteggiamento complessivo verso l’innovazione pare assomigliare più a quello delle istituzioni della Silicon Valley che a quello tradizionale francese, piuttosto ingessato.
Sembrano esserne convinti già un certo numero di imprenditori, e l’eco-sistema delle startup parigino forse ora sarà in grado di fare concorrenza a Londra e Berlino, a giudicare dai pareri…
What’s interesting in this article is not the fact that Uber is opening a flying-car lab, but is that it’s happening in Paris.
This city is definitely waking up thanks to a huge talent pool and a political will that is finally here.
The place to be. https://t.co/uyiFVKrOLr
— Jean-Baptiste Prunel (@jb_prunel) May 24, 2018