MOBILITA

Studio T&E: l’elettrico più conveniente per gli autisti di Uber & C.

La ricerca valuta i veicoli elettrici più economici anche dei diesel per l’uso nelle maggiori metropoli europee: il “trucco” è affidarsi in prevalenza a ricariche lente e notturne

Le auto elettriche della fascia luxury come Tesla Model S e la prossima Lucid Air stanno ormai superando la soglia di autonomia massima di 400 miglia misurati con standard EPA, confermando il potenziale per superare un noto limite di questa propulsione.

L’efficienza delle auto a batteria, man mano le celle e le auto migliorano, diventerà una opportunità anche per gli operatori di servizi pubblici come i taxi e il ride hailing e non necessariamente solo su vetture con grandi batterie da 100 kWh.

Uno studio dell’ONG ambientalista T&E (Transport & Environment), molto attiva sui temi della sostenibilità e dell’elettrico, ha vagliato quali siano i costi effettivi di un autista di un servizio come Uber in una metropoli europea.

Le auto con pacchi batterie di medie dimensioni come vetture del segmento C sono in media del 14% più convenienti da gestire che modelli diesel di analoghe caratteristiche e dimensioni, purché chi si serve dell’auto elettrica abbia la possibilità di effettuare le ricariche notturne, quelle con le tariffe più convenienti. Un risultato rilevato in tutte le grandi città europee con l’eccezione di Bruxelles.

(Credito grafico e fonte dati: Transport & Environment)

I risparmi più sostanziali si sono rivelati quelli per la città di Parigi, dove la differenza sarebbe del 24% a favore del veicolo elettrico. La differenza in termini di moneta sonante equivale a €3.000 l’anno; un risparmio nel quale si combinano tariffe nazionali francesi, prezzi all’acquisto del veicolo, incentivi nazionali.

La dinamica economica del veicolo elettrico medio, che è ancora in media più caro del corrispondente veicolo termico nonostante gli incentivi, si combina quindi bene con attività che prevedono molti chilometri ma con basso margine quali i taxi pubblici o privati come Uber.

Un autista di Uber può facilmente percorrere fino a cinque volte la strada di un automobilista medio. In passato dai vertici della società di San Francisco si era assistito ai primi segnali di apertura alla transizione alle zero emissioni.

In particolare il CEO Dara Khosrowshahi tra i passi che aveva compiuto a Londra per stemperare l’alta tensione con la città britannica aveva indicato di volere solo elettriche nella flotta di Uber dal 2025 sul Tamigi, ma anche tariffe più alte per aiutare il passaggio degli autisti alle auto a zero emissioni.

Di certo prima taxi e ride hailing completeranno la transizione e meglio sarebbe per tutti. Nelle scorse ore la rivale americana di Uber Lyft ha annunciato che in futuro tutti i veicoli registrati per le sue corse saranno a zero emissioni, ma come data di passaggio completo a tecnologie amichevoli col clima ha fissato un 2030 che non fa pensare alla fretta di cambiare, né per ora la compagnia ha comunicato di voler supportare in qualche modo economicamente la transizione dei propri autisti.

Peraltro molti addetti ai lavori delle metropoli globali si aspettano proprio questo, visto che a Londra c’è chi stima che in futuro fino al 70% della domanda per postazioni di ricarica da colonnine pubbliche normali o lente (cioè con potenze fino a 22 kW) verrà proprio da autisti dei servizi di mobilità.

Postazioni di ricarica pubbliche facilmente disponibili in aree dove le abitazioni sono in prevalenza condomini o comunque multi-familiari si riveleranno quindi fondamentali per ridurre i costi dei servizi. La presenza di postazioni pubbliche di ricarica veloce in aree metropolitane d’altro canto servirà a integrare l’energia dei veicoli per brevi fasi di sosta.

I ricercatori di T&E stimano che in Europa in media un veicolo elettrico tagli le emissioni di CO2 di due terzi rispetto a un diesel sul ciclo di vita completo. Ma questo per gli autisti di Uber o di altre società della mobilità si tradurre in un beneficio anche maggiore, visto il chilometraggio medio effettuato.

A Parigi, dove le flotte di veicoli disponibili per servizi di mobilità sono passati da 10.000 a 30.000 dal 2016 ad oggi, il sindaco Anne Hidalgo ha inserito nelle sue proposte per le elezioni comunali del prossimo 28 giugno di richiedere che i taxi privati debbano essere a zero emissioni. E di non attendere il 2030 come vorrebbe Lyft.

Credito immagine di apertura: Ufficio stampa Peugeot Italia