A Ginevra avete guardato dentro al concept IMx Kuro? Due volte?
Non è solo anticipazione del crossover che entrerà in produzione: permette anche di scoprire la nuova cifra del design Nissan, tra tradizione e modernità
A rileggere le cronache della presenza Nissan al salone di Ginevra apparse la scorsa settimana si poteva trarre la conclusione che la cosa più interessante nello stand della marca giapponese riguardante la mobilità elettrica fosse il debutto della livrea della squadra ufficiale che prenderà parte al prossimo campionato di Formula E.
Ma è invece una successiva recentissima intervista con il giornalista Hilton Holloway di Autocar (che ha avuto per scenario il Nissan Design Centre inglese) che ci ha fatto capire che un occhio di riguardo, caso mai, ci voleva per il concept IMx Kuro che era esposto accanto alla monoposto.
Al Nissan Design Center il suo direttore Mamoru Aoki ha confermato che si avvicina il momento in cui un crossover si affiancherà al modello che ha portato Nissan ad essere protagonista del mercato delle elettriche da sette anni in qua: quella Leaf arrivata nel frattempo alla seconda generazione e di cui la casa fatica a tener dietro alle richieste.
E con la testata britannica Aoki ha suggerito che non ci sarà da guardare lontano per capire di cosa stesse parlando. La casa giapponese aveva presentato il suo concept IMx al salone di Tokyo del 2017. L’IMx Kuro di Ginevra è l’evoluzione di quel prototipo.
Una ulteriore conferma che i concept del XXI secolo di rado restano tali. Sono nella maggior parte dei casi, considerati gli onerosi investimenti che avviare una piattaforma richiede, una anticipazione dei business plan di una casa o un gruppo.
L’IMx Kuro, come il concept che lo ha preceduto, ha due motori elettrici per una potenza totale di 320 kW (425 cavalli) ed una coppia generosa: 700 Nm.
Sebbene neppure a Ginevra la capacità della batteria sia stata menzionata, a Tokyo si era fatto cenno per questo crossover ad una autonomia di 600 chilometri. Col fratello maggiore della Leaf, Nissan sembra pensare già al confronto a distanza con l’autonomia di SUV come l’Audi e-tron o il Jaguar I-Pace.
Entrando in questa nuova fascia di mercato non avrebbe molto senso sacrificare la batteria per tenere molto basso il prezzo, come in qualche modo è stato deciso di fare col primo modello della seconda generazione Leaf (con batteria da 40 kWh).
Il minimo che ci si possa attendere da un crossover elettrico Nissan al lancio nel, supponiamo, 2020 o 2021, sarebbe che si parta dalla prossima batteria Leaf: attesa da 60 kWh in su e adeguata per circa 500 km di autonomia.
Aoki nell’intervista ha anche suggerito di guardare agli interni, più che alle forme esterne vagamente Anime del concept Nissan. L’IMx Kuro rivela effettivamente grandi risorse dal punto di vista dello spazio interno, come ormai sempre più spesso stiamo scoprendo grazie alla configurazione tipica delle native elettriche che prevedono pacchi batteria integrati nel pavimento.
La progettazione comincia ormai anche a toccare altri settori: il cruscotto ad esempio è spinto verso il parabrezza, una collocazione agevolata dallo scivolamento in avanti dell’impianto di ventilazione.
Ma oltre a integrare le novità della progettazione legata alla tecnologia elettrica gli interni del concept IMx Kuro si rifanno all’idea essenziale di spazio di una classica casa giapponese sposando il senso di apertura con la multi-funzionalità.
I materiali, che oscillano tra legni laminati attraversati da venature e plastiche trans-lucenti, anche retro-illuminabili, tendono a mettere in contatto interno ed esterno, fedeli al compito di dare a chi è dentro la sensazione di essere all’aperto tipica dei tradizionali divisori di carta giapponesi shoji.
Il design tradizionale giapponese ci appare particolarmente efficace soprattutto dove interviene nei sedili, che sui concept futuribili sono sempre a rischio di apparire come poltrone del dentista.
Sull’IMx Kuro i sedili in stile katanagare sono stati scolpiti con una macchina a taglio laser, mentre i poggiatesta hanno la cifra del kumiki, il tipico puzzle giapponese formato da pezzi di legno incastrati l’uno nell’altro: non a caso il cuscino in silicone si inserisce in un telaio realizzato con una stampante 3D.