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Byton: la startup che si candida ad essere “l’iMax dell’auto elettrica”

Il concept Byton svela dal CES di Las Vegas un’altra casa che vuole essere il futuro dell’auto (ma per adesso inciampa nel presente su un dettaglio…)

Niente di meglio delle giornate più calde del CES 2018 per cercare di mettersi in evidenza proprio nel momento in cui tutti gli occhi e le telecamere sono puntati sull’evento del Nevada. È quello che sembrano aver pensato i due manager tedeschi Carsten Breitfeld e Daniel Kirchert quando hanno deciso di presentare alla fiera di Las Vegas il concept della startup che stanno lanciando: Byton.

Il veicolo di produzione che lo seguirà sarà costruito in Cina, a Nanjing, in uno stabilimento in via di ultimazione, e sarà in vendita in Asia dal 2019. In America ed Europa il SUV elettrico arriverà ad un anno di distanza. I vertici Byton hanno anche anticipato che nel 2021 saranno pronti anche i sistemi per la guida autonoma di Livello 4 SAE: ovvero con funzionalità avanzate ed in grado di sollevare dal controllo il guidatore nella maggior parte delle situazioni di traffico.

Breitfeld nella presentazione ha promesso che per i clienti il sistema di guida autonoma sarà aggiornato via etere (come oggi sulle Tesla). Viste le esperienze della casa di Elon Musk questo suscita però qualche perplessità. I sistemi sono l’altra faccia di un hardware che dovrà per forza accompagnarli e che oggi è ancora sostanzialmente costoso.

Montare radar, telecamere e sensori ultrasonici in un modello che si pone più nella fascia di prezzo di Chevrolet Bolt e Tesla Model 3 (al CES per il modello base hanno indicato $45.000) che in quella delle Model S e Model X non pare un risultato così scontato.

Tra le numerose startup dell’auto globale che sgomitano per emergere, per accelerare il passo Byton ha puntato sull’interazione tra occidente ed oriente. Peraltro, nata dal gruppo Future Mobility, i suoi capitali sono prevalentemente cinesi, con l’ultimo round di finanziamenti completato in agosto per un importo di $240 milioni. I fondi coinvolti si chiamano Harmony Auto, Auto Investments, League Automotive Technologies, Legend Capital.

Il concept Byton presentato al CES 2018, che è lungo 4,85 metri ed ha un passo di 2,95, ha forme gradevoli ma non particolarmente distintive. Ci si trovano pennellate di curve giapponesi miscelate a sprazzi di spigolosità francesi: nessuna caduta di stile ma nemmeno acuti degni di nota.

Non sono tempi facili per un nuovo arrivato che volesse affermarsi nel mondo delle quattro ruote grazie allo stile: del resto da quando Ian Cartabiano (la firma della CH-R) ha cominciato a farsi notare al CALTY persino la regina dell’aurea mediocritas, Toyota, si è risvegliata…

Byton non si mette al di sopra della mischia nemmeno con le performance, che pure non le fanno difetto. Il modello con trazione posteriore avrà batterie da 71 kWh in grado di spingerlo per 400 km ed un motore da 200 kW (quasi 270 cavalli) con 400 Nm di coppia. L’opzione con trazione sulle quattro ruote prevede batteria da 95 kWh e autonomia di 520 chilometri, da amministrare con due motori per complessivi 35o kW (circa 470 cavalli) e 710 Nm di coppia.

Poiché il concept Byton è stato presentato negli Stati Uniti pare di capire che ci si riferisca a parametri americani EPA, abbastanza vicini alla realtà da esser considerati buoni per l’uso quotidiano. Non è stata fatta menzione del sistema di carica fornito, ma considerato che promettono l’80% della batteria carico in mezz’ora riteniamo che sia previsto un caricatore piuttosto all’avanguardia.

Di queste specifiche tecniche, alla resa dei conti tutt’altro che scontate, sorprendentemente a Byton sembra interessare relativamente. L’idea di fondo, forse vincente un giorno ma ancora bizzarra ascoltata dalla voce di un fondatore di quella che per ora consideriamo una casa auto, è che Byton vuole essere un device con le ruote.

Così Byton ha seminato schermi negli interni: i touchscreen e la loro dominanza sono la cifra di questo concept. Se si guardano i video già disponibili l’effetto che gli schermi posteriori e quello enorme (49″ in lunghezza sono 1,25 metri) anteriore trasmettono è di essere nelle file di un Airbus o un 787 di un volo intercontinentale. Tanto da chiederci se Byton da grande voglia diventare non Tesla, ma iMax (la catena di cinema coi maxi-schermi).

Non un caso, certo, una scelta consapevole. L’idea che si intravede è anticipare una fase in cui tutti in auto si sentono in un ambiente che è la continuazione del soggiorno. Non a caso Breitfeld ha promesso la miglior integrazione che si possa scoprire in un’auto con Alexa, l’assistente vocale di Amazon.

E riconoscimento vocale e dei gesti, così come la scansione del volto per accedere all’auto, certo sono tratti con cui l’automobilista del futuro farà presto conoscenza. Ma Byton sembra aver esagerato con la continuità tra sfera privata e sfera dell’automobile nel momento in cui ha deciso di mettere uno schermo da 8″ proprio in mezzo al volante.

Byton: la startup che si candida ad essere "l'iMax dell'auto elettrica"
A Byton sono invaghiti di schermi, comandi vocali, sensori che leggono i gesti. E hanno messo perfino uno schermo da 8″ in mezzo al volante (Credito foto: ufficio stampa Byton)

Certo, più di un automobilista potrebbe avere in mente (come hanno detto alla presentazione i manager della casa di Nanjing a Las Vegas) di voler continuare in auto a fare quello che faceva in casa sul suo iPad. Ma è proprio per questo che nessun costruttore finora ha messo un tablet sotto il naso del guidatore.

Se in Byton non se ne fossero ancora accorti, il recente rialzo degli incidenti stradali dopo anni di calo stabile è attribuito in primis alle distrazioni sempre più comuni. Tra i numerosi studi che sono stati diffusi recentemente c’è quello dell’Università dello Utah, che ha analizzato automobilisti alle prese con 30 diversi sistemi di infotainment.

Impegnati in compiti relativamente banali come fare una telefonata o programmare la navigazione durante la guida, per completare i compiti più impegnativi sono stati necessari fino a 24 secondi. Tempo in cui occhi ed attenzione non vigilano.

Non pare avere molto senso tentare di far posare lo smartphone a chi guida per metterlo poi in condizione di usare Facebook direttamente dal volante. Una trovata su cui associazioni consumatori e legislatori presumiamo avranno da eccepire. Ma forse una scelta non sorprendente per una marca che ha dichiarato di chiamarsi Byton perché vuole costruire bytes on wheels. 

Scivolone dello schermo in mezzo al volante a parte, il futuro di Byton sarà da seguire con interesse. Che chi ha creato l’azienda se renda conto o meno, una casa che vuole senza alcuna remora produrre computer o smartphone con le ruote diventa quello che gli economisti chiamerebbero un “esperimento naturale”.

Il modo in cui i prodotti come il SUV di Byton saranno accolti sarà un bella pietra di paragone per capire nel gradimento di un device on wheels quanto contino le care vecchie ruote per la clientela dei vari mercati globali rispetto a quegli apparecchi di cui sempre più di rado pare sappiamo fare a meno.

Intanto AUTO21 ha preso Byton alla lettera: poiché la cosa importante di un’auto saranno gli schermi abbiamo scelto in questo articolo immagini e video che mostrano touchscreen e le loro funzionalità. Le forme e l’aspetto esterno del concept Byton? Ma via… ormai sono dettagli, non vi pare?

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Credito foto di apertura: ufficio stampa Byton