V.E.

Un’interrogazione parlamentare segna un punto per l’idrogeno

Vecchie norme sulla pressione massima di rifornimento utilizzabile nelle stazioni di servizio frena le fuel cell Toyota, Mercedes, Hyundai

Pensare a una decarbonizzazione della mobilità e del traffico senza infrastrutture che la supportino è poco più di uno sterile gioco di parole. Come sanno bene anche gli entusiasti early adopters che si sono votati subito a nuove tecnologie, l’entusiasmo può essere presto frustrato da difficoltà pratiche. Questo può essere vero per singoli consapevoli cittadini come ricorda la infelice passione del tedesco David Wenger per la sua Mercedes-Benz fuel cell, dovuta anche alla difficoltà di trovare stazioni di rifornimento di idrogeno.

Ma le frustrazioni a livello individuale si ripetono e moltiplicano a livello corporate. Ora però Toyota ed altre case che credono nelle fuel cell hanno avuto la possibilità di festeggiare un punto a favore. Un’interrogazione da parte dell’onorevole Marco Di Maio, firmata con altri dieci deputati, ha chiesto di modificare la normativa di riferimento, per agevolare la realizzazione in Italia di un’infrastruttura per l’utilizzo dell’idrogeno e porre l’Italia in sintonia con le tecnologie più avanzate e innovative.

Come noto in Italia esiste un limite all’erogazione di idrogeno a 350 bar nelle stazioni di rifornimento, stazioni che a livello europeo lavorano fino a 700 bar nel rispetto degli standard di sicurezza internazionali. La modifica necessaria, ha commentato l’amministratore delegato di Toyota Italia Andrea Carlucci, è al Decreto n. 213 del 31 agosto 2006, “che rappresenta un ostacolo per la costruzione di una rete di infrastrutture all’avanguardia, basate sull’utilizzo dell’idrogeno. Il nostro paese deve adeguarsi agli standard europei, che già prevedono l’uso e la commercializzazione delle auto ad idrogeno. La nostra Mirai (la prima berlina di serie al mondo alimentata a idrogeno) è, infatti, già in circolazione in Paesi come la Germania, la Danimarca, il Belgio e il Regno Unito, che hanno costruito stazioni di rifornimento, attive e sicure, a 700 Bar.”

Toyota Mirai fuel cell

Senza un aggiornamento della normativa ben difficilmente potrebbero fare passi avanti i progetti miranti a diffondere una mobilità sostenibile basata sullo sviluppo delle fuel cell. Su questa tecnologia si sta moltiplicando l’interesse sia di Toyota sia di altri marchi giapponesi e tedeschi, in molti casi con l’idrogeno protagonista, in altri casi guardando ad altre soluzioni e materiali il cui potenziale è molto promettente, come le celle ad ossido solido.

In Italia Toyota ha da poco sottoscritto un protocollo d’intesa con la città di Venezia che prevede proprio la realizzazione di una piattaforma integrata di mobilità, inclusa la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. Il tutto richiede la possibilità di lavorare con le attuali tecniche di rifornimento a 700 bar, finora in Italia previsto solo nella stazione di ricarica presente nella città di Bolzano: è il punto più a sud attualmente raggiungibile senza difficoltà di autonomia da parte di un viaggiatore del nord Europa alla guida di un’auto fuel cell.


Credito foto di apertura: Toyota media website