Arriva una normativa EU per parcheggi amichevoli coi V.E.
Una bozza preparata a Bruxelles prevede che dal 2019 le nuove abitazioni siano dotate di postazioni di ricarica
Il quotidiano Guardian ha appena riferito di un’iniziativa dell’Unione Europea destinata a semplificare l’inserimento dei veicoli elettrici sui mercati del continente. Secondo quanto riferisce la testata di Manchester, a partire dal 2019 ogni nuova abitazione realizzata in Europa dovrà prevedere un punto di ricarica per auto. La bozza prevederebbe anche per il 2023 l’obiettivo di ottenere nei parcheggi di nuovi edifici un 10% di spazi destinati a impianti di ricarica.
L’iniziativa della UE sembra muoversi prendendo come riferimento per i veicoli elettrici il ritmo di crescita dei Paesi Bassi e della Norvegia (che però non è nella UE). Sempre più le grandi città europee fanno la guerra ai diesel e all’inquinamento dei motori a combustione interna in generale (anche se alcuni picchi di ostilità come la richiesta di bando dei motori endotermici dal 2030 chiesta dal Senato tedesco è stata subito “sgonfiata” dal Ministero dei Trasporti della repubblica federale).
La bozza di Bruxelles non sembra una delle misure che piacciono agli anti-UE come il misurare i centimetri delle zucchine o la circonferenza dei pomodori. Piuttosto sembra anticipare tendenze riassunte ieri dal report di Bloomberg e McKinsey che sostiene che entro il 2030 la somma di evoluzione tecnologica e restrizioni determinerà un 60% di parco circolante elettrico specie in città grandi e ricche come Londra o Singapore. O Milano, aggiungiamo noi. In questa cornice, normative che semplificheranno la ricarica dei V.E., abbinate alla crescente autonomia sfoggiata dai nuovi modelli, come quelli Renault ed Opel visti al salone di Parigi, possono spostare una consistente fetta di clientela verso le auto a batteria.
In parallelo con la crescita della diffusione dei V.E. procederà la crescita dei consumi elettrici dovuta a questa fetta dei trasporti privati (e pubblici, contando autobus e affini). Questo sembra destinato a dare anche più impulso alle utilities per differenziare la produzione di energia riducendo quella più inquinante. Perché, come ha riferito al Guardian Magda Jozwicka (Agenzia Europea per l’Energia) ci sarebbe un aumento di cinque volte delle emissioni di SO2 da qui al 2050 se la maggior quantità di energia consumata nelle batterie provenisse dallo stesso mix di produzione di energia che esiste oggi, che si affida ancora molto al carbone, ad esempio.
Il che ancora una volta porta in primo piano i programmi che mirano a combinare lo stoccaggio locale, residenziale o commerciale ma anche nei veicoli, con le reti delle grandi utilities, sulle quali in molti stanno procedendo: ad esempio Enel (che ha avviato un progetto pilota con Nissan che ha come scenario il Regno Unito) ed altri protagonisti dell’energia con Renault o BMW. Insomma, si annunciano tempi interessanti per chi produce Powerwall. Powerpack ed i concorrenti diretti, sempre più numerosi.
Tra i più promettenti c’è Orison, che produce batterie low cost adatte sia a utenti residenziali che industriali. E’ il tipo di batteria che, sostiene in questo post Michael McDonald su oilprice.com, è adatta a gestire picchi e no dei consumi in modo economicamente vantaggioso anche per chi non ha a che fare con le energie rinnovabili. Le possibilità aperte da questa crescnete offerta di prodotti probabilmente potranno suscitare interessare anche nelle società che gestiscono i parcheggi, comunali: regionali oppure private.
Ad esempio, APCOA (società che gestisce parcheggi in un gran numero di paesi e nota in Italia soprattutto per essere presente a Malpensa e Linate) in molte propri siti inglesi e tedesche già offre stazioni di ricarica ai clienti. Nella sola Germania erano cento postazioni in trentacinque siti che diventeranno presto duecento postazioni in un centinaio di siti. In Italia per il momento non risulta un servizio analogo (una nostra e-mail al proposito per chiedere se ne sono previsti non ha avuto risposta). E tuttavia, aree di stazionamento anche a medio e lungo termine sembrano bene impostate come partner per le utilities, visto che le batterie delle auto ferme andrebbero comunque tenute cariche ma con la possibilità di calibrarle sui momenti adeguati per consumi e prezzi.